Esplode lo
scandalo delle ispezioni ministeriali previste dalla finanziaria.
Tremonti e la Gelmini vogliono scovare i falsi disabili che si fanno
dare sostegno a scuola. Ma casi del genere non se ne sono mai
verificati. Lo denuncia Bechis su Libero. (da
http://www.ilfattoquotidiano.it/)
La manovra “da pazzi” di Giulio Tremonti “insulta i disabili e le loro
famiglie”. Oggi sul quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, è Franco
Bechis ad attaccare la finanziaria che, se approvata, prevede tra
l’altro anche “l’invio di agenti speciali del governo (in questo caso
dirigenti Inps) nelle commissioni mediche che devono certificare
l’esistenza di un handicap dei bambini per dare loro diritto a un
insegnante di sostegno”.
Che in passato, peraltro già decurtati in organico. E’ tutto scritto
nel comma 6 del capitolo sulla razionalizzazione della spesa relativa
all’organizzazione scolastica.
Un vero e proprio accanimento nel sospetto che siamo proprio i disabili
a truffare lo Stato. Contro il passaggio della manovra non è insorto
nemmeno il ministero dell’Istruzione che, già con la riforma, aveva
deciso di colpire la parte più vulnerabile tagliando gli insegnanti di
sostegno e per questo è stata condannata due volte per discriminazione.
Mariastella Gelmini, leggiamo su Libero, “con un ardore che sarebbe
stato degno di migliore causa” ha infatti commentato così la
formulazione del comma: “In passato si sono definite disabilità in
maniera disinvolta e non corretta”. Che cosa significa? Semplice,
scrive Bechis: “Tremonti e la Gelmini hanno identificato i bambini con
handicap gravi e le loro famiglie a dei falsi invalidi da prendere a
pedate nel sedere”. E sfida i ministri di questo governo, che non sa se
“sanno quello che fanno e magari anche quello che dicono”: “Vorrei che
loro mi citassero non decine – scrive -, ma un solo caso di una
famiglia che abbia fregato lo stato sull’handicap del proprio figlio
non per avere un’indennità o chissà quale altro finanziamento, ma
semplicemente per avere diritto a un insegnante di sostegno a scuola”.
La situazione, a prescindere dall’approvazione dei controlli, è
drammatica anche secondo Toni Nocchetti, presidente dell’associazione
Tutti a scuola. “La manovra di Tremonti lascia intendere tra le righe
che si tratta del più grande taglio della storia degli insegnanti di
sostegno”, afferma. Infatti, prosegue, “su 90mila insegnanti di
sostegno ne mancano 57mila perché il nostro fabbisogno nazionale è di
147mila”. E aggiunge: “A fronte di questo ci troviamo dinanzi a un
taglio di oltre 33mila di loro che si traduce nella liquidazione della
scuola dell’integrazione”.
Nocchetti non è indignato per gli ispettori ventilati da Tremonti,
anzi: “Vogliono metterli nelle commissioni? Che lo facciano. Così si
renderebbero conto che non esiste un solo genitore che chiede il
riconoscimento della disabilità del proprio figlio”. Quindi i
controllori potrebbero provocare l’aumento degli insegnanti di
sostegno? “Paradossalmente sì, visto che in Italia ci sono 200mila
bimbi invalidi, di cui 160mila con disabilità intellettiva. Ma di
questo la politica non si occupa”. E, sottolinea, dato che è
“impossibile diminuire gli sprechi dei parlamentari e abolire le
province” allora è più facile prendersela con l’anello debole. “Sono
preoccupatissimo. Non siamo affidati a dei banditi, ma a persone che
non hanno più idee. 35mila incaricati annuali perdono il lavoro e il
dramma ricade su 100mila disabili. Se vogliono fare accertamenti di
persona, meglio così. Ma è possibile che un bimbo con la sindrome
genetica di Down debba fare controlli ogni tre anni? Questa è
un’oscenità”.
In linea con Nocchetti, Bechis domanda ai ministri se conoscono “la
vergogna, lo strazio, la difficoltà anche solo di segnalare alla scuola
un handicap di un proprio figlio che non sia evidente e inutile da
confessare”. E osserva che “mandare i propri giannizzeri a controllare
che non freghino sull’handicap dei figli”, non è un insulto a quelle
famiglia ma a “tutti gli italiani”, che non sono considerati come la
“risorsa principale di un popolo e la crescita del paese, ma un branco
di furbi e furbastri a cui dare una sonora lezione”. E se per farlo
bisogna colpire i disabili, il governo è disposto a metterci la firma.
redazione@aetnanet.org