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Didattica: La scuola finlandese ''de visu''

Associazioni
Della scuola finlandese si è già detto molto. Anche su queste pagine ne abbiamo parlato spesso sia per i buoni risultati nell’inchiesta PISA sia per altri aspetti, come l’impatto dell’ultima elezione che ha portato a un forte risultato per il partito xenofobo dei Veri Finlandesi. Un forte risultato che però non è stata una vittoria ( come erroneamente molti giornali italiani si sono affrettati concludere). Il  suo effetto infatti è stato quello di coalizzare tutte le altre forze, tranne il Partito del Centro (tradizionale partito rurale, realmente centrista, quasi “pro-sovietico” negli anni della guerra fredda, che in passato aveva governato sia con i conservatori che con i socialdemocratici e finanche con i comunisti, ma anche il più colpito dall’emorragia verso gli xenofobi) in un esapartito di governo che comprende i conservatori, i socialdemocratici, i post-comunisti dell’Alleanza di Sinistra, i verdi, i liberali del partito svedese e i democristiani. Una “conventio ad excludendum” nei confronti degli xenofobi che da sola è testimonianza della civiltà di questo paese, il primo in Europa ad avere il suffragio universale femminile, nonostante una storia turbolenta che va dalla riforma luterana fino alla rivoluzione russa (vi si rifugiò Lenin più volte, compresa la vigilia dell’insurrezione di Ottobre, tanto che a Tampere, vecchia capitale dei “rossi”, è visibile un museo di Lenin), con alle spalle tre guerre con la Russia sovietica e una breve guerra civile tra rossi e bianchi nel 1918.                                      
 Era perciò una occasione imperdibile quella offerta dall’Associazione Proteo Fare Sapere della
Toscana che ha organizzato alla fine di agosto una escursione in terra finnica anche con lo scopo di
vistare alcune scuole e confrontarsi così “de visu” con questa realtà. L’anno scolastico infatti, nel
freddo Nord, inizia già a metà agosto e in quel periodo le classi erano già alla seconda settimana di
lavoro (coinvolgendo anche 32 ragazzi italiani, del progetto Interscuola, che abbiamo avuto
l’occasione di incontrare sull’aereo per Helsinki, diretti a frequentare, chi per un anno chi per un
semestre, quelle scuole rinomate).
Una strumentazione all’avanguardia
La prima cosa che ci ha colpito come visitatori di queste scuole non è stata tanto l’edilizia,
abbastanza sobria e anche un po’ datata (nel caso nostro direi anni sessanta), ma soprattutto la
strumentazione.
In una classe: sulla cattedra dell’insegnante era sistemato un video, una tastiera, una telecamera da
lettura; sulla sua testa pendeva un televisore, un videoregistratore accorpato e un videoproiettore,
alle sue spalle una serie di rotoli da srotolare contenevano tavole, carte geografiche e uno schermo
per proiettare. Non eravamo in un’aula speciale di una scuola superiore. Eravamo in un’aula
normale della scuola primaria pubblica ( comunale perché lì le scuole dipendono dai comuni), la
Lauttasaaren Ala-asten Skoulu di Helsinki, dove tutte le aule sono così.
Allo stesso modo ricche erano le aule insegnanti strutturate per una permanenza comoda e
laboriosa, cioè attrezzate con computer e fotocopiatrici, dove non manca mai una piccola cucina per
scaldarsi un caffè o un pasto. Nella scuola secondaria superiore abbondavano le scrivanie
(comunque insufficienti e un po’ disordinate, a detta dei nostri ospiti) a cui di solito sedevano i
genitori per i colloqui con gli insegnanti.
