Ci siamo. La 55.
Esposizione Internazionale d’Arte diretta da Massimiliano Gioni, carica
di attesa e aspettative, sta per cominciare. L’apertura al pubblico dal
1 giugno al 24 novembre sarà preceduta da pochi giorni dedicati
esclusivamente alla stampa specializzata e agli addetti ai lavori. E ci
sarà da impegnarsi parecchio. Sì, perché l’ambizioso programma prevede
150 artisti coinvolti nella grande esposizione del Palazzo
Enciclopedico, 88 nazioni partecipanti rappresentate nei singoli
padiglioni, 48 eventi collaterali. Per non parlare di tutte le
iniziative parallele, che non risultano nel cartellone ufficiale ma non
per questo sono meno interessanti o degne di nota. Non fatevi prendere
dal panico. E seguite queste facili istruzioni. Per comprendere fin da
subito lo spirito di questa edizione, l’ideale è partire dalla mostra
curata dal Direttore. Quest’anno il titolo scelto è Il Palazzo
Enciclopedico, e Massimiliano Gioni ha raccontato in maniera suggestiva
l’utopica volontà di abbracciare tutta l’intelligenza creativa
dell’uomo, specialmente quella più marginale di outsider e autodidatti.
Lo spunto arriva dall’omonimo progetto di Marino Auriti,
italo-americano che nel 1955 aveva depositato il brevetto per un
immenso museo capace di raccogliere tutte le opere dell’ingegno umano,
“dalla ruota al satellite”. Non crediate che questo approccio possa
essere scombinato o casuale: al contrario, lo spirito da archivista che
sonnecchia in ciascuno di noi rimarrà colpito dall’esattezza di questa
Wunderkammer senza tempo.
Con più calma visitate i Padiglioni Nazionali. In certi casi, gli allestimenti fitti di nomi e di opere scelti per rappresentare i diversi paesi richiedono molto tempo. Una punta di curiosità per ilPadiglione Santa Sede, che per la prima volta partecipa alla Biennale con un’esposizione intitolata In Principio. Gli artisti scelti sono il fotografo ceco Josef Koudelka, lo storico gruppo milanese Studio Azzurro e il pittore australiano Lawrence Carroll. E godetevi l’eccessivo numero di iniziative eccellenti, in gran parte concentrate sul tempo passato. La Fondazione Prada presenta When Attitudes Become Form: Bern 1969/Venice 2013, a cura di Germano Celant con Thomas Demand e Rem Koolhaas. È la ricostruzione di Live in Your Head. When Attitudes Become Form, mostra ideata e realizzata da Harald Szeemann alla Kunsthalle di Berna nel 1969, e passata alla storia. Palazzo Grassiospita la straordinaria mostra di Rudolf Stingel, che racconta la storia di Venezia innestando giganteschi tappeti e dipinti lungo una superficie di 5.000 metri quadri. Mentre Imago Mundi, alla Fondazione Querini Stampalia, raccoglie un migliaio di piccoli quadri collezionati da Luciano Benetton durante i suoi viaggi. Detto questo, non mancate l’appuntamento a Venezia. Ricordate che gran parte di quello che Massimiliano Gioni ha fatto nella sua folgorante carriera, ha lasciato il segno. Dalla direzione artistica per la Fondazione Trussardi fino all’amicizia con l’artista Maurizio Cattelan, passando per la Biennale di Gwangiu e il New Museum of Contemporary Art di New York. Gioni è stato capace di entusiasmare, permettendo sempre diversi gradi di lettura (dalle più esperte e consapevoli fino a quelle dettate da semplice curiosità). Non perdete l’occasione di verificare di persona se il suo ormai celebre tocco magico ha saputo trasformare anche questa Biennale.
Con più calma visitate i Padiglioni Nazionali. In certi casi, gli allestimenti fitti di nomi e di opere scelti per rappresentare i diversi paesi richiedono molto tempo. Una punta di curiosità per ilPadiglione Santa Sede, che per la prima volta partecipa alla Biennale con un’esposizione intitolata In Principio. Gli artisti scelti sono il fotografo ceco Josef Koudelka, lo storico gruppo milanese Studio Azzurro e il pittore australiano Lawrence Carroll. E godetevi l’eccessivo numero di iniziative eccellenti, in gran parte concentrate sul tempo passato. La Fondazione Prada presenta When Attitudes Become Form: Bern 1969/Venice 2013, a cura di Germano Celant con Thomas Demand e Rem Koolhaas. È la ricostruzione di Live in Your Head. When Attitudes Become Form, mostra ideata e realizzata da Harald Szeemann alla Kunsthalle di Berna nel 1969, e passata alla storia. Palazzo Grassiospita la straordinaria mostra di Rudolf Stingel, che racconta la storia di Venezia innestando giganteschi tappeti e dipinti lungo una superficie di 5.000 metri quadri. Mentre Imago Mundi, alla Fondazione Querini Stampalia, raccoglie un migliaio di piccoli quadri collezionati da Luciano Benetton durante i suoi viaggi. Detto questo, non mancate l’appuntamento a Venezia. Ricordate che gran parte di quello che Massimiliano Gioni ha fatto nella sua folgorante carriera, ha lasciato il segno. Dalla direzione artistica per la Fondazione Trussardi fino all’amicizia con l’artista Maurizio Cattelan, passando per la Biennale di Gwangiu e il New Museum of Contemporary Art di New York. Gioni è stato capace di entusiasmare, permettendo sempre diversi gradi di lettura (dalle più esperte e consapevoli fino a quelle dettate da semplice curiosità). Non perdete l’occasione di verificare di persona se il suo ormai celebre tocco magico ha saputo trasformare anche questa Biennale.
Redazione