La scuola è una cosa seria e merita un dibattito serio. Anche in una campagna elettorale il cui livello continua a essere tutt’altro che esaltante.
È sconcertante la disinvoltura con cui la responsabile scuola del PDL accusa l’attuale governo di aver umiliato in ogni modo la scuola e i docenti, dopo quello che è riuscito a fare il governo espresso dalla sua parte politica, i cui provvedimenti hanno messo in ginocchio il nostro sistema di istruzione.
In tre anni ne ha scardinato anche i settori meglio funzionanti e di qualità riconosciuta in ambito internazionale, ha sottratto più di 8 miliardi, generando precarietà col taglio di 140.000 posti di lavoro, accusando nel frattempo i docenti di “inculcare” idee sbagliate agli studenti.
Altrettanto stupefacente il modo in cui il segretario della Flc Cgil si getta a corpo morto nella disputa elettorale, addebitando all’ultimo governo ogni sciagura. Se la scuola ha subito decurtazioni nell’ultimo anno, lo si deve in realtà alle norme della spending review, approvate dall’intera maggioranza che ha sostenuto quel governo. Norme che - per inciso - noi abbiamo contrastato, evitando che potessero produrre guai ancora peggiori.
L’esasperazione plateale dei toni non rafforza gli argomenti e le ragioni, porta invece a deformare la realtà piegandola alle logiche miopi della polemica elettorale. Sarebbe bene dismettere le maschere da commedia dell’arte, essendo ormai finito il carnevale, e confrontarsi in modo serio su progetti e su ogni impegno di rinnovata attenzione alla nostra scuola e a chi ci lavora.
Roma, 12 febbraio 2013