Ricordiamo
che nessun Dirigente può arrogarsi il diritto di iscrivere la propria
scuola alle prove; è il Collegio
Docenti, unico organo competente in materia didattica, che può
eventualmente deliberare l’adesione della scuola.
Redazione
Nel corrente anno scolastico nulla è stato innovato e, allo stato, non
esiste alcuna norma che preveda l’obbligatorietà della somministrazione
delle prove INVALSI nelle scuole italiane. L’unica indicazione in tal
senso è inserita nella circolare del MIUR n° 86, del 22 ottobre 2009,
con la quale il dott. Mario G. Dutto, della Direzione Generale per gli
ordinamenti scolastici per l’autonomia scolastica, afferma tra l’altro
che: “La valutazione riguarderà obbligatoriamente tutti gli studenti
delle predette classi delle istituzioni scolastiche, statali, e
paritarie, del primo ciclo di istruzione.”.
Pare chiaro che quanto affermato da un dirigente del Ministero non può
innovare il quadro normativo poiché (non essendo lo stesso fonte del
diritto) le norme vigenti NON PREVEDONO L’AFFERMATA OBBLIGATORIETA’ ma,
anzi, indicano che su tale materia l’unico titolato a decidere sia il
Collegio dei Docenti e le/gli insegnanti delle singole classi.
Sono anni che i vari Ministri stanno cercando di piegare i docenti
italiani a meccanismi di valutazione degli apprendimenti che,
giustamente, vengono sentiti come estranei alle pratiche didattiche
delle scuole. E sono anni che in tutto il paese moltissime Istituzioni
Scolastiche decidono di non somministrare i test, moltissimi insegnanti
si rifiutano di sottoporre i loro ragazzi alle prove e in alcuni casi i
genitori, soprattutto quelli dei bimbi della scuola elementare, tengono
a casa i bambini per i giorni della somministrazione.
E’ stato infatti subito chiaro a tutti il significato di tali prove:
classificare le scuole, dare ad ognuna il suo punteggio che influirà
sui finanziamenti, proseguire e anzi elevare a sistema quella didattica
dei quiz che resta la sola capace di fornire una “valutazione
oggettiva” a ciò che per definizione non può esserlo: la scuola resta
una moltitudine di comunità viventi, ciascuna con la sua storia, le sue
abitudini, i suoi conflitti, dove si incontrano esseri umani diversi
per età, sesso, carattere, visioni del mondo, provenienze geografiche e
culturali. La noncuranza per l’esperienza reale di insegnanti e
studenti è particolarmente evidente nelle prove Invalsi: esse
rappresentano un asse portante dei processi di cosiddette “riforme” che
ormai da 15 anni stanno infestando la scuola italiana.
OGGI I TEST INVALSI RISCHIANO DI ESSERE ANCORA PIÙ PERICOLOSI: il
D.L.vo n° 150/2009 (cd decreto Brunetta) ed il disegno di legge Aprea,
in discussione in Parlamento, prevedono infatti la differenziazione di
carriera per gli insegnanti: 3 livelli stipendiali, un portfolio del
docente in cui siano registrati “l’efficacia dell’azione didattica e
formativa”. Insomma, il passaggio da un livello stipendiale all’altro
sarà determinato dai risultati didattici; e tali risultati, per essere
Oggettivi, saranno basati su prove oggettive quali quelle proposte
dall’INVALSI.
LE PROVE INVALSI RAPPRESENTANO UN PERICOLO PER LA LIBERTÀ DI
INSEGNAMENTO!
RESPINGIAMO LA DIDATTICA DEI QUIZ DI EMANAZIONE MINISTERIALE
RIFIUTIAMO DI SOTTOPORRE I NOSTRI BAMBINI/E AI TEST
PRETENDIAMO CHE I COLLEGI DEI DOCENTI SI ESPRIMANO
COBAS - Comitati di Base della Scuola
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