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Didattica: Educare valutando

Redazione
Nel momento della valutazione l'insegnante assume diverse responsabilità, che deve sapere affrontare con grande professionalità e con animo aperto, riscoprendo il significato e l'importanza della sua funzione pubblica (valuta e certifica per gli alunni e la società) e della sua funzione educativa (valuta per il bene degli alunni e nel senso della giustizia).

La valutazione è un'operazione che trova fondamento e significato nell'insieme dei principi pedagogici che regolano l'attività formativa, ma che non puo essere affidata alla libera interpretazione dell'insegnante, se certificazioni e titoli di studio vogliono avere ancora una valenza pubblica. In questo caso bisogna tenere conto dei vincoli posti dalle norme che presidiano questo campo dell'attività di formazione.

Quello che vuole essere un sistema di istruzione lo rivelano le indicazioni e le norme sulla valutazione. Al docente compete uno spazio di affinamento, di limitazione e di correzione se è in grado di conquistarselo e di difenderlo a seconda dei casi. Le pratiche di valutazione in qualche modo devono essere coerenti con le finalità del sistema scolastico; alle singole scuole e agli insegnanti nella loro collegialità spetta il compito di scegliere la strumentazione e le procedure più adeguate, ma non le finalità della valutazione.

La valutazione degli alunni non è un affare privato delle singole scuole e dei singoli insegnanti:si fa come è stabilito e nei termini e nei tempi in cui è stabilito. All'insegnante resta il compito importante di difendere e far valere gli aspetti educativi della valutazione( equità nei giudizi, valorizzazione dell'impegno e dei progressi, sviluppo personale e autonomia dell'alunno, partecipazione al dialogo educativo); di misurare su questa base il significato dei vincoli di natura pubblicistica, e convalidare la legittimità dei criteri di valutazione adottati. Deve essere il custode della funzione regolativa che la valutazione svolge nel processo di aprendimento e di insegnamento.

Purtroppo in genere le norme sulla valutazione propongono una pedagogia dell'emulazione e della costrizione (ricompensa/punizione), raramente e non per tutti i gradi di istruzione una pedagogia della cooperazione e della "realizzazione". I sistemi prevalenti di valutazione favoriscono l'utilitarismo degli alunni; mettono in opposizione alunni e docenti; docenti e famiglie.

Per preservare la dimensione educativa della valutazione è necessario considerarla un'operazione che assume il proprio significato nel dare un valore, nel valorizzare il lavoro, la prestazione, il comportamento degli alunni. Valutare non significa aprire il tribunale delle pene e delle condanne.

La stima di sé è un prerequisito di ogni apprendimento e il modo in cui viene esercitata la valutazione può dare il proprio contributo a sostenerla;ragione per cui deve esserci una costante preoccupazione a non demotivare gli alunni. "La scuola è una gigantesca macchina del sè" (Tiriticco). Con le sue valutazioni costruisce l'identità di un alunno e l'immagine che di sè si farà.

"Il successo e l'insuccesso sono i principali elementi che nutrono lo sviluppo del sè (. . . ). L'autostima nasce dalla percezione di quello di cui ci crediamo (o anche ci speriamo)capaci e di quello che temiamo non sia alla nostra portata"(Bruner). Un sistema scolastico degno di questo nome, non puo' sottovalutare questo problema e sicuramente non dovrebbero esserci insegnanti, all'altezza delle loro responsabilità, privi di questa sensibilità.

PER LA BUONA VALUTAZIONE
1) E' necessario ricorrere a tutti gli strumenti e a tutte le metodologie che aiutino ad eliminare dalla valutazione ogni forma di arbitrarietà e a creare un clima scolastico, in cui la relazione educativa sia priva di qualsiasi accenno di prevaricazione e non determini nell'alunno alcuna forma di inibizione. Non si può e non si deve utilizzare la valutazione come strumento di affermazione o di conferma del potere dell'insegnante e come strumento disciplinare. Nell'oscurità dei criteri e delle procedure di valutazione, nell'assenza di trasparenza e di dialogo si annidano i pericoli dell'abuso del potere di valutare. Si deve, quindi, per evitarlo chiarire gli scopi, gli obiettivi di ogni prova, di ogni esercitazione e i criteri di valutazione. Il nodo da sciogliere nella valutazione è quello di sapere comunicare agli alunni ciò che ci si attende da loro e di incitarli a condividere le finalità dell'educazione(B. Rey), rispettando rigorosamente la coerenza tra presupposti educativi e didattici e procedure e strumenti di valutazione. Quanti sono coinvolti nella valutazione devono appropriarsi delle sue finalità.

