La scuola è
fabbrica della memoria. L’istituzione scolastica è
produttrice di formazione e di informazione per le future generazioni.
Perché è la conoscenza il “motore di sviluppo” della nostra società. E
con la conoscenza si riconosce una comunità. Dal modo di promuovere e
realizzare cultura e informazione. E, soprattutto, dal modo di fare
scuola.
E dai risultati di un recente studio, denominato “Pisa 2009”, il
sistema d’istruzione italiana risulta premiato e, in modo particolare,
della regione Lombardia. I risultati, infatti, vedono un
significativo miglioramento delle posizioni della regione lombarda, sia
in termini assoluti che relativamente ai dati interregionali italiani.
Il dato è particolarmente notevole anche perché il campione italiano è
rappresentativo di tutte le regioni e riguardano un totale di 1097
scuole e 30095 studenti. La Lombardia si colloca al primo posto in
Italia rispetto a tutte le aree oggetto di indagine.
In particolare:
capacità di lettura: media Ocse 493, Italia 486, Lombardia 522;
matematica: media Ocse 496, Italia 483, Lombardia 516;
scienze: media Ocse 501, Italia 489, Lombardia 526.
La Lombarida è al di sopra della media Ocse in tutte le aree di
indagine e si discosta di poco dalle medie dei paesi in prima fascia.
Per esempio, nell’area “lettura” a livello internazionale Shangai
(Cina) ha ottenuto il punteggio medio più alto (556), mentre tra i
paesi Ocse la Corea e la Finlandia si pongono a livelli di eccellenza
con la media di 536 punti. La Lombardia con 522 punti supera la Nuova
Zelanda (521), il Giappone (520) e l’Australia (515), rispettivamente
al sesto, settimo e ottavo posto nella classifica mondiale.
Il successo lombardo è ancora più significativo, rispetto ai dati
regionali italiani, se si tiene conto che la scuola lombarda “gode” di
finanziamenti più o meno in linea con le altre regioni, all’interno di
un sistema scolastico nazionale già fortemente penalizzato dalla “scure
economica” attuata dal governo Berlusconi e dal ministro Gelmini.
I dati Ocse, inoltre, confermano la buona gestione della scuola
lombarda, sostenuta, per oltre il 70 %, da un corpo docente proveniente
dalle regioni dell’Italia meridionale: siciliani, calabresi, campani e
pugliesi. Gli insegnanti meridionali e precari sono il vero motore di
sviluppo della scuola pubblica lombarda e italiana. Una “sonora”
sconfitta per le strampalate idee leghiste sulla scuola e sul
reclutamento degli insegnanti.
Angelo
Battiato (inviato speciale a Brescia)
angelo.battiato@istruzione.it