Lettere in redazione
Spettabile redazione,
in merito al recente concorso DS si sono levate vere e proprie crociate
contro tutti coloro che, non ammessi alle prove scritte, hanno fatto
ricorso al Tar. si è parlato di "immoralità" di "regole valide per
tutti" di "si sapeva a ciò che si andava incontro, inutile protestare
ora", e così via. A protestare sono state anche associazioni di
categoria e sindacati che, prima delle prove, avevano detto e ridetto
come queste fossero assolutamente inique e falsate; tali associazioni
poi, a cose fatte, hanno difeso a spada tratta coloro che sono stati
promossi per stigmatizzare coloro che non lo sono stati e hanno deciso
di rivolgersi alla giustizia. Se le prove erano inique e false"
prima, lo erano anche dopo, e sono "iniqui e falsi" tutti i risultati,
positivi o negativi, che queste prove hanno prodotto. Una coerenza che
associazioni e sindacati non sempre hanno mostrato di possedere
Ma, per tornare a noi, la questione della "falsità ed iniquità" delle
prove preselettive sta nel manico.
Cosa si voleva ottenere con queste prove? Una semplice "decimazione"
dei concorrenti? Oppure una selezione di coloro che avessero dimostrato
di essere più preparati? Ovviamente nessuno ammetterebbe mai che tali
prove sono state ideate semplicemente per "decimare" i concorrenti, da
più parti si parla di "ho studiato", "ho passato le notti insonne sui
libri", "ho speso una fortuna per corsi di preparazione", ecc.. Bene,
posso dire, senza tema di essere smentito, che chi ha studiato sui
libri non avrebbe mai potuto superare i test preselettivi. L'unico modo
per superare tali test, è appunto "fare le nottate per impararli a
memoria" i test non i libri, sia chiaro. Facciamo un esempio. Devo
sottoporre la mia classe ad un test a risposta multipla sulla scoperta
dell'America. Dico ai miei alunni che sarà questa la tematica del test,
poi, anzicché preparare le domande sul libro di testo in uso nella
classe le preparo su un altro libro, poco importa se in questo secondo
libro non si fa cenno al fatto che Colombo sia nato a Genova o che
abbia navigato sfruttando i venti Alisei; se nel test ci sono domande
su questi argomenti commetto una evidente disonesta intellettuale nei
confronti dei miei alunni; ma non è tutto, oltre a questo propongo
domande del tipo: Quando è stato scoperta l'america? A. nel 1492;
B nell'Ottobre del 1492;C. il 12 Ottobre del 1492;D. nell'autunno
del 1492. Ergo, in un certo senso tutte le risposte possono ritenersi
corrette, ma io ritengo giusta solo la c., in questo senso la disonestà
intellettuale sale a quota due. Infine, alla domanda: Chi sovvenzionò
Colombo per la sua spedizione? A. I sovrani spagnoli; B. Il sovrano
Inglese; C. Il sovrano portoghese; D. il sovrano Fracese. Se io ritengo
giusta ad esempio la d. che è sbagliata, commetto la terza disonestà
intellettuale. Tirando le somme, i miei alunni riusciranno mai ad
arrivare alla sufficienza studiando "anche di notte" sul loro
libro di testo? Oppure ci riusciranno imparando a memoria le domande?
Ebbene, è questo ciò che è accaduto. Il test a risposta multipla mi
darà, allora, come insegnante, non risultati significativi in merito
alla preparazione dei miei alunni, ma solo risultati significativi
sulla loro memoria e su qualcosa d'altro che in questa sede è meglio
tacere. Ed è ancora questo che è accaduto al concorso. In quanto al
fatto che tutti sapevano, che tutti avevano le stesse difficoltà, è
come dire che un grande ciclista resta un grande ciclista anche se si
droga, perché tanto tutti si drogano, e quindi chi arriva primo è
comunque il più forte. Bene, se è questa l'Italia che vogliamo, siamo
stati accontentati.
Claudio Chillemi
chclaudio@tiscali.it