I tagli alla
scuola secondo la Cgil penalizzano anche le lavoratrici dei servizi di
pulizia: operai poco ricollocabili, spesso in posizioni sociali
svantaggiate, magari con famigliari cassaintegrati o in mobilità.
Sentite cosa afferma Alessandro Pompei della Filcams Cgil di San
Benedetto: “Le aziende Cisagest e Manutencoop Facility Management hanno
aperto in questi giorni due procedure di mobilità riguardanti le
lavoratrici ex Lsu impegnate nella pulizia delle scuole. La decisione
assunta è stata determinata dall’esito dell’incontro avuto con il
Ministero dell’Istruzione e della Ricerca Scientifica, dal quale
risulta che nonostante lo stanziamento già effettuato i restanti 110
milioni di euro a copertura del 2010 non sono ancora stati resi
disponibili per l’effettuazione dei pagamenti.
Inoltre – continua Pompei – il Ministero ha dichiarato che allo
stato attuale non è in grado di dare risposte certe sulle coperture
finanziarie per il 2011, nè sulle eventuali proroghe o avvii di nuove
gare di appalto per i territori interessati dalle scadenze dei
contratti”. Insomma, una situazione preoccupante alla quale
si aggiunge un altro fatto preoccupante.
Prosegue infatti Pompei: “Ci giungono notizie che anche le
imprese operanti negli appalti di pulizia e servizi ausiliari delle
scuole, cosiddetti Appalti Storici, stanno iniziando ad avviare le
procedure di mobilità per effetto delle scadenze delle proroghe al 31
dicembre, non avendo a tutt’oggi ricevuto alcun riscontro da parte del
ministero del proseguimento dei contratti di appalto. Relativamente
agli Appalti Storici, con l’applicazione della nota MIur 000937 del 14
dicembre 2009, sono stati tagliati il 25% dei servizi e dei relativi
corrispettivi economici con gravi ricadute sui lavoratori, sulle
imprese e non per ultimo sui servizi scolastici. Le conseguenze di tali
tagli hanno determinato, per tutto il 2010, la riduzione dell’orario di
lavoro per gli addetti attraverso il ricorso agli ammortizzatori
sociali in deroga,che tuttavia stanno scadendo”.
Le fosche previsioni secondo la Cgil sono queste: “Per la Provincia di
Ascoli Piceno si prevede il licenziamento di oltre 160 lavoratrici
impegnate in tali servizi, di cui 58 impegnate negli Appalti
Storici. La crisi occupazionale che insiste su tutto il territorio
provinciale rischia di aggravarsi sfiorando l’allarme sociale: ci
troviamo infatti di fronte a lavoratrici che per percorsi professionali
e per età hanno una scarsissima possibilità di ricollocarsi nel mondo
del lavoro. Da considerare, inoltre, che in molti casi ci troviamo in
presenza di mogli i cui coniugi sono cassintegrati o in
mobilità. Non secondarie sono le conseguenze per la tenuta dei
servizi igienici scolastici, già gravati dai tagli della Riforma
Gelmini”.
La vertenza si annuncia drammatica e su richiesta dei sindacati il
Prefetto di Ascoli ha mostrato sensibilità nel costituite un tavolo di
concertazione fra aziende, sindacati, mondo della scuola, politici
locali che stanno in Parlamento, enti locali. E’ stato fissato un primo
incontro per il 18 novembre alle ore 11presso la Prefettura di Ascoli
Piceno.
Pompei conclude annunciando lo sciopero: “In assenza dei necessari
chiarimenti da parte del Ministero dell’Istruzione e della Ricerca
Scientifica, ha spinto le Organizzazioni Sindacali Nazionali a
proclamare una prima giornata di sciopero nazionale di tutto il
comparto (Appalti Storici ed ex LSU) per il giorno 22 novembre 2010.(da
http://www.rivieraoggi.it)
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