Mai la
scuola ha vissuto un periodo di così certa incertezza; e non solo sul
versante della riforma, ma soprattutto su quello dei docenti che ad
ogni pur minimo starnuto della ministra Gelmini avvertono tempeste. E a
ragione, e sia per i professori di ruolo e sia per i precari ai quali
si aggiunge il personale Ata. A parte le diffidenze per la manovra
finanziaria, un angolo di ansia riguarda il ritardo del bando di
concorso per 2380 posti di dirigente che, promesso entro fine giugno,
ora dovrà essere prima discusso, il prossimo 5 luglio, con le
organizzazioni sindacali. Perché questo ripensamento? Forse perchè è
previsto l’accorpamento di quasi 4mila istituti e quindi molte
presidenze salteranno con la segreteria? E perché spendere 47milioni di
euro per un concorso al quale parteciperanno 150mila docenti ma per
posti che sicuramente saranno ancora dimezzati? Infatti finora non è
data sapere la ripartizione del contingente per ciascuna regione,
mentre le scuole con meno di 500 alunni avranno la reggenza e quelle
non accorpabili, di montagna, un preside a tempo parziale. Incertezze
alle quali si aggiungono quelle sugli scatti di anzianità e il
contratto di lavoro che si prevede rimangano bloccati per un altro
anno, fino al gennaio 2014 oltre ai tre già decisi con la finanziaria
dell’anno scorso. Contestualmente l’accorpamento di molte classi di
concorso fa intravedere il licenziamento di parecchi docenti di ruolo
che si aggiungeranno alla schiera dei precari, chiamati perfino per gli
esami di stato o a ricoprire posti vuoti, ma poi cacciati quando non
fanno più comodo. E sempre nei campi della incertezza sembra pure
aggirarsi una bufala, portata o dalla CislScuola, che giura per
l’assunzione per quest’anno di circa 65mila precari, o dall’Anief, che
dubita perfino della gradualità triennale della loro nomina: chi tiene
la bufala al guinzaglio? E in attesa di sapere un contingente di 20mila
abilitati in scienza della formazione e strumento musicale ha messo le
tende davanti a Montecitorio per protesta, dopo la beffa di vedersi
riconosciuto un emendamento, che consentiva di passare nelle
graduatorie a esaurimento, ma che poi per misteri ministeriali è stato
cassato. Ma l’incertezza principe fungheggia nei ritardi che stanno
accumulando gli uffici periferici nella stesura della graduatorie a
danno delle nomine e di un inizio d'anno regolare.
Pasquale
Almirante - La Sicilia del 3 luglio 2011