«L'Italia non è un Paese razzista, ha una cultura dell'accoglienza ben radicata, ma c'è una non conoscenza dell'altro, non si capisce la diversità è una risorsa», ha continuato il ministro dell'Integrazione, dopo gli attacchi subiti nei giorni scorsi. «Da questi attacchi - ha aggiunto - ho imparato tante cose». Dopo gli attacchi ricevuti «c'è stato un sostegno da parte del premier e di tutti i componenti del Governo. Sicuramente avrebbe dovuto uscire anche un sostegno pubblico, ma sulla solidarietà rispetto a questi attacchi io mi sento abbastanza tutelata», ha poi sottolineato il ministro.
«La risposta più forte - ha aggiunto Kyenge - deve darla la società civile, il Paese. E la società sta reagendo a questi attacchi, perché esiste anche un'altra Italia, accogliente». «È chiaro che questo cambiamento doveva esserci - ha proseguito il ministro riferendosi alla sua nomina - dobbiamo affrontarlo tutti insieme, ma anche all'interno del Governo posso dire che oltre al ministro Idem anche gli altri hanno dimostrato solidarietà. Questo è un buon segno e per questo motivo non ho risposto, e non credo che sia il caso di soffermarsi su singole voci che possono parlare più forte ma che non sono la maggioranza».
«Certo bisogna dare risposte ai tanti figli di stranieri che nascono e crescono in Italia e non si sentono né italiani né del Paese di origine dei loro genitori», ha detto ancora il ministro dell'Integrazione a proposito della legge sulla cittadinanza. «Ma le cose si possono cambiare senza urlare». «Faccio parte di una squadra - ha precisato - nel Governo ci sono altre forze politiche diverse dalla mia come ad esempio il Pdl o Scelta Civica, dobbiamo cercare uno spazio comune e un terreno condiviso, sempre nel rispetto dell'altro, senza mai offendere».
«La violenza sulle donne è un tema che non riguarda solo gli italiani o solo gli immigrati. La violenza non ha colore. Quello che bisogna cambiare è la cultura sulle donne», ha poi osservato Kyenge, commentando quanto denunciato dalla presidente della Camera, Laura Boldrini, sul rischio di messaggi razzisti e sessisti sul web.
«Cecile Kyenge è fiera di essere nera e noi siamo fieri di averla nel nostro governo come ministro per l'Integrazione». Lo scrivono in una nota congiunta il premier Enrico Letta e il ministro dell'Interno e suo vice, Angelino Alfano rivolgendole «piena solidarietà a fronte degli attacchi razzisti che ha ricevuto». «A lei va, anche pubblicamente - si legge nella nota - la nostra piena solidiarietà. Come sottolineato in sede di insediamento dell'esecutivo alle Camere - proseguono Letta e Alfano - bisogna fare tesoro della voglia di fare dei nuovi italiani, e la presenza di Cecile Kyenge nel governo riteniamo dia una nuova concezione del confine, che da barriera diventa speranza. La speranza di costruire, a partire da scuole e università, una vera comunità dell'integrazione».
«Ho parlato con Borghezio al telefono e gli ho detto che non condivido le sue espressioni, mi paiono francamente fuoriluogo». Lo ha detto il leader della Lega e presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, riferendosi alle affermazioni fatte dell'europarlamentare del Carroccio Mario Borghezio nei riguardi del ministro Kyenge. «Vedremo», ha poi aggiunto Maroni rispondendo ad una domanda sulla possibilità di provvedimenti da parte del Carroccio nei confronti dell'europarlamentare. «Comunque - ha ribadito - l'ho chiamato per dirgli che non condivido perché si può essere d'accordo o no con il governo, ma queste affermazioni non mi piacciono, non ha senso farle, si prestano solo a critiche senza alcun vantaggio». da www.ilmessaggero.it