Il Pd si spacca sul
pettine. E un gruppo di parlamentari, tra cui Antonio Rusconi, Stefano
Esposito, e Maria Pia Garavaglia, chiede al segretario Pier Luigi
Bersani di prendere posizione in favore di tanti precari che si sentono
a loro dire danneggiati dalla riapertura delle graduatorie ad
esaurimento e dalla riabilitazione del principio della mobilità
interprovinciale e del merito, secondo i quali ciascuno dei candidati
potrà trasferirsi di provincia inserendosi non in coda ai docenti più
anziani in servizio in quella provincia ma a pettine, cioè sfruttando
la posizione offerta dal maggior punteggio posseduto.
Due principi sacrosanti, in linea astratta, ma che vengono oggi
vissuti come il presupposto per una tragedia che colpirà decine di
migliaia di lavoratori che ritengono ingiustificato il nuovo meccanismo
che, pur essendo stato confermato dalla Corte Costituzionale oltre che
da giudici amministrativi di primo e secondo grado, sarebbe incoerente
con la normativa approvata dal Governo Prodi nel 2007. All’epoca, il
ministro Fioroni dopo il tentativo, andato a vuoto, di eliminare le
graduatorie permanenti, le trasformò in graduatorie a esaurimento (GaE)
costringendo migliaia di persone in tutta Italia a fare una scelta di
campo preferendo una provincia che doveva diventare definitiva con la
minaccia di collocamento in coda a carico di coloro che avessero un
giorno cambiato provincia in sede di aggiornamento periodico delle
liste. La norma puzzava di illegittimità costituzionale, come pure
denunciammo immediatamente, ma poi fu rilanciata dalla Gelmini nel 2008
moltiplicando per tre il problema nel momento in cui permise ai precari
di iscriversi in tre province ulteriori rispetto a quella principale,
ma in coda ai docenti della provincia. Una scelta illegittima, hanno
ribadito tutti i giudici amministrativi chiamati in causa dal sindacato
Anief, anche se il giudice amministrativo è incompetente in materia,
come pure ha sancito la Corte di Cassazione, ciò che potrebbe riservare
sorprese a chi sta cantando vittoria dopo i ricorsi vinti.
L’ingarbugliata materia è stata accompagnata dal silenzio tombale dagli
altri sindacati e pure dai partiti, che solo all’indomani della
sentenza con cui la Consulta ha dichiarato incostituzionali le code,
che premiano l’anzianità di servizio in lista invece che il merito,
hanno sentito il bisogno di schierarsi. Come la deputata Manuela
Ghizzoni che pur essendo stata al vertice della coalizione (membro
della Commissione Istruzione della Camera) che per prima introdusse il
meccanismo illegittimo, oggi s’indigna (come emerge da alcune email
rese pubbliche dai docenti pro pettine cui le ha spedite) contro i
docenti che le chiedono di fare qualcosa contro la tragedia annunciata,
definendo (lei) incostituzionali le richieste di costoro. E mentre il
Pd dà oggi oggi una sponda alla Gelmini (“l’incontro con il ministro
Gelmini ha sortito l’esito che ci aspettavamo per sbloccare la
situazione”, recita un comunicato dei democratici) in favore dei
precari pro pettine, che spingevano giustamente per la riapertura delle
liste, gettando nello sconforto quella parte del popolo dei precari che
dice di essersi ispirato al rispetto della legge Prodi evitando di
spostarsi di provincia, si scopre che un gruppo di deputati del
partito democratico si smarca e redige una lettera inviata a Pierluigi
Bersani. “Caro Segretario – scrivono – da circa due mesi molti
insegnanti precari stanno continuando a scrivere a noi ed ai Colleghi
parlamentari chiedendo un impegno contro la possibilità di riapertura a
pettine delle Graduatorie a Esaurimento (GE) introdotte dalla
Finanziaria 2007”. Auspichiamo, concludono “una tua iniziativa in
merito perché al più presto il Partito Democratico confermi
pubblicamente la sua linea in coerenza con la riforma approvata durante
il Governo Prodi e, nel rispetto della sentenza della Corte
Costituzionale, si impegni in modo chiaro per garantire in via
normativa la tutela dei diritti acquisiti dai precari inseriti nelle
Graduatorie ad Esaurimento del 2007. Su questo tema, infatti, è in
gioco una parte importante del nostro consenso, soprattutto nelle aree
del Paese in cui siamo stati eletti e in cui tanti insegnanti già
elettori (ed anche iscritti) del nostro partito ci contestano di non
difenderli e di sentirsi invece rappresentati in questa vicenda dalla
Lega Nord”. La lettera è molto articolata ed efficace e non tarderà di
avere il suo effetto dirompente nella coalizione. “Il Governo –
puntualizzano i dissidenti del pd – da tempo sta tergiversando sulla
questione, anziché dare soluzione normativa alla posizione di tanti
insegnanti precari dopo la sentenza della Corte Costituzionale n. 41
del 9 febbraio 2011, che ha cassato le code alle graduatorie introdotte
dal Ministro Gelmini. Da ultimo è stato annunciato l’arrivo di un
Decreto Ministeriale che disporrebbe l’aggiornamento delle Graduatorie
ad Esaurimento concedendo lo spostamento di provincia. Ciò avrebbe come
conseguenza un rilevante cambiamento della classe docente soprattutto
nel Centro Nord del Paese (ma non solo), con l’effetto, da un lato, di
interrompere la continuità didattica a danno degli studenti e delle
famiglie e, dall’altro, di sconvolgere la condizione personale,
familiare, economica e sociale di migliaia di docenti, di ogni parte
del Paese, che nel 2007 scegliendo una provincia per l’insegnamento
fecero una vera e propria scelta di vita (ad esempio assumendo un mutuo
per comprare casa) e che ora, per questo, sono nella disperazione”.
