Il 19 ottobre c.a. la
Camera dei Deputati ha approvato definitivamente il ddl n.1441 -quater
F- del collegato lavoro con 310 voti a favore (centrodestra+Udc) 204
contrari (PD+Idv) e tre astenuti.
Un percorso faticoso quello del collegato lavoro, approvato per la
prima volta alla Camera nel 2008, modificato al Senato nel 2009,
modificato ancora dalla Camera all'inizio del 2010 e approvato
definitivamente dal Senato nel marzo 2010, rinviato alle Camere dal
Presidente della Repubblica il 31.3, modificato dalla Camera il 29.4,
rimodificato ancora dal Senato il 29.9 e definitivamente approvato
dalla Camera il 19.10.10. Sono 50 articoli in tutto. E' un'ennesima
entrata a gamba tesa in materia di diritti, di diritti contrattuali, di
obbligo scolastico. Per restringerli, non certo per allargarli.
Sull'obbligo scolastico si fa entrare dalla finestra, quello che era
uscito dalla porta principale
(la legge n.296/06 sull' innalzamento dell' obbligo scolastico voluta
dal governo Prodi).
L' ultimo anno dell' obbligo, quello che va dai 15 ai 16 anni, adesso è
possibile assolverlo
nell' apprendistato e fuori dal sistema dell'istruzione e formazione!!
Basti pensare a cos'è
l'apprendistato oggi nelle piccole,piccolissime imprese, spesso al
limite dello sfruttamento
e in assenza di un monte ore formativo minimo garantito, per farsi un'
idea delle ricadute che
questa norma avrà sugli studenti a forte rischio drop-out: espulsi e
lasciati fuori da ogni circuito
d' istruzione e formazione. Una norma iniqua che colpisce i più deboli.
Un'altra norma che ha fatto molto discutere è quella su conciliazione e
arbitrato (art.31).
Il dipendente all' atto dell' assunzione o meglio, superata la
prova,deve decidere se affidarsi nelle
controversie di lavoro, ad esclusione dei licenziamenti, al giudice o
all' arbitro.
La norma, se da un lato serve a decongestionare i tribunali nelle cause
di lavoro, rendendo tra l'altro il tentativo di conciliazione non più
obbligatorio ma facoltativo,è stata letta come un indebolimento
generale delle tutele dei lavoratori. Sull'arbitrato, nella prima
stesura, era intervenuto con pesanti rilievi, anche il Capo dello Stato.
E ancora, il collegato lavoro opera delle incursioni in materia
contrattuale, indebolendo ancor più
i Contratti Nazionali, riconducendo sotto l' uniformità della legge e
delegando ad appositi decreti
legislativi congedi, aspettative e permessi.
Dopo il decreto Brunetta ( dlgs.n.150/09), il collegato lavoro è un
altro duro colpo assestato
all' autonomia contrattuale, ai diritti dei lavoratori che ne escono
più indeboliti e meno tutelati.
Si ritorna a legificare su quanto in questi anni era stato delegato
all' autonomia delle parti sociali e al contratto.
Si passa dalla flessibilità e dal decentramento negoziale, alla
centralizzazione e alla imposizione per legge su rilevanti materie che
così vengono sottratte al contratto.
Vengono così spacciati per riforme delle norme che hanno il solo scopo
di restringere il campo dei diritti e delle tutele dei lavoratori
dipendenti, riducendo ancor più lo stesso potere del sindacato.
Mi auguro che quei sindacati che tanto credito hanno dato e continuano
a dare a questo governo
si rendano finalmente conto che con l' indebolimento dei contratti
nazionali e il restringimento
dei diritti è lo stesso ruolo del sindacato e della rappresentanza dei
lavoratori ad essere messo in
discussione.
Il rinvio per il secondo anno consecutivo delle elezioni delle RSU in
tutto il P.I. sono un segnale
troppo forte per non rendersi conto della fase autoritaria e populista
che sta attraversando il nostro Paese.
Speriamo che la democrazia rappresentativa di grandi masse di
lavoratori e l' autonomia dai
partiti di governo, alla fine, come è già avvenuto in passato , ancora
una volta prevalgano anche
nell' interesse di quelle stesse forze sindacali, oggi fin troppo
inclini ad accordi separati che hanno ridotto spazi contrattuali e
diritti (di Pippo Frisone da
ScuolaOggi)
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