A volte
le informazioni televisive sull’elettronucleare sono poco formative,
non tutte le notizie che si trovano sul web sono correttamente filtrate
nei contenuti, e anche la didattica scolastica, stretta da una logica
di tagli, non riesce a raggiungere obiettivi di conoscenza e
competenza, che erano facilmente centrati qualche lustro fa.
In queste condizioni divulgative è utile, e forse necessario, fornire
una sintesi informativa sull’argomento, in altre parole proporre una
sorta di “Bignami” dell’elettronucleare. Giovedì 28 aprile 2011 in una nota
trasmissione in prima serata su Rai Due si è parlato di referendum sul
nucleare.
La presenza di un professore
universitario che asseriva l’estrema sicurezza delle centrali
elettrotermonucleari di terza generazione, schernendo l’alternativa
energetica del fotovoltaico come una “truffa”, ha attratto la mia
attenzione in quanto tali affermazioni erano in netta contrapposizione
con quanto da me scritto nell’articolo “Riflessioni in classe sul
nucleare: cosa è accaduto a Fukushima?” pubblicato il giorno
dopo sulla Home page di Education 2.0; in altre parole affermazioni in
antitesi con il fatto che non esistono centrali elettronucleari
sicure,ma solo innovative. Questa divergenza tematica, nei giorni
successivi, ha scatenato la curiosità dei miei studenti, sfociata in
una serie di domande a chi scrive, che costituiscono la base di un
“Bignami” sull’elettronucleare proposto di seguito. A tal proposito
sono state scelte le dieci domande più interessanti, utili per
rispondere agli interrogativi che ogni cittadino si pone alla vigilia
di un referendum sul ritorno del nucleare. Vediamo le dieci domande con
relative risposte:
1) Qual è la differenza tra Kw e Kwh?
2) Quanto costa e quanto dura una centrale elettronucleare?
3) Cosa sono le generazioni degli impianti elettronucleari?
4) Di quale generazione sono gli impianti elettronucleari attuali?
5) Quanto pesa il nucleare estero sul fabbisogno energetico italiano?
6) Quanto tempo occorre per costruire una centrale elettronucleare?
7) Qual è il consumo di energia elettrica in Italia?
8) In caso di grave incidente nucleare si può decontaminare il suolo
dalle radiazioni?
9) Quali sono i tempi di dimezzamento radioattivo?
10)Dove si trovano le centrali elettronucleari più vicine all’Italia?
Le risposte sono rispettivamente:
1) Il KiloWattora (kWh) è il prodotto della potenza, kW, per il tempo
(ore, h), quindi è una unità di misura del lavoro (non della potenza),
svolto in 1 ora da una macchina di potenza pari a 1 kW, ovvero a
3.600.000 J (1 Kwh = 1000 W x 3600 s = 1000 J/s x 3600 s = 3.600.000 J
)
2) Per una centrale elettronucleare EPR (European Pressurized Reactor o
Evolutionary Power Reactor) da 1600 MW le previsioni di costo sono
circa 4/5 miliardi di euro, mentre per una centrale AP1000 (prodotta
dalla Toshiba-Westinghouse Electric Company) da 1100 MW sono intorno ai
3 miliardi di euro. La vita di una centrale elettronucleare per modelli
di prima e seconda generazione è 35/40 anni, che oggi si stanno
prorogando a 60 anni; mentre i modelli di terza generazione sono
progettati per durare 60 anni.
3) Le generazioni degli impianti elettronucleari sono una
classificazione arbitraria, utilizzata per una suddivisione dei vari
reattori, poiché tra di esse che non c’è un vero salto tecnologico
(come il fatto di passare in elettronica dalle valvole ai transistor),
ma solo una evoluzione. Gli N4 ed i KONVOI, genitori dell’EPR, sono ad
esempio di seconda generazione.
4) Oggi nel mondo sono in funzione solamente centrali di seconda
generazione, qualcuna di terza mentre quasi tutti i reattori di prima
generazione sono stati spenti (rimane qualche Magnox nel Regno Unito) e
quelli di terza+ sono in costruzione.
5) Secondo i dati di Terna, l’Italia acquista dall’estero circa 44.000
Gwh di energia, di cui. 10.701 Gwh dalla Francia, 24.473 dalla Svizzera
e 6.712 dalla Slovenia; poiché la Francia produce il 75,17%
dell’elettricità con il nucleare, la Svizzera il 39,50% e la Slovenia
circa il 38%, importiamo circa 8.000 Gwh di energia elettrica prodotta
dalle centrali nucleari francesi, 9.700 Gwh dalle centrali svizzere e
2.550 Gwh dall’unica centrale slovena. Dividendo questi valori per il
nostro fabbisogno nazionale lordo, otteniamo che il 2,5% del fabbisogno
nazionale è coperto dal nucleare francese, il 3,05% dal nucleare
svizzero e lo 0,8% da quello sloveno.
6) La sola costruzione di una centrale elettronucleare impegna
mediamente 50 mesi; se consideriamo anche le autorizzazioni, trovare il
sito, approvare la tecnologia del reattore, si può arrivare a circa 10
anni. Per i successivi reattori questi tempi morti diminuiscono ( ad
esempio se si progettano 2 reattori uguali non si deve riapprovare la
tecnologia; se si usa un unico sito non si deve farne approvare un
altro).
7) Nel 2009 il consumo elettrico è stato di circa 320 TWh
(TeraWatt-ora).
8) Una soluzione è quella di piantare girasoli intorno alla centrale
elettronucleare per ripulire il suolo contaminato. Questo processo si
chiama fitorimediazione ed è una proposta ecologica avanzata da un
gruppo di ricercatori della Japan Aerospace Exploration Agency (JAXA).
Le radici dei girasoli possono assorbire grandi quantità di cesio
radioattivo, e il loro smaltimento potrebbe avvenire usando particolari
batteri, gli stessi impiegati per fare il compost. La decomposizione
batterica permetterebbe di ridurre la massa dei girasoli a circa l’1%
del volume originale, e i resti sarebbero poi trattati come veri e
propri rifiuti nucleari.
9) I tempi di dimezzamento radioattivo sono: per U-235 (uranio ) 4,5
miliardi di anni, per Pu-239 (plutonio) 24.000 anni, per Cs-137 (cesio)
30 anni, per Co-60 (cobalto) 5,7 anni, per Sr- 89 (stronzio) 51 giorni
e infine per I-131 (iodio) 8 giorni.
10)Le tre centrali nucleari più vicine all’Italia sono in Francia a
Creys-Malville (regione dell’Isère), in Svizzera a Mühleberg (vicino a
Berna) e in Slovenia a Krško, verso il confine con la Croazia.
Creys-Malville è a circa 100 Km in linea d’aria dalla Valle d’Aosta, a
250 Km da Torino e a 350 Km da Milano. Mühleberg dista circa 100 Km dal
confine piemontese e 220 Km da Milano. Krško è a 140 Km da Trieste.
Ecco confezionato un mini “Bignami”
sul nucleare, che grazie all’interesse ed alla partecipazione in classe
dei miei studenti, può rendere più consapevole, se fosse necessario, il
prossimo voto referendario.
(da Educazionepuntozero)
Aldo Domenico
Ficara
aldodomenicoficara@alice.it