Esposito, Garavaglia e gli altri allegano una “testimonianza di ciò una
delle tante accorate lettere che ci sono pervenute da una insegnante
precaria del Sud che ha scelto Brescia a suo tempo per poter lavorare.
Fa davvero rabbia vedere che le forze politiche al governo
strumentalizzano le preoccupazioni di tante persone che si trovano in
questa condizione, anziché affrontare e risolvere il problema, in
conformità alle norme della Legge Finanziaria per il 2007 e nel
rispetto del dispositivo della Corte Costituzionale, attraverso
l’approvazione di norme ben precise che diano tutela concreta ai
diritti acquisiti dagli iscritti nelle graduatorie ad esaurimento del
2007, la cui posizione non può essere rimessa in discussione nel nuovo
sistema di reclutamento”. Agli insegnanti “che ci hanno contattato –
prosegue il documento – abbiamo risposto chiarendo che i problemi
odierni non sono stati determinati da chi oggi è minoranza in
Parlamento, ma dal fatto che la maggioranza di Centrodestra ha svuotato
quell’impianto normativo che noi abbiamo approvato durante il Governo
Prodi (e che è tuttora in vigore, perché non censurato dalla Corte
Costituzionale) con la manovra economica del Governo Berlusconi (L. n.
133/2008), che ha tolto le risorse necessarie per attuarlo con un
taglio di 130.000 posti in organico, con i quali si sarebbe potuto far
fronte alle immissioni in ruolo previste dal Governo Prodi. La nostra
riforma stabiliva infatti la chiusura e l’esaurimento delle graduatorie
dei precari nel 2010 con l’assunzione in ruolo di quanti allora inclusi
e, dal 2010, l’avvio di una nuova fase per il reclutamento del
personale docente. Per questo a chi ci ha scritto abbiamo chiarito che
è dovere di questa maggioranza rimettere le cose a posto, da un lato,
stanziando le risorse necessarie ad attuare quanto previsto dalla
Finanziaria del 2007, dall’altro, garantendo in ogni caso la doverosa
tutela in via normativa dei diritti acquisiti dai docenti già inseriti
nelle Graduatorie ad Esaurimento del 2007.
Tuttavia, queste decine di migliaia di docenti precari, del Nord e del
Sud, che hanno scelto nel 2007 di vivere e di insegnare al Centro Nord
e ora si oppongono alla riapertura delle graduatorie con lo strumento
c.d. del pettine, chiedono una presa di posizione a loro tutela da
parte del Partito Democratico a livello nazionale, che accusano di
tener una linea contraddittoria se non addirittura di averli
abbandonati per diverse e incomprensibili logiche di consenso
elettorale, anche per la spregiudicata azione di strumentalizzazione
messa in campo su questo tema dalla Lega Nord, quando è proprio
l’incapacità di questo Governo ad aver scatenato quella che è una vera
e propria guerra tra poveri. Pur comprendendo anche le ragioni di
quegli insegnanti che ci stanno ora scrivendo a sostegno della
riapertura delle graduatorie a pettine, riteniamo che rispetto a questo
tema il nostro partito non possa che coerentemente sostenere
l’applicazione delle norme contenute nella Legge Finanziaria per il
2007, approvata dalla nostra maggioranza, che allora sosteneva il
Governo Prodi. L’introduzione dello strumento così detto
dell’inserimento a pettine nelle graduatorie ad esaurimento sarebbe in
contrasto con quelle norme, snaturando la sostanza stessa delle GE e
violando i diritti acquisiti dai docenti che allora fecero la scelta di
insegnare (e quindi di vivere) in una determinata provincia. Nel
rispetto dell’impegno e del lavoro profuso su questo delicato tema dai
nostri Colleghi delle Commissioni parlamentari di merito e dalla
dirigenza del partito, auspichiamo una tua iniziativa in merito perché
al più presto il Partito Democratico confermi pubblicamente la sua
linea in coerenza con la riforma approvata durante il Governo Prodi e,
nel rispetto della sentenza della Corte Costituzionale, si impegni in
modo chiaro per garantire in via normativa la tutela dei diritti
acquisiti dai precari inseriti nelle Graduatorie ad Esaurimento del
2007. Su questo tema, infatti, è in gioco una parte importante del
nostro consenso, soprattutto nelle aree del Paese in cui siamo stati
eletti e in cui tanti insegnanti già elettori (ed anche iscritti) del
nostro partito ci contestano di non difenderli e di sentirsi invece
rappresentati in questa vicenda dalla Lega Nord”. Peccato solo che
nella seduta di giovedì 27 gennaio 2011 nelle Commissioni 1ª
(Affari costituzionali) e 5ª (Bilancio) del Senato riunite, per
l’approvazione del decreto Milleproroghe, furono presentati
emendamenti di proroga delle graduatorie ad esaurimento per l’anno
scolastico 2011/12. Un emendamento firmato tra gli altri da Garavaglia
e Rusconi, gli stessi di questa presa di posizione dell’ultima ora,
prevedeva che “l’integrazione e l’aggiornamento delle predette
graduatorie per il biennio scolastico 2011-2012 e 2012-2013 […] è
improntato al principio del riconoscimento del diritto di ciascun
candidato al trasferimento dalla provincia prescelta in occasione
dell’integrazione e dell’aggiornamento per il biennio scolastico
2007-2008 e 2008-2009 ad un’altra provincia di sua scelta, con il
riconoscimento del punteggio e della conseguente posizione di
graduatoria».
Vincenzo Brancatisano
vi.bra@fastwebnet.it