I precari della
scuola si coalizzano contro le norme del decreto sviluppo e decidono di
tornare ancora una volta in piazza: lo faranno oggi, a partire dalle
14, con un presidio permanente in programma davanti a Montecitorio.
Secondo gli organizzatori della protesta, che hanno deciso di
costituirsi nello slogan 'Precari uniti contro i tagli' e di
conseguenza di tenere lontani dal presidio i riferimenti
politico-sindacali, il decreto, su cui la Camera dovrà esprimere la
fiducia lunedì "contiene norme che, contrariamente a quanto
propagandato dal governo, contribuiscono ad affossare" gli oltre
240mila docenti e almeno 50mila Ata inseriti nelle graduatorie
provinciali.
Tra i punti del dl, in via di approvazione, contestati dai precari
figura la loro esclusione dagli effetti derivanti dalla "normativa
europea che impone l'assunzione (a tempo indeterminato ndr) dopo tre
anni di lavoro. In compenso - continua la nota del comitato - i tagli
proseguono inesorabili: è in corso la terza tranche dei 150.000 tagli
agli organici e degli 8 miliardi ai finanziamenti imposti dalla
Finanziaria del 2008". Il riferimento è all'annunciata eliminazione, da
parte dell'amministrazione, di circa 19mila cattedre ed altri 15mila
posti come amministrativi, tecnici ed ausiliari: per
l'ufficializzazione dei dati è ormai questione di poche settimane.
Il presidio si svolgerà senza riferimenti politici o sindacali,
da cui i precari intendono prendere le distanze. "Invitiamo tutti i
cittadini - sottolineano - a partecipare senza bandiere o segni
distintivi di sindacati e partiti politici. Chiediamo a tutti i precari
che parteciperanno al presidio di non cadere nel bieco tranello della
politica che mira ad alimentare divisioni tra lavoratori con false
promesse corporative". (TMNews)