I lavoratori
di tutti i comparti della conoscenza con rapporto di lavoro a tempo
determinato che da 3 anni (36 mesi) occupano posti liberi e hanno i
requisiti previsti per l'accesso al pubblico impiego (ad es.
l'abilitazione per i docenti di scuola) possono chiedere la
trasformazione a tempo indeterminato del contratto di lavoro.
Per questo trovano assistenza e tutela legale presso le sedi
territoriali della FLC CGIL.
La vertenza non è nuova. Ma stanno arrivando i primi pronunciamenti
positivi. Di grande aiuto è stata la giurisprudenza europea che
condanna il ricorso a contratti a tempo determinato non per esigenze
temporanee, ma per coprire buchi di organico. È qui che si ravvisa
l'abuso.
Nei ricorsi che ha promosso la FLC ha chiesto anche il riconoscimento
degli scatti di anzianità e il risarcimento del danno perché i
lavoratori hanno subìto ingiustamente una condizione di lavoro e un
trattamento peggiore a quelli che gli sarebbero spettati.
In questa vertenza è confluita quella sul riconoscimento della parità
di trattamento economico (anzianità e fasce retributive) tra personale
a tempo indeterminato e a tempo determinato in tutti i comparti
conoscenza, ma soprattutto in scuola e ricerca.
Memo:
La vertenza è stata lanciata all'indomani dell'approvazione della legge
183/2010 (Collegato lavoro) che ha imposto un termine di 60gg
all'impugnazione dei contratti. Il tentativo era sbarrare la strada ai
ricorsi, che già numerosi vedevano l'amministrazione soccombente, ma
grazie alla campagna informativa della CGIL si è fatto in tempo a
promuovere migliaia di ricorsi, in particolare nella scuola. Il governo
per sfuggire alla condanna della Corte di giustizia europea, dei cui
pronunciamenti favorevoli ai lavoratori i giudici italiani tenevano
conto, è stato costretto ad approvare un piano di stabilizzazioni nella
scuola che portato all'immissione in ruolo di 66.300 tra docenti e ATA.
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