Ma si potrebbe ben dire Catania "città dei murales": il più suggestivo, ben visibile nella sua interezza solo in mare aperto, è l'enorme murales sugli otto imponenti silos presenti al porto dal 1960. E' considerato il più grande al mondo, alto come un palazzo di dieci piani e largo come un campo di calcio, il suo autore è il portoghese Alexandre Farto in arte Vhils.
Poi ci sono i murales della Civita al largo XVIII Agosto, nel quartiere San Berillo; anche Librino con i suoi immensi palazzi di cemento sta diventando una delle "tele naturali" preferite dagli artisti. E' la prospettiva l'arma segreta degli artisti (perché non bisogna chiamarli semplicemente "writers"), cioè quando ti rendi conto dell'effettivo messaggio nascosto dietro al dipinto man mano che te ne allontani e ti volti a guardarlo. Per altri invece, più ti avvicini e più il messaggio arriva come fendente al cuore: come per i dipinti sui muri del carcere di Piazza Lanza - dove "si trovano" Paolo Borsellino e la sua scorta, Pippo Fava, Beppe Montana Libero Grassi, Giovanni Lizzio - o i 50 personaggi legati alla storia del Catania sul perimetro esterno della curva sud dello stadio Massimino. Così come sta per diventare una sorta di museo a cielo aperto l'ex rimessa Amt di via Plebiscito, ora parcheggio R1, dove i capannoni sono stati oggetto di "recupero urbano" per pennello di cinque giovani artisti e che il prossimo sabato entrerà nel circuito della "Notte dei Musei".
Ecco i nomi dei ragazzi che hanno realizzato il murales di viale Ulisse (tutti della V Bs del liceo artistico Emilio Greco di San Giovanni La Punta): Lory Barbaro, Federica Bellia, Alessio Coppolino, Giorgia Cucchiara, Carmelo D'Angelo, Elisa Faro, Alice Ficarra, Katia Papale, Antonella Romeo, Sofia Russo, Emanuele Santoro, Celine Sonnini ed Elia Tudisco. A seguirli il tutor Angelo Battiato e i professori Sara Maricchiolo, Roberta Mannino e Orazio Ardini.
Maria Elena Quaiotti
La Sicilia del 15 maggio 2018