La Rassegna del Contemporaneo, ideata da Marina Sorbello, ha portato Acireale
su importanti quotidiani nazionali; ha fatto recuperare alla memoria collettiva un
rilevante capitolo della storia culturale della Sicilia e di Acireale; ha posto pressanti
interrogativi sul rapporto che la città vuole intrattenere con l’arte dei nostri
tempi. Sono state organizzate diverse manifestazioni, che hanno coinvolto scuole
e vari ambienti. Tre di esse, tuttavia, si sono rivelate di segno più maturo: una
Mostra di mostre, aperta fino a giorno 25 aprile a Palazzo di Città; una Giornata di
studio sull’arte contemporanea, tenuta nella Biblioteca Zelantea, che ha visto
diciotto relatori venuti da tutt’Italia per raccontare le loro esperienze, i loro progetti,
le loro difficoltà, i loro sogni e confrontarsi sul da fare; e, infine, un Omaggio a
Francesco Pennisi, acese illustre e figura di primo piano del Novecento italiano.
“Il Maestro – ha detto tra l’altro il dott. Giuseppe Contarino, presidente
dell’Accademia degli Zelanti e dei Dafnici nell’introdurre il relatore della serata - fu
un uomo certamente di alta statura e di molti talenti, che diede contributi originali
e significativi nella musica, nella pittura, nella letteratura, ma, soprattutto, fu un
gran signore, colto, generoso, accogliente, sempre pronto a mettersi in gioco, ad
accettare le sfide dei gusti nuovi e a vincerle. Francesco Pennisi aveva ancora tante cose da dire. Era giovane dentro
ed entusiasta. Di lui resta il profilo alto di un artista completo, libero, pronto a lasciarsi coinvolgere, dall’animo
finissimo, ricco di sentimento e di molteplici interessi”. A parlare di Francesco Pennisi è stato il prof. Riccardo Insolia
che, da oltre un trentennio, è coordinatore artistico di L’Offerta Musicale Ensemble, da lui fondata nel 1983, gruppo
che lavora su nuove proposte nate dalla collaborazione con compositori, musicologi, attori e registi. Nel 2000,
L’Offerta ha realizzato la prima esecuzione di uno degli ultimi lavori cameristici di Francesco Pennisi – Farfalle su
testo di Sebastiano Addamo – e, nel 2001 un nuovo allestimento dell’opera Sylvia Simplex per il festival Noto
Musica. Il prof. Insolia ha sottolineato che Francesco Pennisi (Acireale 1934 – Roma 2000) ha occupato un posto
appartato ma assolutamente singolare nella cultura della seconda metà del Novecento italiano ed europeo. “Egli –
ha detto tra l’altro il relatore - si era formato a Roma, dove aveva studiato con il musicista americano Robert Mann,
a sua volta allievo di Goffredo Petrassi. Nell’opera di questo artista siciliano raffinato e colto, umanissimo, ironico e
affabile, i seni della scrittura musicale, di quella letteraria e di quella grafico-pittorica si sono intrecciati con un’originalità
forse senza precedenti nel panorama culturale italiano. Pennisi, sicuramente uno dei maggiori compositori
della sua generazione, ha spesso lavorato da musicista su testi poetici di Eugenio Montale, Lucio Picolo, di Vincenzo
Consolo, ma anche di Tasso, Gòngora, Virgilio e Baudelaire e Pound ed era lui stesso scrittore finissimo e pittore
capace di creare atmosfere impalpabili, di lavorare col nulla, così come nella musica era capace di creare gioielli
sonori che sembrano risuonare sospesi nello spazio”. Ci troviamo,
in definitiva, in presenza di un autentico talento plurale. Attraverso
esemplificazioni sonore e visive, il relatore ha cercato di proporre
il ritratto di un artista che è ancora troppo poco conosciuto dalle
nuove generazioni, mettendo in evidenza le qualità specifiche della
sua scrittura musicale nel rapporto con l’attività pittorica e letteraria.
Il mondo sonoro di Pennisi è segnato da una nuova armonia:
quella di un universo sonoro, trasparente e sospeso, palpitante di
luci ed emozioni, di libertà e di rigore, cesellato in dettagli fragilissimi
e preziosi, seppure segnato da una immedicabile malinconia,
da un altro cioè dei suoi segni tipici, e forse dalla consapevolezza
che la finezza percettiva e il senso della storia sono sempre più
estranei alla società in cui ci troviamo a vivere e in cui l’opera d’arte
dovrebbe trovare spazio per apparire e occhi e orecchie per
essere percepita. L’interessante conferenza del musicologo prof.
Riccardo Insolia (foto in alto a dx) è stata accompagnata dal gradevole
ascolto di alcuni brani musicali, dalla recitazione da parte
dell’attore Salvatore Piro di alcune pagine di Pennisi e dalla proiezione
di alcuni acquerelli e disegni dello scomparso, che hanno
reso evidente la sua maturità artistica e la sua estrema sensibilità. L’incontro si è concluso con la proposta di rappresentare
“Aci e il fiume”, un’opera radiofonica di grande impatto emotivo, che mette assieme un originale paesaggio
sonoro: musica, mare, voci di bambini, campane e attori che non avevano mai calcato le scene. Il dott.
Franco Buscemi, intervenendo nella discussione assieme alla prof. Rosa Grillo, ha messo a disposizione il parco
delle Terme S. Venera per ospitare la manifestazione. Se son rose.
A. Z. da AKIS