Quello che colpisce, però, sono gli sguardi dei colleghi “a rischio”: non più nervosi o arrabbiati, ma ormai rassegnati, apatici quasi disinteressati o consapevoli che comunque, se salvi, si tratta solo di rimandare l’agonia di un anno.
Questo è lo stato d’animo con il quale si affronta l’inizio del nuovo anno scolastico.
Anche oggi i “prigionieri” delle graduatorie si raggruppano per le loro classi di concorso attendendo le sentenze che da lì a poco potranno decidere del loro futuro.
Anche oggi i fortunati che vengono chiamati, sfilano a testa bassa, quasi vergognandosi, davanti ai colleghi che ormai non hanno più la forza di dire nient’altro che -<
Meritocrazia, che bel vocabolo da usare per una categoria di lavoratori che è costretta a barcamenarsi tra leggi e decreti alla ricerca del modo per accumulare punti (spesso in maniera realmente squalificante) per sopravvivere alla lotteria delle graduatorie e sperare che nel frattempo un qualche “sindacato” non promuova il solito ricorso che vanifichi anche questi mezzucci da mercato rionale.
Ri..sfilo anch’ io, alla chiamata del mio nome e quando esco dalla stanza con il fatidico pezzo di carta che mi consente di respirare ancora un anno, capisco come è cambiata la nostra vita. Colleghi, amici, compagni di mille avventure, niente più conta in questi momenti. Il gioco della “Roulette Russa” colpisce nuovamente dividendo tutto è tutti.
Ed è così che, senza voltarmi indietro, mi avvio ad iniziare un altro anno di scuola durante il quale dovrò parlare di diritti, doveri, solidarietà, famiglia, educazione, legalità, è dovrò farlo mentendo su quello che realmente la vita futura potrebbe riservare loro, una vita dove come nel film “Il Cacciatore”, saranno costretti a giocare alla “Roulette Russa” mentre i carcerieri scommettono su chi sopravvive.
Proprio come succede a noi, ogni anno, ogni fine Agosto, alla ricerca di “quella Sporca, Ultima….Cattedra”
Giuseppe Crisà
giuseppe.crisa@istruzione.it