"Esco
a fare due passi" ha lasciato scritto, con un pizzico di ironia, poco
prima di lasciare l’interno della Stazione Spaziale Internazionale per
effettuare la prima attività extra-veicolare (EVA) mai compiuta da un
astronauta italiano. Luca Parmitano si era preparato per questo
prestigioso incarico con scrupolo, curando ogni dettaglio, consapevole
di avere l’occasione di scrivere un'altra pagina importantissima della
storia dell’Italia nello Spazio.
"Abbiamo impiegato 21 anni a raggiungere questo obbiettivo - ha
commentato a caldo e visibilmente commosso, il presidente dell’ASI
Enrico Saggese – e oggi possiamo dire che abbiamo realizzato un sogno".
Dichiarazioni cui hanno fatto eco, alle otto di sera e successo ormai
conclamato della missione, le parole dello stesso Parmitano: "Dedico la
mia prima passeggiata spaziale a tutta l’Italia e agli Italiani" ha
detto l’astronauta, dichiarandosi "orgoglioso per il privilegio e
l’opportunità" che ha avuto.
A "passeggiata" conclusa, i commentatori della NASA hanno definito "di
massima efficienza" la performance di Luca Parmitano e Chris Cassidy,
il collega statunitense con cui è stata realizzata la EVA. I due hanno
infatti 'galleggiato' nello Spazio attorno alla ISS per poco più di 6
ore portando a termine tutte le attività assegnate con ben 60 minuti di
anticipo: tanto da riuscire ad effettuarne anche alcune di quelle
previste per la prossima EVA (il 16 luglio).
Ma ripercorriamo la cronaca della giornata. Il primo ad uscire è stato
il "veterano" Usa Cassidy, che ha già sulle spalle l’esperienza
di ben cinque "passeggiate". Come lui avvolto nell’EMU (la tuta
spaziale pressurizzata) e con 100 kg di attrezzature addosso, a circa
20 minuti di distanza lo ha seguito il nostro Luca Parmitano: in quel
momento la ISS attraversava una fase orbitale di buio completo, infatti
dalla sala dell’Auditorium della sede dell’ASI – dove si è seguita in
diretta la EVA – ci si è accorti che i due astronauti erano già
all’opera solo intorno alle 14:45.
Ma ai 28mila km orari cui viaggia la Stazione, la luce non ha impiegato
molto a tornare. E quando ha illuminato la tuta bianca di Parmitano,
l’emozione in sala si è immediatamente tradotta in un applauso. Per
prima cosa, Parmitano ha raggiunto la zona dove si trova l’esperimento
Misse 8, che studia il comportamento di alcuni materiali nello spazio,
per recuperare due unità al suo interno e portarle nel modulo di
depressurizzazione.
Quindi si è portato in un’altra zona dell’esterno della ISS, quella
dove si trova AMS (l’esperimento italiano "cacciatore di antimateria")
per scattare alcune foto che ne documentino lo stato di salute.
Terminata anche questa fase, è cominciata la parte più avventurosa
dell’EVA di Parmitano, compiuta tutta spostandosi a testa in giù lungo
il traliccio esterno della ISS, agganciato al braccio robotico della
stazione manovrato dalla collega americana Karen Nyberg. Con Cassidy,
che invece si muoveva aiutandosi con il corrimano all’esterno del
traliccio, hanno raggiunto i punti – a destra e sinistra della ISS -
nei quali dovranno montare i nuovi radiatori termici che permettono di
bruciare l’energia in eccesso prodotta dai pannelli solari.
Luca si è anche fermato un momento a smontare una videocamera esterna
rotta, che ha passato a Cassidy il quale l’ha poi sistemata nella
cabina pressurizzata. Nel frattempo Cassidy aveva anche sistemato
alcuni cavi di alimentazione per preparare il campo al Russian
Multipurpose Laboratory Module, il nuovo modulo multiuso russo noto
anche come Nauka, che arriverà alla Iss alla fine dell’anno e sarà un
po’ la nuova porta di casa della sezione russa della Iss.
Poco dopo le 20 i due sono rientrati esausti nella cabina
pressurizzata, per cominciare la lunga fase di depressurizzazione: due
ore piene. Poi, finalmente, un sonno ristoratore e oggi una giornata
piena di riposo. Il 16 luglio la coppia Cassidy-Parmitano, infatti, fa
il bis. E c’è da credere che sarà un altro successo.
Video: Parmitano
dedica l'Eva agli italiani
Asi.it