L’UCIIM provinciale di
Catania, ha promosso, nel pomeriggio del 28 marzo, un convegno a
Misterbianco (CT), di grande interesse per l’avvenire della scuola dal
singolare titolo: “La scuola: singolare femminile. Problematiche
sociologiche, psicologiche ed esistenziali”. Organizzato dalla
presidente provinciale, prof. Angela Giardinaro, ha avuto come relatori
la prof. Grazia Priulla, ordinario di Comunicazione pubblica e
istituzionale della facoltà di Scienze politiche dell’Università di
Catania, e il prof. Orazio Licciardello, ordinario di Psicologia
sociale presso la facoltà di Scienze della formazione dell’università
di Catania. Al tavolo dei relatori, oltre al presidente provinciale,
Giardinaro, anche la prof. Amalia Giordano, presidente regionale della
prestigiosa associazione degli insegnarti, dei dirigenti e dei
formatori cattolici, e il prof. Pasquale Almirante, docente e
giornalista, che ha avuto il compito di moderare i vari interventi.
E gli interventi sono stati di altissimo valore culturale, visto pure
l’argomento che veniva affrontato dal convegno, la singolarità cioè
della ormai massiccia presenza di insegnanti donne nelle scuole e se
questo possa avere ripercussione nella educazione dei ragazzi. Dopo le
opportune e brillanti premesse della presidente provinciale, prof.ssa
Giardinaro, che ha spiegato i motivi della scelta di tale tema e la
opzione della sede di Misterbianco, e della presidente regionale,
prof.ssa Giordano, che ha presentato l’UCIIM, soffermandosi
sull’impegno e la presenza costante dell’associazione nel mondo della
scuola, la parola è passata al moderatore, Almirante, che, posto ai
relatori i termini della più attuale problematica relativa alla
femminilizzazione dell’insegnamento nella scuola Italiana, ha aperto i
lavori.
Ha quindi preso la parola la prof. Grazia Priulla che, utilizzando
delle slide, ha fatto il punto in termini statistici della percentuale
di donne nella istruzione italiana e delle mancate scelte professionali
degli uomini soprattutto nelle scuole dell’infanzia e primarie di primo
grado. Dalla relazione è emerso che le giovani italiane sono ormai più
istruite degli uomini, anche se scelgono spesso percorsi di studio meno
remunerativi nel mercato del lavoro. «Noi donne – ha concluso la prof.
Priulla – che siamo la maggioranza degli insegnanti, che siamo davvero
le protagoniste di questo processo che plasma l’identità sociale di una
popolazione, forse per prime non siamo abbastanza consapevoli e
abbastanza orgogliose del nostro ruolo. Quante di noi si rendono conto
di avere in mano un grande potere? Non dobbiamo permettere che la stima
sociale nei confronti della donna nella scuola scenda a livelli che non
rendono sufficiente giustizia al nostro impegno e all’importanza del
nostro lavoro».
Suggerisce, inoltre, l’utilità di interventi non occasionali ma
sistematici a scuola, lungo dimensioni finalizzate a promuovere una
cultura dell’uguaglianza nella differenza e a prevenire la violenza di
genere. Il problema della educazione emotiva e dei processi formativi
nell’era della discontinuità con i possibili ruoli del pensare al
femminile, è stato invece l’argomento posto sul tappeto del dibattito
dal prof. Licciardello, che con assoluta competenza, lucidità e
facilità di linguaggio ha interessato e entusiasmato l’auditorio tanto
che subito dopo, attraverso i molti interventi di delucidazione e di
contributo, ha mostrato di avere apprezzato non solo la sua relazione
ma anche quella della prof. Priulla, autrice fra l’altro di un
interessante libro sulla scuola: “L’Italia dell’ignoranza. Crisi della
scuola e declino del paese”.
Angela Giardinaro