Gelmini
& Berlusconi, quelli che hanno tagliato e devastato la scuola
pubblica e che noi combattiamo da anni, se ne vanno anzitempo,
inseguiti da fischi e grida di vergogna. Bene. Il problema è che
insieme alla loro dipartita ci hanno servito un bel piattino
avvelenato. E sono preoccupato della scarsa coscienza che ne ha la
nostra gente.
Gelmini & Berlusconi non se ne vanno perché cacciati dal popolo,
come si sarebbero meritati. Certo, noi della scuola siamo il solo
soggetto sociale, insieme ai metalmeccanici (e, solo per qualche mese,
anche agli universitari), ad averlo constratato con un movimento di
massa. Ma, diciamocelo, abbiamo frenato l'offensiva, non l'abbiamo
fermata. Il grosso dei tagli è passato, e il risultato lo viviamo sulla
nostra pelle tutti i giorni con il peggioramento della qualità del
vivere a scuola.
Gelmini & Berlusconi sono
caduti perché il ritmo della crisi espone le rappresentanze politiche a
rapidissimi sgretolamenti. E' come la centrale di Fukushima: i tecnici
che dovevano fermare il reattore, dopo un po' dovevano essere
sostituiti. Così i poteri forti chiedono a gran voce ricambi e/o
accordi tra rappresentanze politiche in modo che in questi giri di
valzer non si aprano improvvisi vuoti di potere che, a loro giudizio,
sono pericolosissimi. Perché la crisi consuma soprattutto chi non l'ha
causata, cioé le grandi maggioranze del pianeta. E queste potrebbero
infilarsi in un varchetto e fare sfracelli. Lo so che tanti tra noi non
ci credono più. Ma LORO, loro sì.
Per riacquistare fede nel potenziale dirompente delle lotte delle
grandi masse, occorrerebbe leggere un po' di più "Il Sole 24 Ore", il
"Financial Times", il "Wall Street Journal" (ora è anche abbastanza
semplice, con internet), cioé i giornali espressione diretta di quello
che una volta si chiamava, e non capisco perché nessuno lo chiama più
così, "il grande capitale". Sono sempre pieni di editoriali preoccupati
sulla possibilità di "rivolte di piazza". Quelli di "Occupy Wall
Street" erano ancora poche decine, ma già erano protagonisti di
articoli su articoli dei principali quotidiani economici. I padroni del
mondo sentono che la loro ideologia si è talmente indebolita,
l'autorevolezza del sistema economico che difendono è talmente
compromessa e che la loro legittimità sociale è talmente ridotta che
ogni minima protesta li spaventa. Così, i leader del cosiddetto "mondo
occidentale" si guardano bene dall'attaccare frontalmente i movimenti
di protesta che ci sono in giro e si sprecano invece in dichiarazioni
"comprensive": "anche noi siamo arrabbiati contro la crisi", dicono.
Come se la crisi fosse una malattia che non si sa chi t'ha attaccato.
Loro, certo, non sono stati, vorrebbero farci credere tra un pranzo di
gala e l'altro.
Berlusconi e la sua banda di malfattori non erano più credibili ai loro
occhi perché con ogni evidenza mettevano i propri privatissimi
interessi davanti non a quelli del "Paese" (credo che quando in privato
udivano questa parola se la facessero sotto dal ridere), ma della
stessa classe alla quale appartengono. Ancora una volta una classe
sociale dominante si accorge che un proprio membro non è la persona
migliore per sostenerne gli interessi collettivi. Un borghese non
difenderà mai gli interessi della propria classe, se PRIMA non avrà
difeso fino in fondo i propri. Loro sono fatti così. Mica è gente che
fa straordinari non pagati, come capita a noi coglioni che facciamo
scuola. E quindi uno che bloccava un intero parlamento per far passare
leggi che gli consentissero di farla franca ai suoi processi, invece
che affrontare la crisi, beh, non serviva più a niente. Avanti, sotto
con un altro, in fretta, prima che...
Prima che la gente dica la sua. L'opposizione netta tra "democrazia" e
"mercati" è balzata fuori netta agli occhi di tutti nell'ultimo mese. I
due non vanno proprio d'accordo. Papandreou, dopo aver mandato in
rovina quelli che lo aveva votato, ha tirato fuori dal cappello qualche
settimana fa una proposta molto semplice: chiediamo al popolo con un
referendum se vuole o meno le misure di austerità. I greci erano molto
contenti di questo. Ma i leader "democratici" europei e i loro organi
di stampa molto meno. A Papandreou è stato detto di tutto:
"irresponsabile", "pazzo", "traditore", fino a che non è stato
costretto a forza di minacce a ritirare il referendum. E oggi alla
Grecia è stato imposto un governo unitario, in modo che quando si andrà
alle elezioni, gli elettori non possano scegliere tra opzioni
alternative. Questa è l'idea che i dominatori del mondo e i loro
mercati hanno della "democrazia".
