Come
ogni anno, la fine dell’estate coincide con l’amara prospettiva, per
migliaia d’insegnanti precari in tutta Italia, di perdere il proprio
posto di lavoro, e di vivere angoscianti giornate in cui il loro futuro
umano e professionale si trova fortemente in bilico. Il dato più grave
che emerge è la forte riduzione di cattedre sul sostegno, e qui, allo
sdegno vissuto per la mancata riconferma del proprio posto di lavoro,
si aggiunge l’amara consapevolezza che questa situazione va a
danneggiare seriamente le fasce più deboli e indifese della nostra
società, cioè i ragazzi diversamente abili, ai quali viene negato il
diritto all’inclusione e all’integrazione scolastica. La palla
avvelenata l’aveva gettata in campo già il ministro Fioroni, la Gelmini
ha peggiorato il quadro imponendo un grosso vincolo alle deroghe.
Risultato? Più alunni disabili per ogni prof, e quindi meno ore di
sostegno.
Eppure la legge, in previsione dei tagli previsti nella scuola dalla
manovra finanziara, aveva emanato delle misure che tutalavano tale
diritto. Infatti, la sentenza della Corte Costituzionale n. 80 del 2010
ha riconosciuto la possibilità di attivare posti in deroga nelle
situazioni di handicap particolarmente gravi (certificate ai sensi
dell'art. 3, comma 3, della legge n. 104/92), dichiarando
l'incostituzionalità della finanziaria per il 2008 (n. 244/2007) che
aveva fissato un tetto massimo al numero di docenti da nominare
annualmente. Purtroppo l'attivazione dei posti in deroga, di fatto, è
stata resa difficoltosa dalla manovra finanziaria, ossia dal D.L. n.
78/2010, il quale ha congelato, nell'A.S. 2010/11, l'organico nazionale
del sostegno confermando quello dell'anno precedente di 90.469 unità,
pur facendo salva l'autorizzazione, nei casi di gravità, delle deroghe
attivabili secondo specifiche procedure da parte degli UU.SS.RR.,
spesso inadempienti e iniqui nella ripartizione dei posti, come è
accaduto a Reggio Calabria, che è stata la provincia più falcidiata
(tra quelle calabresi) nelle dotazioni organiche, in quanto a fronte di
circa 2270 posti richiesti ne sono stati attivati solo 1072. Si è
delineata una situazione gravissima che vede nelle scuole del Reggino
anche la presenza di casi-limite con 4 alunni disabili in una classe di
33 studenti. Non è chiaro, inoltre, in base a quali criteri e per quali
misteriose ragioni i posti di sostegno negati dall’Ufficio scolastico
regionale a Reggio Calabria siano stati invece resi disponibili nelle
altre province calabresi, dove il rapporto docente-alunno si abbassa
notevolmente. I drastici tagli imposti dal ministro Gelmini al mondo
della scuola, insieme con i provvedimenti dell’Ufficio Scolastico
Regionale che ha ignorato oltre metà delle richieste di sostegno
arrivate dalle scuole della provincia di Reggio, stanno seriamente
mettendo a rischio la possibilità che gli alunni reggini portatori di
handicap possano usufruire delle stesse misure di aiuto e
accompagnamento garantiti ai loro coetanei non solo del resto d’Italia
ma anche del resto della regione. Erroneamente, si crede che la
battaglia vada combattuta soltanto da coloro che sono direttamente
coinvolti in questa bufera, vale a dire gli insegnanti che perdono il
posto di lavoro e le famiglie dei ragazzi diversamente abili. Noi,
invece,
facciamo appello a tutta quanta la società civile, ponendo a chi ci
ascolta questa domanda: volete che i vostri figli crescano in una
società che non investe le sue forze economiche e produttive nel
settore formativo, lì dove i ragazzi imparano non solo a leggere e a
scrivere, o il greco, il latino e la matematica, ma imparano a VIVERE?
…una simile società nulla ha di “civile”….chiediamo a tutti di
interrogare le proprie coscienze, perché il sonno di oggi sarà la
rovina del nostro domani.
Precari Reggio
Calabria
redazione@aetnanet.org