Cara università,
quanto mi costi. Parte da Pavia la battaglia legale tra studenti e
atenei sul costo degli studi accademici e promette di raggiungere tutta
Italia con un effetto domino che, di certo, lascerà il segno.
Il Tar della Lombardia ha infatti dato
ragione a ventuno studenti che avevano presentato ricorso contestando
le tasse universitarie per l’anno accademico 2009-2010. La sentenza
prevede adesso che l’Ateneo rimborsi i suoi 22 mila iscritti per una
somma totale pari a 1 milione e 700 mila euro.
Una media di 77 euro a studente. La colpa dell’università sarebbe
quella di aver imposto tasse troppo alte. «La legge – spiega Michele
Orezzi, coordinatore nazionale dell’Unione degli studenti – prevede
infatti che la somma dei contributi di ogni singolo studente non superi
il 20% dei fondi ministeriali stanziati per quell’ateneo. Il problema è
che, con i tagli targati Gelmini-Tremonti, quasi tutte le università
per fare cassa hanno aumentato le tasse, andando a sfondare il tetto
del 20% ed essendo di fatto, fuorilegge». http://www.leggo.it/articolo.php?id=149534
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L’Udu, incassata la prima vittoria, sta preparando un analogo ricorso a
Pavia relativo all’anno accademico 2010-2011. Ma la reazione
dell’università pavese non si è fatta attendere: «Ci appelleremo in
secondo grado al Consiglio di Stato – ha replicato il professor Lorenzo
Rampa, pro rettore a Pavia (nella foto) – lo sfondamento di poco più
dell’1,3% del rapporto massimo tra contribuzione e fondo di
finanziamento ordinario che lo Stato versa all’Università è
principalmente dovuto alla riduzione da parte del governo di
quest’ultimo, diminuito nel 2010 del 3,22% creando grosse difficoltà di
bilancio».
Ma ormai la guerra è iniziata: gli studenti sono sicuri che la sentenza
del Tar possa fare scuola. Partirà a breve una serie di ricorsi
analoghi da Nord a Sud: per l’Unione degli universitari, infatti, due
Atenei su tre superano il limite di tassazione previsto. E intanto
l’Adi, associazione di dottorandi e dottori di ricerca, ha invitato al
Congresso previsto per il prossimo fine settimana il neoeletto ministro
all’istruzione, Francesco Profumo, «per proporre interventi correttivi
alla legge 240 del 2010 sulla riforma universitaria».
L'INTERVISTA.
Luigi Frati, Rettore dell’Università La Sapienza di Roma, come mai
l’Ateneo di Pavia va fuorilegge per le tasse universitarie?
«È semplice, il ministero dell’istruzione comunica solo a fine anno
l’entità dei finanziamenti stanziati. A quel punto è troppo tardi per
rimodulare le tasse. Un calcolo reale sarebbe possibile solo se la
comunicazione dei fondi disponibili arrivasse il 1 gennaio, non a fine
anno».
Agli studenti risulta che due Atenei su tre chiedono tasse troppo
esose. E’ così?
«Se il ministero taglia i finanziamenti è facile che la somma dei
contributi richiesti superi il 20% dei fondi ministeriali. Nello
specifico non conosco la situazione dell’Ateneo pavese. Per quel che
riguarda la Sapienza, abbiamo ricevuto un taglio del 5% dei fondi nel
2010-2011 e un ulteriore taglio dell’1% nel 2011-2012. va bene non
aumentare le tasse ma non possiamo neanche diminuirle».
Perché non è possibile diminuire la spesa per gli studenti?
«È chiaro: il taglio dei finanziamenti statali ha già creato enormi
difficoltà. Se vengono a mancare anche parte dei contributi degli
studenti, si fa prima a chiudere definitivamente bottega».
E’ in previsione un aumento delle tasse?
«No, rischierei di lasciare fuori circa diecimila studenti sui 140.000
iscritti».(L.Loi/ass)