Lo prevede il
5° comma dell'articolo 19 della manovra finanziaria che è già in
vigore; ma l'applicazione delle nuove regole creerebbe difficoltà non
da poco. In Campania le scuole sottodimensionate sono 300 e ci sarebbe
un esubero di 150 dirigenti. Stanno creando non poche difficoltà e
perplessità le norme contenute nei commi 4 e 5 dell’articolo 19 della
recente manovra finanziaria relative al dimensionamento delle
istituzioni scolastiche.
Ne danno prova le due note emanate dal Miur a distanza di poche ore
l’una dall’altra: con la prima si invitavano i direttori regionali a
rendere immediatamente disponibili per reggenze tutte le scuole
sottodimensionate mentre con la seconda si precisava che per il
2011/2012 i dirigenti in servizio su tali scuole possono rimanere nella
propria sede, per ragioni di “continuità
direttiva”.
Intanto in qualche regione, subito dopo la pubblicazione della prima
nota, i dirigenti scolastici interessati sono stati individuati come
perdenti posto e invitati a scegliere una nuova sede, ma poche ore dope
sono arrivate le smentite e le correzioni.
Ma quante potrebbe essere, in concreto, le scuole coinvolte da quello
che in molti stanno già definendo un vero e proprio tsunami ?
Si parla di qualcosa come 1.800 istituzioni scolastiche che
rischierebbero la riorganizzazione: per 300 di esse non ci sarebbe da
discutere molto in quanto si tratta di istituzioni scolastiche che
hanno persino meno di 300 alunni (35 sono nelle regioni del nord, più
di 200 al sud e nelle isole); 1.500 scuole invece hanno tra i 300 e i
500 alunni: in teoria potrebbero sopravvivere, ma non avrebbero più
diritto di avere un dirigente scolastico e si dovrebbero accontentare
di un reggente.
I dati mettono in evidenza che il fenomeno delle scuole
sottodimensionate è tipico di alcune regioni e che in qualche provincia
è addirittura una regola.
In Campania, per esempio, sono concentrate quasi 350 scuole fuori
regola: più di 60 con meno di 300 alunni, le altre con un numero di
alunni compreso fra 300 e 500.
In questa regione l’applicazione delle nuove regole comporterebbe
problemi e difficoltà a non finire, dal momento che le sedi attualmente
libere sono solamente 150.
Ma ci sono anche i casi della Sicilia (più di 200 scuole
sottodimensionate, di cui una trentina con meno di 300 alunni), della
Calabria (180, con 35 a meno 300 alunni), della Puglia (quasi 200
scuole).
Parecchi problemi potrebbero esserci anche nelle piccole regioni
dell’Abruzzo (80 scuole non in regola) e del Molise (una cinquantina).
Nelle regioni del nord la situazione sembra sotto controllo anche se in
Piemonte e in Lombardia si contano una settantina di scuole con un
numero di alunni inferiore a 500: ma in queste due regioni i posti
vacanti sono diverse centinaia.
Molti sperano comunque che la norma venga modificata in fase di
conversione in legge del decreto. L’ipotesi più probabile è che la
norma resti ma che vengano definiti tempi più distesi per la sua
applicazione. (di Reginaldo Palermo da La ecnicaDellaScuola)
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