
Marciscono, in vero, le nozioni, quando sono impartite meccanicamente dagli insegnanti, e non trovano ricadute didattiche significative sulle esperienze della vita quotidiana dei giovani; e sono inutili, anche, se non colpiscono il materiale e l’immaginario del loro cuore e della mente; e sono false, le nozioni, quando non si capisce che istruire non è una pura formalità istituzionale. Fare scuola significa insegnare ai giovani a saper leggere il mondo che li /ci circonda, fornire loro attraverso la “lectio” del testo, un metodo di apprendimento in grado di permettere un approccio sistemico critico-problematico con la realtà considerata nella sua determinazione e permanenza.
Fare scuola per un insegnante significa mettersi in discussione con i giovani giornalmente, senza “ a priori” da snocciolare ex cattedra. Solo così, resterà qualcosa dentro il cuore e la mente dei giovani. Altrimenti, l’insegnamento corre il rischio di diventare, veramente, inutile; e cosa stupida, se si vuole ridurlo a una semplice e asettica, statica e rimasticata trasmissione di nozioni, a quiz, a questionari precotti e confezionati, a crocette vero /falso.
Sarebbe la fine della scuola e la morte dell’umanesimo!
Nuccio Palumbo