Gli atri, in particolare quelli delle due scuole secondarie, erano attrezzati in maniera accogliente con
divani dove i ragazzi in attesa di entrare nelle classi potevano sedere a conversare: riviste o depliant
infilati in appositi contenitori alla portata di tutti le facevano assomigliare più ad hall di albergo che
ad atri di scuole. E la mensa, per quanto non grande e a cui si accedeva a turni, non mancava in
nessuna delle scuole: anche quando l’orario non è lungo la distribuzione dei tempi scolastici e
l’accoglienza implica il fatto che la scuola occupi un ruolo centrale nel tempo di vita quotidiano
degli alunni.
Anche laboratori e aule speciali, comprese le palestre, queste ultime attrezzate anche con un piccolo
palco per le rappresentazioni teatrali, per quanto non fantasmagoriche non mancavano di niente. Nei
licei visitati comunque c’erano anche palestre attrezzate secondo le più moderne concezioni (tapis
roulant, cyclette, pesi, bilancieri e quant’altro). Tra le aule attrezzate particolarmente attrattiva era
quella dedicata alla musica (con amplificazioni, tastiere, batterie e altri strumenti oltre a quelli che
probabilmente le ragazze e i ragazzi si portano da casa) e particolarmente originale, per il tipo di
scuola, un liceo, il laboratorio di cucina, particolarmente frequentato dalle ragazze, dal momento
che la gastronomia risultava tra le materie opzionali.
La organizzazione scolastica
Ma quello dello strumentazioni non è l’unico pregio che fa della scuola finlandese la migliore
d’Europa. E qui, per intendersi meglio, conviene ricordare alcune cose che sulle pagine di Ecole
sono già state raccontate, integrandole con le novità acquisite nella visita.
Sapevamo già che la struttura scolastica finlandese, originariamente divisa in due cicli, il primario
da 7 a 13 anni e il secondario da 13 a 19 anni, prevede oggi un primo ciclo che arriva fino ai 16 anni
e un secondo ciclo dai 16 ai 18-19 anni che si suddivide in licei e scuole professionali. Ma, siccome
la trasformazione è recente, anche per ragione logistiche, in alcune scuole il sotto-ciclo 13-16
(quella che chi ci accompagnava chiamava “scuola media”) è ancora accorpato ai licei..
Sapevamo che la possibilità di bocciatura avviene di fatto solo alla fine del primo ciclo, ma
abbiamo scoperto che in questo caso lo studente deve recuperare un solo anno. L’obbligo scolastico
per questi termina a 17 anni, anziché a 16 come per tutti gli altri. La stessa cosa avviene se a 16 anni
lo studente ha dubbi su dove orientarsi.
Le scuole possono essere o pubbliche (comunali) o private ( di enti o fondazioni): in entrambi i casi
sono finanziate, dallo Stato (le private) o dai comuni (le pubbliche), e sono comunque gratuite.
Nello specifico la nostra visita in Finlandia ha riguardato tre scuole: due licei, uno a Helsinki
(comprensivo di “scuola media”) e uno a Tampere, e la scuola primaria già citata. I due licei erano
privati mentre la scuola elementare era pubblica.
Come si era già accennato, l’anno scolastico quest’anno è iniziato il 16 agosto e terminerà il 2
giugno . La settimana scolastica va dal lunedì al venerdì. Sono previsti 4 giorni di vacanza a ottobre,
le vacanze natalizie (dal 23/12 al 9/1 questo anno), e una decina di giorni a febbraio.
Ma la scoperta più interessante sul piano organizzativo-didattico è stata sicuramente questa: in tutti i
gradi di scuola le ore di lezione durano 45 minuti e tra una e l’altra vi è sempre un quarto d’ora di
intervallo.
Di fronte a tanti pregi tuttavia due cose stonavano: il sistema scolastico finlandese non pratica
l’integrazione degli alunni disabili, se non per handicap leggeri e di tipo fisico. Esistono per queste
necessità scuole speciali.
E gli alunni immigrati devono frequentare una classe preliminare di lingua e cultura finlandese.
La scuola elementare.
La scuola elementare visitata era situata sull’isola di Lauttasaari, quartiere residenziale di Helsinki.
