Litigare, in
via propedeutica, fa bene! Può avere anche una funzione educativa
il litigio; può contribuire a incidere positivamente nella
formazione del carattere. Un ragazzino che non bisticcia mai con
i suoi compagnetti, che non ha un moto si stizza mai, che non conosce
il confronto, lo scontro anche, se necessario, che non reagisce
per "educazione", ma sempre subisce, non mi pare
antropologicamente uno ben "formato", ossia pronto all’agone
della vita, che è anche lotta per la sopravvivenza; né
tantomeno si può crederlo tout court uno stinco di
"santo".
Litigare, in certi casi, oltre a non far male, è necessario:
nella realtà della vita non sempre si può essere con tutti
d’accordo, o con tutti passivamente accondiscendenti, o
accomodanti : quando ci vuole, anche l’ira può esser santa e
chiarificatrice. Tutto sta, s’intende, a non esagerare. Anche il
litigio deve muoversi entro i binari del diverbio e dello
scontro-confronto-chiarificatore leali e civili. La coppia
che non litiga, fingendo che tutto vada bene, il figlio che non
si scontra mai col padre, perché non osa contraddirlo, anche quando ne
abbia motivo, l’uomo che subisce senza ribellarsi ad
un’umiliazione, ecc. ecc. , sono tutti comportamenti di
soggetti che non danno molto affidamento di esser, poi,
effettivamente buoni, e buonisti. Perché buoni e buonisti sempre
non si può essere! Costoro hanno solo evitato lo scontro (ma covando
frustrazioni e risentimenti), o perché non abituati a
rapportarsi con gli altri, o perché succubi di una
educazione falsamente perbenista, ma in realtà
pervicacemente oppressiva e castrante, o perché schiavi di
un malinteso rispetto delle gerarchie hanno sempre abbassato il
capo, ma solo per piaggerìa, e non per intimo convincimento.
Infine, perché deboli di carattere; o per tutti questi motivi messi
insieme.
Chi non ha mai litigato, e nel litigio o nell’ira non abbia
forgiato e messo alla prova, almeno per una volta, il proprio
carattere, è da guardare con un certo sospetto. Al primo scontro,
al primo iroso litigio, cui non è mai stato abituato, il supposto
brav’uomo si può trasformare in diavolo, può esplodere in modo
inconsulto, barbaramente agendo! E perciò, sbagliando,
naturalmente.
Nuccio Palumbo
antonino11palumbo@gmail.com