Una scuola che
consenta una reale integrazione agli studenti diversamente abili è
ancora là da venire. Quest’anno sono 94mila gli insegnanti di sostegno,
una cifra record secondo la ministra Gelmini, a fronte di una
popolazione scolastica di oltre 200mila studenti disabili. Secondo il
coordinamento italiano degli insegnanti di sostegno, invece “la scuola
dell’integrazione dei bambini con diverse abilità è messa
drammaticamente in discussione dalle scelte operate in questi anni dal
governo di centro-destra”. Per quali ragioni? Tanto per cominciare,
spiega il coordinamento “la scuola per gli alunni disabili non inizia a
settembre”. E ancora: le classi sono sempre più affollate con più di un
alunno disabile grave; gli insegnanti di sostegno si riducono di anno
in anno rispetto alle reali necessità degli alunni disabili; le risorse
dedicate alla formazione degli insegnanti curricolari e di sostegno
sono “inesistenti”; la rete denuncia inoltre la “perdurante assenza
della continuità didattica, l’irrisolta questione della assistenza
igienica e degli assistenti alla autonomia e alla comunicazione. In
questo contesto la scuola dell’inclusione e gli alunni con disabilità –
concludono i docenti – diventa un peso insostenibile e non una risorsa
per l’intero sistema scolastico”. L’associazione “Tutti a scuola”, che
lavora proprio sui temi della disabilità, ha organizzato una
manifestazione, proprio ad inizio anno scolastico, lo scorso 14
settembre a Roma, in Piazza Montecitorio.
“Nella scuola a fronte della presenza di oltre 200.000 alunni con
diverse abilità, dei quali il 90% con deficit intellettivo e/o
sensoriale – denuncia “Tutti a scuola” – la politica di questo governo
si è caratterizzata nella scelta assurda di riempire le classi a
dismisura, inserendo nelle stesse più di due alunni disabili e
riducendo il numero di insegnanti specializzati che risulta ampiamente
al di sotto delle “effettive esigenze del bambino con diverse abilità”,
contraddicendo la sentenza n. 80 della Corte Costituzionale del
febbraio 2010.
La condizione di illegalità costituzionale che il governo del ministro
Gelmini sta conducendo per la scuola dei disabili – prosegue la Onlus –
è anche rilevabile dagli assurdi artifici giuridici che i burocrati del
ministero hanno escogitato: la connotazione di gravità è diventato un
requisito indispensabile per ottenere il sostegno scolastico ( si badi
bene di gravità al 90%, non di invalidità ) e, sul versante
patrimoniale, l’ introduzione di una intollerabile contributo economico
che i familiari dei disabili sono obbligati a versare per ottenere
quando già loro riconosciuto come diritto soggettivo naturale dal Tar
di competenza (circa 300 euro).
Se si considera che non si investe un euro nella formazione e
nell’aggiornamento degli insegnanti curricolari e di sostegno si
comprende come il ricorso ai Tar di tutta Italia rimarrà sempre più
l’unico strumento a disposizione dei genitori per consentire ai loro
figli disabili di frequentare la scuola pubblica.
Tralasciamo – conclude la nota dell’associazione – le considerazioni,
che pure meriterebbero attenzione, sulla condizione dei disabili (meno
del 3 % degli oltre 200.000), nelle scuole paritarie”. La ministra
Gelmini si difende dichiarando che quest’anno la scuola italiana potrà
contare su 3.500 docenti di sostegno in più e ricordando che quest’anno
“abbiamo toccato il picco più alto nel numero dei docenti di sostegno
che, in tutto, sono 94 mila”. Sul sostegno le “polemiche sostituiscono
le opinioni ai numeri”, secondo la ministra, che conclude: “Ci possono
essere casi in cui il docente di sostegno viene dato con superficialità
mentre poi manca dove c’è bisogno. Invito tutti a verificare i dati
dell’ufficio statistico anche sul tempo pieno: sono 170 mila in più i
bambini che avranno il servizio”.
dal sito www.figliefamiglia.it