La comunicazione
in contemporanea alla pubblicazione dei 9 mila ammessi alle prove
scritte dell’esame per ds: trattati come gli altri dopo aver svolto le
funzioni di capo d’istituto per anni! Alla base dell’azione legale la
norma comunitaria che prevede la conversione in ruolo dei contratti a
tempo reiterati per almeno 36 mesi. Chiesta pure l’assunzione di una
precaria da 24 anni.
Assumere in ruolo come dirigenti scolastici i presidi incaricati di
lunga durata: è questa la nuova strada legale che il Codacons ha
intrapreso, rivolgendosi al Tribunale del Lavoro, nelle stesse ore in
cui venivano pubblicati gli elenchi ufficiali dei circa 9 mila ammessi
alle prove scritte dell’esame per dirigenti scolastici emesso dal
Formez (a tal proposito l’Anief ha comunicato che c’è ancora qualche
giorno di tempo per ricorrere ed “intercettare la nuova Camera di
Consiglio del 6 dicembre” confermando che “le prove scritte sono
previste per metà
dicembre”).
Secondo l’associazione dei consumatori i presidi incaricati, da almeno
tre anni, sono stati del tutto dimenticati dal Miur. Per loro nella
fase preselettiva del concorso non è infatti stata prevista alcuna
corsia preferenziale. L'esperienza maturata come presidi incaricati
verrà considerata solo per coloro che supereranno le prove scritte. E
ciò malgrado abbiano “svolto le loro funzioni nel pubblico impiego per
anni, senza ottenere nè la ricostruzione della carriera ai fini
retributivi e previdenziali, nè tantomeno la stabilità del posto di
lavoro”. Per il Codacons siamo di fronte ad una “lacuna organizzativa
del Ministero” che “non può essere ripagata in questo modo!”.
I legali dell’organizzazione guidata da Carlo Rienzi sono andati a
spulciare quanto prevede il diritto comunitario a proposito della
conversione in ruolo dei contratti a tempo reiterati per almeno
trentasei mesi. Ma non solo: dei vizi legali sarebbero stati
riscontrati anche a proposito dell'organizzazione del reclutamento
secondo il principio della non discriminazione e del non abuso del
contratto a tempo, nonchè del riconoscimento di tutti i diritti
connessi alle mansioni svolte.
Insomma, per il Codacons questi docenti prestati per anni alla funzione
di ds avrebbero i requisiti per “predisporre un'azione legale innanzi
al Tribunale del lavoro per ottenere (finalmente!) il sacrosanto
riconoscimento del diritto all’immissione definitiva in ruolo, con
conseguente ricostruzione della carriera ai fini previdenziali,
pensionistici, di anzianità e retributivi, e condanna della P.A. al
pagamento delle differenze retributive, anche a titolo di risarcimento
del danno complessivamente subito, ivi compreso il danno non
patrimoniale”.
Motivazioni simili sono alla base del ricorso, sempre del Condacons
contro il Miur, presentato per l’assunzione a titolo definitivo di una
docente precaria da 24 anni di San Donato Milanese (Milano). La donna,
nata nel 1965, ha presentato la domanda per l`inserimento in
graduatoria nel 1987. Da allora ha sempre prestato servizio negli
istituti scolastici in modo discontinuo, attraverso supplenze e
contratti a termine. Oltre all’assunzione definitiva si chiede per lei
anche un risarcimento di 40 mila euro. Un’iniziativa, quest’ultima, che
rientra nelle circa 2.000 adesioni da parte dei precari della scuola ai
ricorsi collettivi promossi dallo stesso Codacons dinanzi ai Tribunali
del Lavoro.
(da Tecnica della Scuola di A.G)
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