2) La valutazione deve essere funzionale alla crescita degli alunni e al miglioramento dell'insegnamento, di cui è parte integrante. Valutare per insegnare meglio;essere valutato per meglio apprendere. La valutazione deve integrarsi nel percorso di costruzione del sapere, deve permettere agli alunni di prendere coscienza del proprio modo di apprendere e delle risorse di cui dispongono. La valutazione deve aiutare gli alunni a conoscere le proprie strategie d'azione per guidarle e renderle più efficaci e oltre ai livelli di apprendimento raggiunti deve mettere in evidenza i progressi degli alunni. La semplice misura degli scarti tra risultati e obiettivi fissati non dà i mezzi per migliorare. Non è valutazione, ma controllo(Le Boterf).

L'insegnante non è solo inventore di prove, correttore di compiti, contabile di errori e di punti;è soprattutto accompagnatore del percorso di crescita e di apprendimento degli alunni. Per evitare gli effetti perversi e indesiderati della valutazione gli insegnanti devono cercare di comprendere gli ostacoli e le resistenze agli apprendimenti, così come devono cercare di comprendere l'errore per poterlo opportunamente correggere e per potervi intervenire.

3) Tenere presenti le implicazioni sociali della valutazione. Fatte salve le condizioni stabilite dalle norme generali dell'istruzione, messe in atto tutte le strategie di motivazione e di compensazione, disposti tutti i percorsi di recupero e di riorientamento, la formulazione di un giudizio negativo deve essere fondata sull'impossibilità di procedere diversamente. Nelle valutazioni, fino a quando avranno effetti legali, pubblici e sociali, si mette in palio il rapporto di fiducia dei giovani nelle istituzioni e nella legalità e pertanto ci vuole etica professionale e molta prudenza. La scuola e gli insegnanti dovrebbero essere uno degli aspetti più civili e umani del volto delle istituzioni pubbliche presso le nuove generazioni.

4) Informare correttamente e in tempi utili sui risultati di apprendimento. Operazione che va fatta in modo che sia comprensibile agli alunni, alle famiglie e alla società. Questo significa che l'intera impostazione del processo di valutazione deve essere nota all'interno e all'esterno della scuola. Degli apprendimenti degli alunni dovrebbero avere cura non solo gli insegnanti, ma anche le famiglie e le istituzioni per la parte di rsponsabilità che loro compete nella costruzione del migliore ambiente possibile per l'apprendimento degli alunni.

La competenza in valutazione è una delle componenti più complesse della professionalità del docente ed una delle più difficili da esercitare. All'insegnante richiede equilibrio, senso delle istituzioni, passione educativa, attenzione al lavoro dell'alunno e cura delle sue sorti. Richiede un'eccellente cultura socio-pedagogica.

"Immagino un giorno, in un futuro non lontano, nel quale le prove e la valutazione non saranno considerate con timore e terrore, non saranno separate dall'insegnamento e apprendimento, non saranno usate per punire o per proibire l'accesso a un apprendimento importante e non saranno considerate riti privati o mistici. Al contrario, valutazione e attività di insegnamento/apprendimento saranno intercambiabili; l'una influenzerà l'altra in modo da crescere entrambe. La valutazione rivelerà non solo che cosa gli studenti sanno e comprendono, ma anche svelerà come questi apprendimenti hanno luogo e determinano una varietà e qualità di lavoro da mostrare la profondità, l'ampiezza e lo sviluppo del pensiero di ogni studente"(Earl & Cousins-1995).

prof. Raimondo Giunta








Postato il Sabato, 05 dicembre 2015 ore 02:30:00 CET di Nuccio Palumbo
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