La Grecia è lontana? Mica tanto. Da noi è accaduta la stessa cosa. Lo
so che tra la gente di scuola, e non solo, Napolitano gode di una
grande popolarità. La sua figura austera e competente di fronte a un
guitto imbarazzante come Berlusconi, s'è ovviamente accresciuta nel
tempo. Ma il regista della "soluzione greca", è stato lui, anche se i
mandanti erano i leader europei. Il potere di Berlusconi stava
franando, non aveva più la maggioranza. Napolitano ha tessuto la sua
tela in maniera tale da garantire che ci fosse al momento della caduta
già la soluzione pronta, quella più gradita ai "mercati", un "sogno",
come l'ha definita un articolo del Il Sole 24 Ore. C'era
un'alternativa? Certo, ha un nome semplice: elezioni. Sentirmi dire da
gente di "sinistra", "non si poteva perché altrimenti i mercati".... mi
dà improvvisamente la misura del tremendo regresso morale e politico
della militanza di "sinistra". Gente che in un qualche tempo della sua
vita deve aver pur sognato una società diversa e che ora pensa invece
che i tempi delle elezioni le debbano decidere le postazioni
informatiche dei trader. Meglio i "semplici" elettori di tali
"complessi e articolati" militanti!
Il centrosinistra (da IdV al PD a Sel) si è lasciato immediatamente e
stupidamente irretire. Ricordatevi queste percentuali: centrosinistra:
44,9% (senza grillini), centrodestra 35,4%. Sono le percentuali
dell'ultimo sondaggio elettorale prima dei fatti su commentati.
Ricordiamocele, perché non le rivedremo più. Si sta riproponendo lo
stesso schema del '92-'94. All'epoca crollava il "sistema" di governo
DC-PSI. Nella transizione si alternarono due governi "tecnici", quello
Amato e quello Ciampi. Formalmente non contavano al loro interno il
centrosinistra, nei fatti però il centrosinistra li sosteneva,
soprattutto attraverso il movimento sindacale, allora pesantemente
influenzato dai dettami della politica. Quei governi presero una serie
di misure antipopolari, dal prelievo sui conti correnti (tutti, non
solo quelli dei ricchi), all'intervento sull'età pensionabile,
all'abolizione della scala mobile... Misure ovviamente "dettate" da una
crisi economica che "rischiava" di lasciarci "fuori dall'Europa", come
si diceva allora e come si dice oggi. Allora come oggi, a far le spese
delle loro crisi economiche erano chiamati i lavoratori e i pensionati.
Tutti sappiamo "dopo" cosa è successo: nel '94 ha vinto Berlusconi,
insieme alla Lega, vergini e "non responsabili" delle misure che erano
state prese, e da lì non si sono più tolti per quasi quindici anni. Per
i capi del centrosinistra fu una "sopresa". Quando mai capiranno che la
loro base sociale NON LI VOTA se fanno scelte di destra o sostengono
anche indirettamente misure di destra? Il governo Monti preparerà la
rivincita di questa destra. La loro epoca, grazie alle scelte
sconsiderate del centrosinistra, non è finita.
Il governo Monti sarà ovviamente un governo di destra, e le sue scelte
di destra saranno sostenute dal centrosinistra, mentre la destra
politica si ritaglierà uno spazio da populismo antieuropeo. Perché sarà
un governo di destra? Ma perché Monti E' di destra. Attraverso quali
strani passaggi il nostro rimbambito centrosinistra pensa che questo
signore farà gli interessi dei cosiddetti soggetti deboli e, per quel
che compete la nostra lista, della scuola pubblica? Penso che la odi
fin da ragazzino, la scuola pubblica, lui, allievo del Leone XIII, il
liceo privato milanese dove i supericchi paranoici e lombardi mandano i
propri figli non perché là si studia di più (altrimenti li
iscriverebbero a un qualche liceo classico pubblico di prestigio del
centro Milano) ma solo per essere certi che i loro rampolli non
partecipino mai a una qualche autogestione. In compenso si beccano i
fischi di tutti i cortei che passano di là, ma per simili genitori
credo che ciò costituisca un motivo di vanto.
Come si fa ad immaginare che in questo nostro mondo possano esserci non
solo in campo scolastico, non solo in campo economico, ma in ogni campo
che investa gli umani delle scelte "tecniche", cioé "neutrali"? Questo
è un mondo diviso tra chi ha e chi non ha, ogni scelta "tira" verso gli
uni o verso gli altri. E Monti, sa molto bene da che parte tirare.
Comincia ormai a circolare quello che Monti ha scritto qualche mese fa
sul Corriere della Sera:
"In Italia, data la maggiore influenza avuta dalla cultura marxista e
la quasi assenza di una cultura liberale, si è protratta più a lungo,
in una parte dell' opinione pubblica e della classe dirigente, la
priorità data alla rivendicazione ideale, su basi di istanze etiche,
rispetto alla rivendicazione... pragmatica, fondata su ciò che può
essere ottenuto, anche con durezza ma in modo sostenibile, cioè nel
vincolo della competitività. Questo arcaico stile di rivendicazione,
che finisce spesso per fare il danno degli interessi tutelati, è un
grosso ostacolo alle riforme. Ma può venire superato. L'abbiamo visto
di recente con le due importanti riforme dovute a Mariastella Gelmini e
a Sergio Marchionne. Grazie alla loro determinazione, verrà un po'
ridotto l'handicap dell'Italia nel formare studenti, nel fare ricerca,
nel fabbricare automobili."
Quindi, caro popolo dalla scuola che sei così imprudentemente saltato
fuori dalle trincee per festeggiare... solo un piccolo consiglio: torna
dentro, stai in guardia e pronto a difenderti, di nuovo.
(da http://www.retescuole.net)
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