L'adida e il
direttivo esprimono shock e amarezza nell'apprendere che a Torino
con delibera comunale, sulla base della legge Brunetta*, si tagliano
fuori i precari della scuola municipale con più di 36 mesi di servizio
per evitare i ricorsi per la stabilizzazione come previsto dalla
direttiva comunitaria (1999/70/CE). Il fine essenziale della direttiva
comunitaria è di prevenire gli abusi derivanti dalla successione di
contratti a termine considerando che i contratti di lavoro a tempo
indeterminato rappresentano la forma comune dei rapporti di lavoro e
contribuiscono alla qualità della vita dei lavoratori interessati e a
migliorare il rendimento.
Il beneficio della stabilità dell’impiego è inteso come un
elemento portante della tutela dei lavoratori. A tale proposito,
facciamo comunque sapere che il Sindacato CUB ha manifestato
l'intenzione di intraprendere un ricorso a favore dei docenti torinesi
che dovessero sentirsi danneggiati e/o minacciati dall'emanazione di
tale atto.
Nel contempo un'altra notizia shockante arriva sempre dal fronte delle
scuole paritarie. A seguito della sottoscrizione del CCNL AGIDAE, la
Commissione Paritetica Nazionale composta da Associazione Gestori
Istituti Dipendenti dall'Autorità Ecclesiastica (AGIDAE), FLC.CGIL,
CISL SCUOLA, UIL SCUOLA, SNALS Conf-Sal e SINASCA hanno firmato un
accordo per stipulare ulteriori contratti a termine non eccedenti
comunque il limite dei 24 mesi aggiuntivi, per un tetto complessivo di
60 mesi (36+24) al personale docente non abilitato (Scaricabile a
questa pagina), concedendo quindi uno sfruttamento del lavoro precario
di ulteriori due anni. Ricordando che la Direttiva Europea 36/05 e i
decreti attuativi italiani fanno divieto della stipula di contratti a
tempo determinato qual'ora il posto sia disponibile a tempo
indeterminato e sottolineando l'inutilità di tali misure, in quanto il
reato di sfruttamento del lavoro precario verrebbe comunque a
configurarsi qualora un precario non abilitato venisse assunto a tempo
determinato senza che vengano specificate le cause oggettive
dell'apposizione del termine sul contratto di lavoro, si vuole far
sapere che l'associazione sta valutando eventuali iniziative da
intraprendere in proposito. Adida non accetta un'elemosina di due
anni in più di lavoro, che aumenterebbe semplicemente la capacità del
datore di sfruttare i precari non abilitati e la disperazione di chi si
troverebbe licenziato dopo cinque anni di precariato anziché
tre, ma richiede la stabilizzazione secondo la direttiva
comunitaria del personale in servizio! Si ricorda che se un lavoratore
è stato idoneo per tre anni, lo è anche per una assunzione a tempo
indeterminato. Chiediamo ai sindacati di vergognarsi di tale atto e di
adoperarsi affinché vengano pienamente riconosciuti e rispettati i
diritti dei precari di III fascia.
Direttivo Adida (da Adida)
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