Due nuovi super elicotteri per Berlusconi:
50 milioni di euro l'uno, tutti pagati dai contribuenti. Più di trenta
aerei a disposizione del governo, sempre a spese nostre. E 8.500 ore di
volo nel 2010, il massimo di sempre: per soddisfare ogni capriccio di
ministri, viceministri e sottosegretari. Ecco tutti i numeri
della vergogna. (di Gianluca Di Feo da L’Espresso)
(Come linea editoriale ci siamo
imposti di interessarci solo di questioni che riguardano la scuola, ma
di fronte ai preannunciati tagli e ai fondi già “segati” -come dice
Polibio- alla istruzione una notizia come questa non potevamo non darla)
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Il regalo potrebbe venire consegnato a fine settembre, giusto in tempo
per festeggiare il suo settantacinquesimo compleanno: un dono coi
fiocchi, degno dell'anniversario speciale. Anche perché a pagarlo
saranno tutti gli italiani, che hanno contribuito ad acquistare il
nuovo elicottero presidenziale di Silvio Berlusconi. Alla faccia dei
tagli e del rigore, sulla pista di Ciampino atterrerà uno sfavillante
Agusta-Westland Aw-139 con interni in pelle e optional hi-tech: la
nuova ammiraglia del trasporto di Stato. Un gioiello potente,
silenzioso, sicuro e lussuoso che offre a cinque passeggeri il meglio
del meglio, dall'aria condizionata agli schermi al plasma. E il Papi
One non resterà solo: confermando la passione del Cavaliere per le
gemelle emersa dall'inchiesta sul bunga bunga, nel giro di qualche mese
sarà raggiunto da una seconda fuoriserie dei cieli. Un altro Aw-139,
con lo stesso sfarzo e qualche poltrona in più per addolcire le
trasferte di governo con lo staff di consiglieri (e spesso segretarie
molto particolari). La coppia di macchine dovrebbe costare intorno ai
50 milioni di euro, ma il contratto è stato abilmente nascosto nei
bilanci, come accade per tutta la contabilità dei jet di Stato
diventati il privilegio supremo della politica.
Potersi imbarcare sugli aerei blu è lo status symbol numero uno, con la
corsa di ministri e sottosegretari a prenotare decolli illimitati. Nel
2010 lo stormo che si occupa delle trasferte governative ha bruciato
quasi 8.500 ore di volo, segnando un nuovo record dello spreco di
denaro pubblico: è come se ci fosse stato un velivolo sempre in cielo,
notte e giorno, senza sosta per un intero anno. Un viaggio ininterrotto
lungo 365 giorni: quanto basta per andare su Marte e tornare indietro.
Un paragone ridicolo? Anche i nostri politici spesso ordinano missioni
assurde: «Per due volte un membro dell'esecutivo ha preteso un jet che
lo portasse da Milano Linate a Milano Malpensa. Il Falcon è partito da
Roma Ciampino, è atterrato a Linate per caricare l'autorità e ha
compiuto la trasferta di cinque minuti per poi rientrare nella
capitale. Una spesa senza senso solo pe
La manovra che riesce meglio ai ministri è proprio quella che ogni
weekend li fa atterrare accanto a casa. Mentre il costo di questi sfizi
d'alta quota resta un mistero, protetto dai burocrati di casta. Il
valore commerciale delle ore di volo - ossia quello che si pagherebbe
per noleggiare gli stessi aerei da una compagnia privata - è di oltre
100 milioni di euro l'anno. Ma sull'amministrazione pubblica pesano
soltanto carburante, ricambi e manutenzione per un totale che dovrebbe
comunque superare i 60 milioni.
Non solo: i politici viaggiano due volte a sbafo. Palazzo Chigi si
dimentica di rimborsare le somme spese dall'Aeronautica. E non si
tratta di cifre secondarie: lo studio della Fondazione Icsa, il più
importante think tank italiano di questioni strategiche, mostra un
debito di ben 250 milioni di euro. L'analisi presentata dal generale
Leonardo Tricarico, ex comandante dell'aviazione ed ex consigliere di
Berlusconi, evidenzia come in un decennio la presidenza del Consiglio
si sia lasciata alle spalle una montagna di quattrini anticipati dai
militari per le trasferte ufficiali e le gite dell'esecutivo. Solo lo
scorso anno l'Aeronautica si è accollata 25 milioni di euro per i
viaggi a scrocco; nel 2009 sono stati 23 milioni e nel 2008 altri 20,
quasi tutti sborsati dopo il ritorno di Silvio al potere. Il primato
risale al vecchio esecutivo del Cavaliere, con i 30 milioni regalati
nel 2004 per i decolli frenetici della campagna elettorale delle
Europee che videro il trionfo del centrodestra.
Ma queste somme rappresentano soltanto una parte dello sperpero
alimentato dagli habitué dei voli blu: sono l'extra dell'extra. Ogni
dicembre la Difesa preventiva uno stanziamento molto frugale per l'anno
successivo, assecondando i buoni propositi di Giulio Tremonti: per il
2011 sono stati ipotizzati 4 milioni. Una cifra beffarda, che basta
appena per qualche mese di combustibile. Così a giugno si rifanno i
calcoli e si cerca di ripianare le fatture per lo sfrecciare dei
politici alati. Che sono più veloci dei fondi e si lasciano una scia di
euro bruciati oltre tutti i limiti. Nel 2009 ci sono state 1.963
"missioni di Stato": più di cinque al giorno, includendo sabati e
domeniche. Un attivismo impressionante, proseguito nel primo trimestre
2010 con altre 486 spedizioni. Impossibile decifrare quale sia stata la
spesa globale: si ritiene che nell'ultimo decennio abbia superato di
gran lunga gli 800 milioni.