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Umanistiche: “Sono fuori dal tunnel dei neutrini”. Maria Stella Gelmini si confessa con Libero. E parla anche della famosa gaffe

Rassegna stampa
E’ una Maria Stella Gelmini davvero inconsueta, quella che decide di confessarsi a Serena Bertuzzi di Libero. Misurata, simpatica, persino autocritica in alcuni punti. Si vede che qualche esperto d’immagine ha cominciato a lavorare sulla nuova politica, quella della campagna elettorale più dura per i santoni del Popolo delle Libertà, che dovranno far dimenticare agli elettori inferociti le disgrazie del governo Berlusconi. Ecco domande e risposte dell’ex ministro della pubblica istruzione:     
  Parla di comunicazione e mi vengono in mente i neutrini… Il famoso tunnel «tra il Cern ed i laboratori del Gran Sasso, attraverso il quale si sarebbe svolto l’esperi – mento che ha messo in dubbio Einstein, e «cui l’Italia» – cito il comunicato delMiur- «ha contribuito con 45 milioni di euro». Una gaffe mostruosa, 520mila contatti sulla rete in un pomeriggio. Una figura colossale. Sono in malafede o è quello il problema di comunicazione cui si riferisce?
«Guardi, è stata una tragicomica assurda. Unofa due riforme dell’istruzione, lavora come un matto dalla mattina alla sera, si costruisce una credibilità e in un attimo succede il disastro».
Può dirci come è andata davvero?
«Era il giorno delle congratulazioni ufficiali, una cosa di prassi che si fa regolarmente inunministero in presenza di una scoperta importante. Ero al Quirinale, non mi ricordo neanche per che cosa. Sapete benissimo come funziona, un ministro mica può passare al setaccio e approvare tutti i comunicati stampa del mondo. Chi dice il contrario mente. Il comunicato io l’ho visto purtroppo, mail giorno dopo. Lì ho capito la grande forza della rete e la capacità della sinistra di strumentalizzare qualunque cosa. Un casino incredibile. Mi ha dato molto fastidio».
Adesso si può dire: chi è il colpevole?
«Non so ancora chi abbia materialmente scritto quel comunicato ma la responsabilità è stata sicuramente di chi gestiva i rapporti con la stampa, anche perché l’er rore più grosso l’ha commesso nel successivo comunicato. Si è parlato di “polemica strumentale” ma forse bastava scusarsi e fare un po’ di ironia».
Neutrini e Cern. Un pretesto per darvi addosso o l’inizio della fine?
«Era chiaro il tentativo di fare cadere il governo su qualunque cosa potesse tornare utile allo scopo. Sui neutrini come sullo spread. Era in atto una crisi gigantesca ma l’unico obiettivo era far cadere il governo del Cavaliere. Quel che è avvenuto dopo ci hareso giustizia. Non è bastato Monti per abbassare lo spread. Non è bastata la sua credibilità internazionale a evitarci una manovra lacrime e sangue. Certo, anche noi abbiamo fatto i nostri errori: non lo nego. La riforma delle pensioni, per esempio, dovevamo farla prima».
E qui non può non essere sottolineata l’implicita critica a chi quella riforma l’ha fermata. La Lega e Tremonti.
Cosa ha pensato delle lacrime della Fornero?
«Credo sia stata un’emozione sincera, consapevole, un tocco di umanità in un governo molto tecnico».
Lei ha mai pianto?
«Mi è capitato ma nella situazione più grave in cui può trovarsi un ministro. Ero all’inizio del mandato. E a Rivoli morì uno studente per il crollo del soffitto della scuola, la cosa mi colpì molto».
Cosa pensa delle quote rosa dell’attuale governo?
«Mi sembrano ministre molto competenti anche se mi ha dato fastidio il distinguo che è stato fatto tra loro e noi. Sulle donne del governo Berlusconi ci sono stati molti pregiudizi, forse perché la Carfagna veniva dal mondo dello spettacolo, forse perché io non ero stata insegnante. Come se una giovane e di bella presenza non possa essere anche un ministro valido. Era capitato anche ai tempi della Melandri. Non che questo tipo di critica mi abbia mai turbato troppo. Per noi parlano i risultati: io le riforme le ho fatte, la Carfagna è stata un buon ministro alle pari opportunità, la Meloni si è distinta per il sostegno ai giovani e la Prestigiacomo ha fatto bene alle politiche ambientali».
Governo Berlusconi, i tagli di Tremonti, le liti per le spese dei ministeri. Le ricorda qualcosa?
«Sicuramente con Tremonti le tensioni ci sono state anche se l’ho sempre stimato molto. Ricordo divergenze di opinioni e scambi di battute pesanti. D’altronde uno è un ministero di spesa, l’altro no. Però devo dire che i contrasti con lui sono stati intensi all’inizio, poi la lotta agli sprechi l’ho condivisa anch’io. Vede, sono fiera di aver fatto parte di un governo che anziché aumentare le tasse ha tagliato le spese».
Che scuola frequenterà Emma?
«Ho sempre rifiutato la divisione tra scuola statale e scuola privata, tutte le scuole sia statali che privatehanno una funzione pubblica importantissima che è quella dell’istruzione e questo indipendentemente da chi le gestisce. Per lei sceglierò una buona scuola, è chiaro. L’importante è che le dia una buona formazione, che la sproni e la valorizzi».
Farà il liceo?
«Non lo so. Mi sembra una bimba creativa molto estroversa, farà quello che si sente, senza dubbio sarà qualcosa di creativo».
Cosa le ha regalato a Natale?
«Cose utili, vestiti, c’era da rifare il guardaroba. Ai giochi ci pensano i nonni».
La sobrietà di Monti applicata ad Emma?
«La prego…».
Me la dice la critica o l’accusa che le ha dato più fastidio in questi anni?
«Quando mi hanno detto che il governo lavorava contro i giovani. Non solo eravamo in linea con l’Europa ma lavoravamo per togliere i giovani dal precariato. C’è stata una grande strumentalizzazione, e molta ingiustizia. Fa parte del gioco delle parti però colpisce e fa male. La carta igienica nelle scuole, per esempio, manca oggi comemancava tre mesi fa.Eppure nessuno scende in piazza a protestare. Le dice qualcosa?».   (da http://www.giornalettismo.com)

redazione@aetnanet.org








Postato il Lunedì, 02 gennaio 2012 ore 14:59:32 CET di Redazione
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