Non li ha
fermati neanche la pioggia. Sin dalle prime ore del mattino Potenza è
stata invasa da una moltitudine di persone. Studenti,
operai, giovani, scout, insegnanti, anziani. Sono partiti dalla Valle
d’Aosta, Trapani, Bologna, Partinico, Bressanone. Circa 80mila persone
(quarantamila secondo la Questura) hanno abbracciato gli oltre 500
familiari di vittime di mafie in occasione della XVI Giornata della
Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie promossa da
Libera e Avviso Pubblico. Un abbraccio colorato, pieno di vita e di
speranza. In prima fila ad accoglierli Filomena Iemma e Gildo Claps, la
madre e il fratello di Elisa, la studentessa potentina di 16 anni
scomparsa il 12 settembre 1993, il cui cadavere è stato trovato il 17
marzo 2010 nel sottotetto di una chiesa. Al passaggio del corteo dai
balconi la gente di Potenza esponeva le bandiere di Libera, quella
della Pace, del
tricolore.
Uniti nella lotta alle mafie, alle disuguaglianze, alla
corruzione. Un altro paese, silenzioso, operoso, concreto. Un paese che
non vuole dimenticare i tanti familiari che hanno marciato tenendosi
per mano alternando le lacrime ai sorrisi. Sul palco la lettura lunga,
silenziosa degli oltre 900nomidelle vittime di mafia. Ès tato il
chirurgo Gino Strada, fondatore di Emergency, a cominciare la lettura.
«È stato un grandissimo onore - ha detto Strada - perché questa è una
bellissima parte dell’Italia». Dopo di lui si sono alternati sindaci
con la fascia tricolore, giovani di associazioni studentesche,
sindacalisti, scout, Nando Dalla Chiesa, l’attore Renato Scarpa,i
magistrati Giancarlo Caselli e Antonio Ingroia. «È importante - ha
detto Don Luigi Ciotti, nel suo intervento finale della giornata - che
vi sia un giorno all’anno in cui ricordiamo tutte le vittime delle
mafie. Così come è importante che l’impegno sia di tutti i giorni
perché la speranza e la libertà devono essere un impegno quotidiano».
Ad ascoltarlo una piazza silenziosa, immensa, travolta da centinaia di
bandiere colorate. «La vera forza della mafia è fuori dalle mafie e la
corruzione è la vera mafia d’Italia» ha proseguito don Luigi Ciotti. «È
una vergogna che l’Italia non abbia inserito nel codice penale i
contenuti del Trattato di Strasburgo del 1999 contro la corruzione. In
Italia si perdono 60 miliardi per la corruzione, i soldi ci sono ma
bisogna prenderli ai corrotti». E ricordando le vittime del Giappone,
rilanciando il «no» al ritorno al Nucleare nel nostro paese, alla
difesa dell’acqua pubblica, al ruolo importante e fondamentale della
cultura nella crescita civile del nostro paese, e del ruolo delle donne
nella nostra società responsabile,Don Luigi Ciotti ha concluso il suo
intervento mentre nel cielo le nuvole facevano posto a un pallido sole.
Un sole che apre le porte alla primavera. E si perché domani 21 marzo,
primo giorno di primavera si replica e in centinaia di piazze,
fabbriche, consigli comunali, scuole dove verranno riletti i nomi di
quelle 900 vittime di mafie, insieme al messaggio inviato ai
partecipanti dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Per
ricordare che la lotta alle mafie non conosce stagione (da
l'Unità)
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