
“Precari, è
record tra i lavoratori italiani: l’Istat oggi ci ha detto che siamo
ormai a quota 3 milioni. Nella scuola la più alta percentuale: rispetto
alla media nazionale dell’11%, l’istruzione annovera oltre il 15% di
personale precario. E ciò nonostante le assunzioni degli ultimi anni.
Questi dati rappresentano una sonora bocciatura della riforma del
mercato del lavoro, ancora prima di diventare esecutiva, che non
prevede nel suo impianto normativo una decisa lotta contro il
precariato”. A dichiararlo è Marcello Pacifico, delegato ai quadri e
direttivi della Confedir e presidente Anief, che ha anche ricordato
come su questa piaga nazionale la confederazione sindacale a cui
appartiene “avesse più volte chiesto specifici provvedimenti al
ministro della Funzione Pubblica, Filippo Patroni Griffi, in
particolare quando nei mesi scorsi sembrava che il Governo dovesse
finalmente intervenire per ridurre il numero dei lavoratori precari
tenendo conto delle indicazioni dei sindacati”. “Oggi – continua
Pacifico – di quel tavolo di confronto non si hanno più notizie. Come
si sono perse le tracce della richiesta, della più grande
organizzazione sindacale che rappresenta i dipendenti pubblici, di
rispettare la direttiva comunitaria 1999/70 CE, contenente norme
imperative sulla costituzione dei rapporti di lavoro a tempo
determinato e sulla prevenzione dell’abuso dei contratti a termine da
parte dei datori di lavoro pubblici e privati”. La verità è che ancora
oggi, purtroppo, nonostante le nuove norme volute dal ministro del
Lavoro, Elsa Fornero, la precarietà lavorativa sta crescendo a vista
d’occhio: “rappresenta ormai un male endemico – sostiene il
sindacalista della Confedir-Anief - della stipula dei contratti di
lavoro del nostro paese. Tanto più che nella scuola, dove domani
saranno assunti come supplenti annuali 150 mila docenti,
amministrativi, tecnici e ausiliari. E dove addirittura diverse scuole
autonome saranno affidate in reggenza a vicari per l’assenza dei
dirigenti scolastici”.
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