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Ma, al di là della vicenda avventurosa del periodico, il cuore della pregevole analisi del Pappalardo è tutto nell'attenzione prestata dalla rivista al caso letterario creatosi attorno all'opera dello scrittore siciliano Giovanni Verga. I suoi critici ennesi predisposero tutta una serie di riflessioni intorno all'opera dello scrittore siciliano, ai suoi modelli ed alle influenze, tutte tese a confutare le accuse di regionalismo e di zolismo mosse al tempo al grande scrittore siciliano.
La ricostruzione del Pappalardo, svolta con notevole rigore filologico e acribia illumina la fecondissima attività culturale che dagli anni Venti e Trenta percorse la Sicilia, al pari di tutto il mondo occidentale. Così, il critico letterario ci ricorda la forte presenza siciliana nella cultura europea dell'epoca, come segnalava già nel 1917 Giovanni Gentile, che «a Palermo e nel resto della regione si troverà una cultura italiana e nazionale; ma quella siciliana va cercata soltanto nei libri dei trapassati».
Il Verga del Pappalardo si presenta allora come uno degli scrittori più inquieti e tormentati della letteratura nazionale. E, attraverso un'analisi critica accurata, Salvatore ci restituisce invece una figura a tutto tondo, uno scrittore di altissimo livello. Probabilmente l'unico autore sinceramente europeo che conobbe l'Italia nella seconda metà dell'Ottocento.
prof. Roberto Tufano