La scuola ha un orario, comprensivo della mensa, che si sviluppa tra le 9,15 e le 13.15, le 14,15 o le
15,15 a seconda dei giorni (con possibilità opzionale di iniziare un’ora prima due giorni alla
settimana). Le discipline sono 11 ( Finlandese 4h , matematica 4h, storia 2h, biologia-geografia 2h,
musica 2h, lingua straniera 2h +2, religione 1h, Fisica-chimica 2h, arte 2h, tecnologia 2h,
educazione fisica 2h). Il maestro è unico, ma vi sono insegnanti specifici per musica, lingua
straniera ed educazione fisica. Vi sono poi alcuni insegnanti specialisti che si occupano
sostanzialmente di recupero. Il recupero avviene nelle ore normali non in orario aggiuntivo, e
avviene contestualmente alle lezioni normali (per esempio nel caso di assenze degli alunni da
lezioni importanti). A questo scopo la scuola era attrezzata con banchetti situati in corridoio tra una
classe e l’altra dove gli alunni in due o tre assistiti dall’insegnante recuperavano una lezione persa.
Accanto agli insegnamenti ufficiali possono esserci progetti specifici della scuola. Nel caso in
questione il progetto riguardava l’educazione ecologica (riciclaggio, acque, pulizia).
Oltre ai normali organi collegiali la scuola prevede un Comitato Studentesco (1 alunna/o per classe)
che si occupa di attività (sport, feste) e di ambiente scolastico e un Gruppo per il Benessere dello
Studente (dirigente, psicologo, genitori, specialisti ecc.). Il Comitato studentesco ad una età così
giovane costituisce sicuramente una cosa eccezionale, eppure è previsto dalle norme ministeriali in
tutta la nazione.
Il liceo.
I licei visitati sono stati la Lauttasaaren Yhteiskoulu di Helsinki, comprensiva di “scuola media”, e
il Kaleva Lukio di Tampere. Entrambi sono licei privati a numero chiuso, con accesso in base alla
media di uscita dal ciclo precedente.
Questo del numero chiuso è sicuramente uno degli altri limiti della scuola secondaria finlandese,
perché dà luogo a fenomeni segregazionisti. Infatti alla domanda circa chi non raggiungesse la
media richiesta la riposta è stata: “ ci sono le scuole professionali oppure i licei serali”. Insomma,
un po’ coma da noi e per di più detto esplicitamente.
Il liceo finlandese è generale ( non suddiviso in specificità come da noi). La struttura è a corsi
corrispondenti a moduli di 7 settimane, per cui l’anno è suddiviso in 5 periodi. I moduli possono
variare da 75 a 100 per tutto il percorso (nei due licei visitati erano 75). Il percorso può durare da un
minimo di 2 a un massimo di 4 anni, secondo i ritmi dell’alunno, senza che questo venga
considerato “fuori corso”. Una cinquantina di moduli sono comunque obbligatori (nel caso del liceo
visitato a Tampere 45 su 75), gli altri sono opzionali e questi danno la “curvatura” della
preparazione. L’alunno che alla fine delle sette settimane non supera il modulo, può ripetere una
volta la sola verifica. Se anche questa volta non la supera deve ripetere la frequenza del modulo.
Normalmente la “scuola media” mantiene ancora la struttura in classi, ma quella aggregata al liceo
di Helsinki adottava già questa struttura tipica del troncone superiore.
L’esame terminale, corrispondente al nostro esame di stato, si svolge su una disciplina obbligatoria
e tre scelte dallo studente. Gli esami terminali si svolgono a marzo e gli esiti vengono sottoposti a
una verifica centrale per accertare che non ci siano eccessive differenze tra le varie scuole nei criteri
di valutazione. Solo dopo questa verifica l’esame è convalidato. Di fatto quindi l’ultimo anno di
corso termina due mesi prima di quello delle altre classi
Il personale.
