Secondo
strappo: anche nel publico impiego Cisl e Uil firmano un accordo
separato del «tipo Marchionne». La Funzione Pubblica Cgil, come la Fiom
per i metalmeccanici, abbandona il tavolo insieme a Cosmed (medici,
ecc) e Usb-Rdb. Ne parliamo con Rossana Dettori, segretario generale
della Fp Cgil.
Cosa è accaduto?
Siamo stati chiamati a una trattativa che era già chiusa nei fatti. Ci
hanno interpellato soltanto per sapere se firmavamo oppure no. Era
evidene che avevano già stabilito i contenuti. Quando Cisl e Uil
intervenivano nella discussione erano in grado di citare le singole
parole anche senza testo davanti. Questo è stato il primo vulnus sul
piano del rapporto di correttezza tra organizzazioni. Lo vivo ancora
più drammaticamente, perché stavamo ricostruendo in questi mesi un
lavoro faticoso di relazioni unitarie. E stavamo predisponendo un
documento unitario sui temi del lavoro pubblico. Tutto a monte. Sono
stati irresponsabili anche da questo punto di
vista.
Ci deve essere stato un input politico molto forte...
Sembra che tutto quello che accade serva solo per salvare questo
governo. Cisl e Uil gli hanno fatto da stampella. Di questo accordo non
aveva bisogno nessun altro, fatto in questa materia. Ma gli incontri di
Cisl e Uil con Brunetta erano diventati noti già l'altro ieri. In ogni
caso c'era un grande assente a questo tavolo: le Regioni.
Sul fronte della sanità?
Sì. Sul modello delle relazioni sindacali Regioni e Anci (i comuni,
ndr) si ritrovano ad avere un modello di relazioni che non hanno
nemmeno discusso.
E sui punti specifici?
Non si stabilizzano i precari. Le risorse che si trovano saranno usate
per finanziare la «riforma Brunetta», il sistema 25-50-25. L'altro
grande assente è la democrazia, perché non si parla di votare per il
rinnovo delle Rsu. Alla nostra domanda, il ministro ci ha risposto che
«prima bisogna fare l'accordo sui comparti». Che non si sa quando mai
potrà esser fatto.
I contratti restano «congelati»?
Da una parte si fanno affermazioni sulla crisi, ecc, dall'altro si dà
per acquisito che non ci saranno contratti nel prossimo biennio. Che lo
dica il governo, è già scandaloso. Ma che delle organizzazioni
sindacali non provino neanche a rivendicare un diritto negato come
quello del contratto di lavoro.... E c'è un vulnus anche sulla
contrattazione integrativa: senza Rsu e senza risorse, non si fa.
Quali conseguenze sulla funzionalità della P.A.?
L'unica cosa detta - per capire quanto funzionerà bene - riguarda le
«commissioni partitetiche nazionali» per l'attuazione della riforma
Brunetta (per le valutazioni, le «pagelle»), con dentro solo i
sindacati che hanno firmato. In ogni caso non era nemmeno un meccanismo
convincente. Non siamo un sindacato che dice solo «no», ma non possiamo
assistere inerti a una presa in giro dei lavoratori.
A questo punto come reagirete?
Risponderemo certamente con la mobilitazione. Di che tipo, lo dobbiamo
decidere. Lunedì ci vedremo con la categoria della conoscenza (Flc) per
costruire un percorso comune di tutti i lavoratori pubblici. Ma
chiameremo anche i privati, perché ci saranno conseguenze devastanti.
La sanità privata, per esempio. Se non si fanno accordi nel pubblico,
perché bisognerebbe farli nel privato? Martedì è convocata la riunione
dei segretari generali Fp per decidere quali iniziative mettere in
campo. Cominceremo sicuramente con le assemblee informative con i
lavoratori, anche indicando le forme di mobilitazione possibile.
E' il secondo episodio rilevante di accordo separato, dopo i
metalmeccanici. Si delinea un sistema contrattuale nuovo?
La gravità di questo accordo è che si parte dall'acquisizione
dell'accordo del 22 gennaio 2009, che noi non abbiamo sorttoscritto. E
invece lo danno come acquisito. Se volevano provare a ricucire
avrebbero fatto altro.. E' evidente che non ci volevano far firmare.
L'idea di cambio del modello contrattuale, in questo governo, punta ad
avere sindacati ce dicono soltanto «sì». Facendo fuori le altre, come
noi, per cui i diritti costituzionali non sono discutibili.
Come si fa a discutere con chi vuol metterti da parte?
Con la testardaggine della Cgil, bisogna sempre provare. Però questa
volta è messa a dura prova. Il nostro compito è trovare soluzioni
positive, ma in questo momento vedo davanti a noi solo chiusure. Lo
sciopero è uno degli strumenti del sindacato. Certo bisogna costruirlo,
altrimenti si fa un regalo alla controparte.(di Rocco Di Michele da Il
Manifesto)
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