Il
ministro dell’istruzione Profumo rilancia il concorso pubblico per
insegnanti, anzi il maxi concorso, come lo ha definito lui parlando
oggi a Savona all’inaugurazione del nuovo campus universitario. Un
impegno che vedrebbe interessati circa trecentomila
candidati. Secondo il ministro infatti è troppo tempo che non
si mette più mano a una misura del genere: l’ultimo concorso pubblico
per insegnanti risale al 1999. Un maxi
concorso che permetterebbe di dare spazio a un ricambio generazionale e
all’inserimento di nuovi e giovani insegnanti. Secondo
Valentina Aprea, presidente della Commissione Cultura e Istruzione
della Camera, contattata da IlSussidiario.net, “d’accordo sulla ragione
espressa dal ministro di riconsiderare il cambio generazionale
all’interno della scuola”. Ma, spiega Aprea, “decisamente no se la modalità è quella del
maxi concorso. C’è sì bisogno di un nuovo reclutamento che possa
consentire ai giovani docenti di iniziare a lavorare a tempo pieno e
indeterminato nelle scuole, ma con selezione fortemente curata dalle
reti di scuola e dagli albi regionali”.
Onorevole Aprea, il ministro Profumo ha confermato di voler varare un
nuovo concorso nel 2012 per l’assunzione di docenti nella scuola. Lei
come accoglie la notizia?
Sono d’accordo sulla ragione espressa dal ministro di riconsiderare il
cambio generazionale nella scuola perché anche l’ultimo rapporto della
fondazione Agnelli ci ha dimostrato che la nostra classe docente è
prevalentemente anziana, e che anche
l’abbattimento delle graduatorie permanenti non modificherebbe questa
situazione visto che i cosiddetti precari lavorano già da molti anni.
Non sarebbe perciò un vero ricambio generazionale. Quindi, al netto dei
diritti acquisiti dagli insegnanti precari, resta il problema di
portare nuove leve e nuove energie nella scuola italiana.
Dunque via libera al concorso previsto per il prossimo anno?
Non esattamente, se la modalità deve
essere quella del maxi concorso allora dico un no deciso.
Perché?
Io mi auguro che il ministro volesse riferirsi solo ai grandi numeri
che servono al ricambio della scuola come i docenti più giovani da
inserire e selezionare, ma mi auguro anzi che proprio con il ministro
Profumo si possa portare a termine una riforma che era già in cantiere
dall’inizio di questa legislatura con il ministro Gelmini.
Ci spieghi meglio cosa intende.
Quella riforma che parla di idoneità
universitaria e quindi formazione iniziale da conseguire nelle
università con TFA (tirocini formativi attivi) piuttosto che con le
lauree magistrali come prevede il nuovo regolamento della formazione
insegnanti voluto dall’ex ministro Gelmini. Necessario è però che poi
si arrivi a rafforzare veramente l’autonomia delle reti di scuole con
una selezione e una seconda selezione di concorsi locali di docenti
idonei, magari inseriti negli albi regionali.
Con il concorso resterebbe poi
irrisolta la questione dei nuovi TFA, perché i laureandi non
riuscirebbero a prendere l’abilitazione prima del varo del concorso, e
quindi resterebbero fuori.
Infatti. Credo che il ministro Profumo abbia rappresentato un’esigenza
vera, ma l’espressione usata, quella
del maxi concorso e la temporalità, non sono assolutamente da
accontentare. Io sono per tirocini formativi attivi massicci
cioè che sia data alle università la possibilità di formare e
selezionare allo stesso tempo docenti e laureati anche se non subito
all’insegnamento, ma in seguito con l’utilizzo degli albi regionali e
la possibilità per le scuole di valutare nell’ambito delle reti di
scuole i docenti più idonei per ogni scuola e per ogni progetto. Non può più valere l’idea del docente
nazionale che va bene per tutte le scuole e che viene assegnato a tutte
le scuole solo in virtù di una burocrazia e di tempi e di modi
burocratici.
Essendo questo un governo tecnico, dovrebbe occuparsi solo di
provvedimenti e non di riforme. Lei a quali pensa, realisticamente?
Le contesterei questa domanda: come governo tecnico hanno appena fatto
una manovra che ha toccato il cuore della vita e delle regole della
vita sociale come le pensioni e la modalità di utilizzo del denaro.
Credo che proprio questi ministri e questo governo che può godere per
ora dell’appoggio di un maggioranza definita di responsabilità
nazionale sia chiamato anzi a fare riforme vere. Quelle che una sola
parte politica difficilmente può fare.
Dunque che aspettative ha?
Mi aspetto che anche nella scuola e
nelle università il ministro adotti lo stesso sistema usato nella
manovra, cioè una discontinuità con le vecchie logiche del passato e
impianti molto più severi e rigorosi dal punto di vista della spesa
dello Stato, ma che siano anche improntati a leggi di qualità e di
selezione nell’interesse degli studenti e delle famiglie.
(da IlSussidiario.net)
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