Il personale non-docente è ridotto all’osso. Nel caso del liceo di Helsinki erano due custodi, tre
segretari e una cuoca per circa 500 alunni. La vigilanza nei corridoi è “inesistente”. L’unica forma
vista riguardava il custode che “sezionava” le entrate a mensa. Per le pulizie si ricorre a ditte
esterne.
Gli organici non sono facili da definire, comunque nella “scuola media” del liceo di Helsinki per
260 alunni figuravano 55 docenti ( ma alcuni di questi potevano avere ore anche nel liceo).
L’orario di lezione dei docenti dei licei è di 20 lezioni a settimana da 45 minuti. Il loro stipendio
medio è di circa 3.000 euro lordi, che, per il costo della vita finlandese, non è molto. Esistono tre o
quattro incarichi in ogni scuola corrispondenti al nostro preside, vicepreside e collaboratore ( alcuni
legati alla didattica e non solo all’organizzazione). Questi comportano qualche maggiorazione.
I docenti vengono assunti per chiamata diretta e contrattati direttamente o dalle scuole (private) o
dai comuni (pubblico). Non sono sottoposti valutazione. C’è una progressione di anzianità. In caso
di soprannumerarietà nel privato si perde posto e progressione stipendiale, nel pubblico esiste solo
una mobilità limitata al comune, in caso contrario anche qui spetta all’insegnante trovarsi un nuovo
posto e ricominciare la sua progressione.
Il “curricolo implicito” degli studenti e degli insegnanti.
Per il visitatore italiano è un po’ strabiliante vedere scuole dove non c’è vigilanza, come quella che
da noi garantisce il personale ausiliario, e neppure quella degli insegnanti durante gli intervalli o le
uscite (i bambini della primaria se ne andavano via senza essere consegnati a nessun genitore). Così
come sentire senza drammi da parte degli insegnanti che in caso di perdita del posto per contrazione
di iscrizioni o di organico si perde totalmente posto e progressione. E tuttavia la cosa va vista alla
luce delle “abitudini” finlandesi.
Si è colta una educazione generale al rispetto dei bambini, ricambiata da parte di questi con
atteggiamenti molto quieti. E se la vigilanza nelle scuole richiede uno sguardo sicuramente meno
“attento” che da noi da parte degli insegnanti, all’esterno delle scuole , ad esempio nelle vicinanze
dei parchi giochi esistono figure, presumo comunali, che vigilano che non accada nulla o che gli
automobilisti si comportino bene quando gli alunni attraversano la strada.
Lo stesso vale per gli adolescenti, anche se a questa età, qualche problema in più tende a
manifestarsi anche in forma più grave (alcolismo, delinquenza giovanile). Ma, sarà stato che i licei
in questione erano “di elite” e situati in quartieri benestanti e che si parla di ragazzi di 16-18 anni
(cioè fuori dal periodo più critico che normalmente va dai 12 ai 16 anni), non sembrava che
all’interno della scuola ci fossero particolari problemi, neppure durante i numerosi intervalli quando
i ragazzi potevano anche uscire dall’edificio ( le scuole erano tutte prive di recinti).
Anche per gli insegnanti vale probabilmente la stessa cosa: un paese con uno stato sociale che da
tempo garantisce a tutti i lavoratori sussidi abbastanza elevati e lunghi anche per la disoccupazione,
ammortizza probabilmente le preoccupazioni, che comunque ci sono, per la eventuale perdita del
posto.
E’ come se ognuno, studente o lavoratore della scuola, entrasse nella scuola con un “curricolo
implicito” costituito dai cromosomi della società finlandese.
Da Ècole http://ecolelerbadelvicino.wordpress.com/ 14 ottobre 2011  (di Pino Patroncini da Proteo Fare Sapere)

redazione@aetnanet.org








Postato il Giovedì, 20 ottobre 2011 ore 08:16:05 CEST di Pasquale Almirante
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