E'
difficile iniziare un percorso di consultazione sulla Scuola se non si
conferisce la giusta importanza al linguaggio e alla comunicazione.
Possiamo comprendere che la coniazione di nuovi termini in politica
possa dare efficacia ad un messaggio mediatico.
Ma "Supplentite" è un termine chiaramente infelice ed improprio,
soprattutto se pronunciato da chi ha responsabilità di Governo,
nazionali ed europee, e propone un nuovo patto educativo con le
famiglie, gli insegnanti e gli studenti.
Ovviamente, l'attribuzione di significato ha una valenza soggettiva e
potrebbero anche esserci buone intenzioni e buona fede nell'uso del
termine da parte del Presidente del Consiglio.
Ma una consultazione sulla Scuola non può iniziare senza un codice
condiviso di comunicazione con gli interlocutori.
E dobbiamo dire che le modalità terminologiche con cui, questa estate,
si è fatto riferimento alle supplenze e ai supplenti non creano un
clima di confronto sereno e costruttivo. Le parole usate nel descrivere
il fenomeno delle supplenze potrebbero lasciare intendere atteggiamenti
pregiudiziali e decisioni già prese.
Noi crediamo che le famiglie, le amministrazioni scolastiche e gli
studenti abbiano fin troppo chiara l'importanza che in questi ultimi
decenni hanno rivestito le supplenze e i supplenti.
Senza le supplenze lunghe e brevi la Scuola non avrebbe retto e, ad
oggi, la Scuola non reggerebbe. La chiara dimostrazione la si trova in
quei distretti scolastici del centro nord e nord est dove non ci sono
supplenti a sufficienza.
Il risultato sono bambini disabili senza sostegno e classi
frequentemente senza insegnanti.
E la lesione dei diritti dei minori che frequentano le lezioni, avviene
in maniera ormai diffusa e capillare su tutto il territorio nazionale:
laddove, per scelta della dirigenza, non si utilizzano i supplenti
brevi il diritto allo studio e la sicurezza vengono gravemente violati.
Soprattutto nelle scuole medie ed elementari vi sono quotidiane
migrazioni di alunni che rimangono senza insegnante e che vengono
accorpati ad altre classi. In questo modo si arriva spesso anche a 30
presenze per classe in spazi angusti violando così in maniera evidente
anche il Testo Unico sulla Sicurezza 81/08.
Si reca in questo modo un danno gravissimo sia agli alunni che non
hanno l'insegnante. perché assente e non viene sostituita, sia agli
alunni che hanno l'insegnante ma che devono dividere spazi in un clima
spesso confusionale e di più difficile gestione.
E si reca danno a tutte le altre classi al lavoro perchè la continua
migrazione nei corridoi di decine di alunni "felici" genera
interruzioni del lavoro e perdita di tempo prezioso.
Augurandoci che questa riflessione possa arrivare diretta ai decisori
politici e ai loro uffici stampa, ci limitiamo al momento solo a queste
brevi considerazioni di premessa e di precisazione, riservandoci, come
Gruppo "Supplenti della Scuola per la qualità e dignità del lavoro" di
avanzare le nostre proposte al Governo e alle Commissioni parlamentari
preposte.
Gruppo Facebook "Supplenti della
Scuola per la Qualità e Dignità del Lavoro"
(fondato a febbraio 2013, conta oggi
4790 iscritti)