Il 19 giugno, in
tutta Italia, i docenti di sostegno precari scenderanno in piazza per
difendere il loro diritto al lavoro ed il diritto delle persone con
disabilità ad avere un’istruzione adeguata e professionale, come da
leggi dello Stato della Repubblica Italiana, Stato che oggi si
dimentica di quei docenti che 12 anni fa salvarono la faccia della
Pubblica Istruzione, frequentando corsi biennali e lavorando
contemporaneamente (niente online allora) per evitare la figuraccia di
un paese che mostrava grande interesse per l’integrazione dei
diversamente abili ma che non aveva il personale necessario per
attuarla.
Da allora, pur con percorsi diversi, i docenti hanno scelto
VOLONTARIAMENTE (forse a volte qualcuno anche per convenienza) di
diventare “docenti di sostegno”, pagando di tasca propria corsi di
specializzazione, master, corsi di formazione, libri ecc ecc, per fare
una professione con serietà e dedizione perché coscienti del delicato
compito a cui erano chiamati.
Oggi, invece, si celebra la caccia al docente di sostegno, sia da parte
del Governo sia da parte dei sindacati ,o pseudo tali, che cavalcano
onde di necessità e disagio indicando come unica strada il terrorismo
psicologico della perdita del lavoro.
Per questo, ma anche per tutto quello che i docenti di sostegno precari
hanno subito e rischiano di continuare a subire, il 19 giugno saremo
tutti nelle piazze Italiane accompagnati dai genitori e dalle
associazioni delle persone con disabilità che credono in noi e
riconoscono l’importante ruolo avuto in questi anni.
Il 19 giugno come un nuovo 25 Aprile perche quella data rappresenta
l’identità dell’Italia democratica, della nostra Patria, ed ha il suo
ultimo fondamento nella vittoria della Resistenza.
E come nuovi partigiani, precari, noi resisteremo insieme a tutti
coloro che vorranno essere al nostro fianco.
Giuseppe Crisà
giuseppe.crisa@istruzione.it