Il
mio contadino potatore? Un umile di spirito; incolto,
ma non corrotto, sano e genuino, e laborioso, e generoso di
cuore. Letteratura, filosofia, greco latino, saggi critici e romanzi,
ricchezze, gelosie e amori fatali, intrighi e storie varie,
a che servono? A complicar la vita! Egli non sa di
teologie, ideologie, ente essente essere e nulla, cavilli,
teorie astruserie, inutili rompicapo; spazio tempo, e fughe
metafisiche, avventure immaginarie di uno spirito malato.
Il mio contadino ha la seconda elementare, sa solo
sillabare, e, lucido, far di conto, giusto quanto basta per non
farsi imbrogliare; perché, poi, della vita, lui, è pratico assai,
e senza troppi filologici sforzi sa bene come va il mondo, e come
s'ha da trattare con la gente; perché - mi dice -, munnu ha statu e munnu
è; questo il " mantra", in intesi estrema, cui riduce il
brav'uomo tutta la sua filosofia!
Di libri ne conosce solo uno, quello della sua esperienza,
pagina dopo pagina, giorno dopo giorno, scritto col sudore della sua
fronte, e stampato indelebile sulla sua pelle rugosa
e adusta . Lavora il mio brav'uomo, pota le rame alte degli ulivi, e
fischia e canta, sapiente acrobata e leggero, sopra
la scala lunga, che a me pare che tocchi il cielo;
da lassù, si sente un padrone. Quanta invidia gli porto!
antonino11palumbo@gmail.com