Il Governo, presieduto da Matteo Renzi,
nell’ambito della razionalizzazione della spesa pubblica ha tagliato le
sedi periferiche delle Scuole della pubblica
amministrazione ed una di queste si trova, appunto, ad Acireale.
La scuola, piccolo gioiello, dono del grande presidente della Regione
Rino Nicolosi, negli anni ha prodotto notevoli servizi di formazione e
di cultura della pubblica amministrazione ed è un peccato che la
Sicilia e la provincia di Catania perda una così preziosa presenza.
Nell’art. 21, che abolisce la sedi periferiche della Scuola
Nazionale dell’Amministrazione, si evince, inoltre, che sono mantenute
in attività la sede centrale di Roma e la sede di Caserta, ospitata
presso la Regia, in quanto in possesso di centro residenziale.
Le sedi da chiudere, infatti, sono quelle prive di servizi
di accoglienza per i corsisti e ciò non è il caso di Acireale, in
quanto, essendo in vigore una convenzione con il centro alberghiero che
si trova all’interno del Convento di San Biagio, è dotata di
“centro residenziale”e quindi potrebbe ancora restare in vita,
continuando ad operare nel territorio che comprende tutta la Sicilia e
forse anche la Calabria.
Dinnanzi a tale possibilità di recupero di un bene prezioso per il
territorio, come mai la Regione non si attiva a far valere i diritti di
autonomia rendendola come sua “creatura”, considerato altresì che la
Sede di Acireale è l’unica ad essere istituita tramite una convenzione
Stato – Regione e non con un atto unilaterale?
Perché l’Amministrazione comunale di Acireale non si adopera a
non perdere un così qualificato centro di formazione che contiene,
inoltre, al suo interno, una biblioteca specialistica di circa seimila
volumi ed un centro di documentazione europea, il tutto avviene
in una struttura ben attrezzata ed efficiente?
Perché nell’ambito della nuova cultura amministrativa delle “Città
metropolitane”, che comporta una diversa visione organizzativa e
funzionale dei servizi ,non si valorizza “il patrimonio di competenze e
di capacità operative “ costituito dal personale delle sedi decentrate
“, come ha dichiarato Giovanni Tria, presidente della Scuola Nazionale
dell’Amministrazione di Roma, in una recente audizione alla Camera dei
Deputati?
Sono questi interrogativi che il cittadino si pone, ovvero perché
nessuno agisce considerato che è un peccato mortale perdere nel
territorio una presenza importante ed un centro di formazione?
Si comprende bene che senza formazione e cultura non si può migliorare
la società e la qualità dei servizi ed il risparmiare su tali servizi
significa decretarne la fine e scendere sempre più in basso nelle
prestazioni e nell’organizzazione della già carente pubblica
amministrazione.
Cerchiamo di non farci sfuggire questa opportunità e che i
parlamentari siciliani e catanesi siano attivi nell’azione di recupero
e di salvataggio.
Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it