In 3 anni sono
stati cancellati 44.500 posti ATA, in più i risparmi realizzati non
sono stati reinvestiti nelle scuole o nel sistema
istruzione/formazione, creando difficoltà al funzionamento ordinario. E
ora incombe l'ulteriore taglio di 14.166 posti per il prossimo anno.
Il lavoro aumenta, dunque, ma le condizioni di lavoro peggiorano, il
salario diminuisce (blocco degli scatti, blocco del contratto, mancato
pagamento dell'una-tantum, aumento del costo della vita), molti precari
non avranno più il rinnovo del contratto di
lavoro.
In molti casi i laboratori non potranno essere utilizzati per
mancanza di personale tecnico.
Le molestie burocratiche tormentano Dsga, amministrativi, dirigenti e
docenti (Invalsi, voti scrutini primo quadrimestre, curriculum
professionale docenti, dati iscrizioni alle superiori, permessi L. 104,
rilevazioni finanziarie, compilazione graduatorie). Apertura e chiusura
delle sedi scolastiche, vigilanza su alunni e studenti, assistenza agli
alunni con disabilità, supporto all'attività didattica, pulizia dei
locali sarà un'impresa titanica, dato l'organico ridotto ai minimi
termini dei collaboratori scolastici.
Le incongruenze e l'improvvisazione con cui sono state stilate le
tabelle sugli organici, lungi dal razionalizzare e creare efficienza,
provocano confusione come dimostra l'aumento del contenzioso con le
famiglie e tra i lavoratori.
La gravità e la casualità di questi tagli, che pesano sulla qualità del
servizio, sul diritto allo studio e sulla sicurezza, hanno indotto il
Tar Lazio, sulla base del ricorso FLC, a sollevare la questione di
legittimità davanti alla Corte Costituzionale. (da Flc-Cgil)
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