Lettere in redazione
Sono una docente della scuola secondaria di primo grado di Messina, una
delle tante voci nel deserto che sente tradito il principio di
"garantire e assicurare il prioritario obiettivo del diritto allo
studio e della piena funzionalità delle attività didattiche" come
recita una nota del Ministero dell'Istruzione.
Questa scuola, che non riesce ancora a svolgere la sua funzione
educativa, si trova anche depotenziata della pratica dell'istruzione:
le classi scoppiano (alla faccia della sicurezza, così tanto
enfatizzata!), si assiste ad un andare convulso da una classe
all'altra, non fa lezione chi viaggia e nemmeno chi accoglie i
viandanti.
Le direttive intimano a non dividere le classi, ma l'alternativa è
lasciare gli alunni in autogestione nelle classi senza docenti?
Si inviano dall'alto note, direttive, circolari che si replicano
senza lasciare intravedere soluzioni reali: in una nota del 8 novembre
2010 si legge "… i dirigenti scolastici, ..., possono provvedere alla
nomina di personale supplente in ogni ordine e grado di scuola anche
nel caso di assenza del titolare per periodi inferiori a 5 giorni nella
scuola primaria, come previsto dall’art. 28, c. 5 del CCNL e a 15
giorni nella scuola secondaria, fermo restando quanto previsto in
merito alla procedura semplificata per la nomina del supplente nella
scuola dell’infanzia e primaria per assenze fino a 10 giorni dall’art.
5, c. 6 e art. 7, c. 7 del vigente Regolamento delle supplenze ".
In sostanza a partire da quanti giorni può essere nominato un
supplente?
Se un docente risulta assente tre, quattro, cinque o più giorni nelle
scuola secondaria di primo grado, che si fa? si mandano a spasso i
ragazzi? si riduce il tempo scuola dei ragazzi? scimmiotteranno un
andamento universitario: faccio un'ora, poi una pausa magari in
biblioteca, laddove esiste il personale (tagliato anche questo!) per
renderla fruibile, e di nuovo un'altra ora di lezione?
Non esiste personale in esubero per effettuare sostituzioni, non
esistono ore a disposizione, grazie ai tagli degli ultimi due anni:
troppi insegnanti nelle scuole!!! … e magari qualcuno ci crede.
Ogni scuola risolve a proprio modo il dilemma: qualcuno storna dal
fondo d’istituto quanto serve, inventandosi un progetto, liquidando
così il piano dell’offerta formativa, peculiarità di ogni istituto, e
le proposte di ampliamento programmate, dalle ore pomeridiane migrano
al mattino, camuffandosi fra le ore curriculari; altri pensano di
puntare sulle ore di permesso, così anche quel docente che è sempre
presente, viene invitato a prendersi di tanto in tanto delle ore di
permesso per equilibrare i conti, sottraendole alle lezioni che
altrimenti avrebbe effettuato; altri ancora proseguono assegnando le
ore di eccedenza, noncuranti delle disposizioni ministeriali, con la
speranza di inviare richiesta per avere ulteriori acconti, col rischio
di aver svolto gratuitamente il servizio e, dopo il danno la beffa per
aver osato tanto.
E poi ‘ste ore eccedenti (fino a un massimo di 6 ore settimanali
oltre le 18) ai docenti già in servizio nella scuola. Ma perché
ingozzare chi già svolge il suo normale servizio? Infatti, nella
mia scuola, con il budget assegnatoci per questa voce, si potrebbero
concedere circa 80 ore complessive per le eccedenze in un anno (e
facendo due conticini su 17.955 ore circa di lezione nell’anno
scolastico, per un totale di 21 classi, solo 80 ore sono attribuibili
alle eccedenze; ovvero meno di 4 ore per ogni singola classe, per
l’intero anno).
In tale calcolo, che tiene conto di indicatori quali: numero di alunni,
di classi, di docenti e non so che altro, bisogna starci dentro.
Se si supera il tetto di spesa calcolato si è in difetto, significa che
i docenti sono assenteisti!
E … i precari, magari, potrebbero svolgere il servizio di tappabuchi?
ma no, si stanno già abituando alla fame, perché far venir loro
strane idee?
Che dire poi delle uscite didattiche e visite guidate? Sono momenti
preziosi ai quali dover rinunciare: se una visita in libreria per
svolgervi un laboratorio di lettura, un incontro con l’autore o
semplicemente per scegliere insieme il testo di narrativa, significa
privare la scuola di un insegnante in più, da dover sostituire (già,
perché una classe di 30 alunni o più non può essere accompagnata da un
solo docente, come indica la normativa un insegnante ogni 15 alunni per
le uscite), allora il caos dilaga.
Figuriamoci poi la prospettiva di una uscita di più giorni (settimana
bianca, giro storico artistico letterario e quant’altro) sono da
dimenticare. La proposta che riscuote sempre più consensi è sospendere
tutte le visite e le uscite guidate programmate.
Infine, cambiando prospettiva e guardando dall’altro mio osservatorio
di genitrice si riesce ad incazzarsi anche di più, pensando al diritto
all'istruzione negato ai propri figli.
In tutto questo marasma l’alunno dov’è?
Angela Flocco
floc.can@tiscali.it