Lettere in redazione
La questione che in queste ore interessa decine di migliaia di docenti
è quella relativa al bonus proposto da un emendamento bipartisan Lega –
PD, per attribuire un punteggio aggiuntivo a chi decide di permanere
nella provincia scelta nel 2007. Questo emendamento nasce dalla volontà
di alcuni partiti di difendere chi da anni permane in una specifica
provincia tanto del nord quanto del sud, in attesa dell’agognato ruolo.
Poiché il Miur ha deciso di riaprire le Gae concedendo la possibilità
di trasferimento libero a tutti quelli che ne hanno fatto richiesta,
questo comporterà inevitabilmente lo stravolgimento di intere
graduatorie scolastiche, che vuol dire di intere vite e famiglie.
Famiglie di docenti che non sapranno se dopo anni di immensi sacrifici
potranno conservare un posto di lavoro, e famiglie di alunni, che non
sapranno se l’anno prossimo potranno coltivare la speranza di
continuare ad avere almeno parte degli stessi insegnati che hanno
seguito i loro figli in un percorso di crescita umana e culturale, di
per sé, molto complicato.
Adesso la proposta del bonus di certo non allevia l’entità del
problema, ma quanto meno permette di difendere in parte, tutte quelle
famiglie che dal 2007 ad oggi hanno fatto una scelta convinti che fosse
l’ultima, definitiva traslocazione di pacchi e figli in attesa del
definitivo ruolo. Dopo quattro anni qualcuno ci viene a dire che quella
scelta non vale più, perché un cavillo ha definito quella legge
incostituzionale. Con grande rammarico abbiamo appreso dell’apertura
delle gae col trasferimento indiscriminato, senza alcuna logica di
razionalizzazione del trasferimento stesso, e ancora, qualcuno dice che
anche il bonus è fuori legge, qualsiasi cosa sia pensata e proposta per
dare un po’ di stabilità al mondo della scuola è fuori legge. Io sono
un docente meridionale, che ho sempre seguito le leggi dello stato, e
mai nessuno potrà permettersi di dirmi che sono un fuori legge, e il
mio diritto al lavoro va salvaguardato come quello di tutti gli altri.
Nel 2007 tutti abbiamo fatto una scelta giusta o sbagliata che fosse,
l’abbiamo fatta, e con noi l’hanno fatta mogli figli e mariti, e adesso
non vale più nulla. Non si può ragionare in questi termini, perché il
mutuo della mia casa l’ho fatto seguendo la legge, ho iscritto mio
figlio al nido seguendo la legge, ogni mattina mi alzo alle sei
seguendo la legge, pago le tasse fino all’ultimo centesimo seguendo la
legge, ho sempre lavorato nella scuola pubblica statale seguendo la
legge, e ossequiando ogni cavillo legislativo. Io sono un docente
meridionale, e il bonus di permanenza in graduatoria serve a me alla
mia famiglia per continuare a vivere secondo la legge di questo stato.
È stato concesso il trasferimento a tutti, adesso che ci sia tutela per
tutti coloro che seguendo una legge dello stato, hanno fatto delle
scelte, maturato diritti, aspettative, e soprattutto il mio posto di
lavoro deve essere tutelato al pari degli altri. E che la si smetta di
parlare di guerra nord contro sud. È l’ennesimo colpo basso di quanti
si nascondono dietro un dito. Il problema vale per il docente di Enna
che teme di essere scavalcato in graduatoria dal collega di Catania,
come quello di Monza che verrà scavalcato dal collega di Milano. Se poi
volgiamo continuare a fare retorica che lo si faccia pure, ma io,
meridionale al nord, non ci sto a subire le ingiurie quotidiane di
quanti continuano in questa scellerata logica.
Marco De Marchi
dumas93@hotmail.com