Trasmettiamo
l'intervento che il Ministro dell'Istruzione Profumo ha tenuto
questa mattina a Fiuggi al IX Congresso Nazionale dell'ANP dal titolo:
"A scuola di responsabilità".
Cari
professori,
sono lieto di intervenire al congresso dell’associazione
nazionale dirigenti e alte professionalità della scuola. Cominciamo ora
questo importante percorso insieme, e vi assicuro sin d’ora la mia
disponibilità a un confronto costante e serio con voi. Sebbene il Paese
oggi si trovi in una particolare situazione di difficoltà, sono certo
che sia possibile ragionare tutti noi su una nuova fase per la scuola
italiana, che pur mantenendo una particolare attenzione sul fronte
della spesa, sia però nella direzione del rilancio e dello sviluppo.
Scuola, università e ricerca sono presidi fondamentali, in una
prospettiva di medio periodo, per una nazione che voglia garantirsi un
futuro solido fatto di sviluppo, ricchezza e conoscenza. In altre
parole, per un Paese che voglia restare protagonista nello scenario
internazionale, e non spettatore. Sono profondamente convinto che il
mio impegno, nella veste di Ministro, debba indirizzarsi proprio verso
questo obiettivo di sviluppo, in linea con quanto affermato dal
Presidente del Consiglio Mario Monti che in più occasioni, in
Parlamento e in Europa, ha ricordato come il rilancio e la promozione
del sistema dell’istruzione e della ricerca siano fondamentali per il
riscatto del Paese e per garantire un futuro ai nostri giovani, verso i
quali abbiamo precise e serie responsabilità.. Questa considerazione
politica, del resto, è confermata da numerose indagini internazionali,
che dimostrano come esista una relazione diretta tra i risultati del
rapporto OCSE PISA sugli apprendimenti e il livello di Pil della
nazione. Così come da una maggiore qualità dell’apprendimento
discendono più mobilità sociale e ricchezza individuale. E’ mia ferma
intenzione prestare attenzione ai risultati dell’attività della scuola,
perché da essa dipende la crescita culturale e civile dei nostri
giovani. In questa fase, non abbiamo bisogno di scrivere sulla carta
nuove riforme, né dobbiamo intraprendere opere di ingegneria
istituzionale. Insieme dobbiamo invece consentire alla scuola di
sviluppare – nel rispetto dell’autonomia scolastica – le capacità di
rispondere con flessibilità e progetti educativi più personalizzati
alle esigenze dei nostri studenti, tenendo conto che i mezzi di
comunicazione e interazione dei ragazzi sono in continuo mutamento, e
dunque una scuola proiettata nel futuro non può limitarsi a
un’interazione unica e statica che si estrinsechi nel professore in
cattedra e nello studente al banco di fronte. Un altro tema su cui sarà
necessario lavorare insieme è quello della valutazione degli esiti
dell’attività scolastica. In tal senso penso che a pratiche di
autovalutazione se ne debbano affiancare altre di valutazione, per
consentirci di riflettere sulla reale efficacia del lavoro di
didattica, e per metterci nelle condizioni di migliorarci. Per ottenere
questo risultato sarà importante attuare pienamente l’autonomia
scolastica, nel senso di una autonomia responsabile: senza adottare
nuove riforme ordinamentali, ma definendo obiettivi chiari, risorse
certe e monitoraggio dei risultati. Ciò andrà perseguito superando
logiche e pratiche dirigistiche da parte del MIUR, a cui però spetterà
il compito di attivare processi di verifica dei livelli di
apprendimento, formazione degli insegnanti, sviluppo delle
professionalità dei docenti e riconoscimento pieno della dirigenza. In
linea con queste riflessioni, credo sarà opportuno pensare a una
governance che non identifichi come unici soggetti i dirigenti
scolastici e il collegio dei docenti, ma che consenta di individuare e
promuovere altre articolazioni dell’organizzazione del lavoro. Nel
corso del mio mandato intendo affrontare un altro punto che reputo
molto importante: quello dei tempi e delle modalità di finanziamento
delle scuole, per assicurare sin dall’inizio dell’anno risorse certe,
tendenzialmente senza vincoli di destinazione, con cui consentire alle
scuole di realizzare appieno l’offerta formativa. Sono altresì convinto
che sia necessaria una riflessione seria su un argomento di basilare
importanza come il reclutamento. Con modalità che garantiscano
procedure snelle, trasparenti e definite, per permettere una immissione
periodica certa, e dare opportunità concrete ai docenti che escono dai
nuovi percorsi di formazione universitaria, senza creare nuovo
precariato. Infine, nell’ottica della buona amministrazione – che
rappresenta oggi una priorità nel Paese – di fronte a voi mi impegno a
chiudere in tempi certi e stretti i concorsi per dirigenti tecnici, che
si trascinano ormai da anni, e soprattutto il concorso per dirigenti
scolastici, per coprire le oltre 2000 sedi già vacanti.
Ciò detto, a voi tutti auguro buon lavoro.
(AGENPARL)
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