«Rendere ancor più
incentivato l'apprendistato e incoraggiare il telelavoro soprattutto
nel momento della nascita dei figli in una famiglia». Il ministro del
Welfare Maurizio Sacconi ha riassunto così l'orientamento del suo
ministero nei prossimi mesi, intervenendo al convegno di Cometa
Formazione a cui hanno preso parte fra gli altri Roberto Formigoni,
presidente Regione Lombardia, Gianni Rossoni, assessore Istruzione,
Formazione e Lavoro Regione Lombardia, Giorgio Vittadini, presidente
Fondazione per la Sussidiarietà e Alessandro Mele, presidente Cometa
Formazione. Oltre alla presentazione del rapporto sulla solidarietà,
ieri è stata illustrata l'esperienza della Scuola Oliver Twist e il
modello di integrazione Scuola Azienda nella progettazione e
realizzazione delle attività di formazione che ha
realizzato.
Il presidente Formigoni ha ribadito la sfida che la Lombardia si
è data per la valorizzazione dell'apprendistato creando, tra l'altro,
una dote importante che «darà ai giovani la possibilità di essere
assunti in un'azienda e di proseguire il loro percorso di formazione
per arrivare a un titolo di studio». La Lombardia, però, è una regione
"pilota", come interpreta anche il ministro Sacconi, incoraggiando
Formigoni a proseguire sulla via della valorizzazione
dell'apprendistato su cui tra l'altro è partito anche un progetto che
riguarda l'alto apprendistato e che sarà svolto in collaborazione con
10 atenei.
L'occupabilità dei giovani è un tema su cui Sacconi, in collaborazione
con il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini e quello della
Gioventù, Giorgia Meloni, ha avviato un piano dedicato che però ha
dovuto fare i conti con tre condizioni oggettive di svantaggio per chi
è giovane oggi e cioè «i grandi cambiamenti tecnologici che di primo
acchito possono determinare una minore densità occupazionale – elenca
Sacconi -, la maggiore protezione che è stata riservata agli adulti in
questa fase di crisi e la debolezza delle competenze di questa
generazione, che paga le conseguenze della negazione del valore
educativo del lavoro, disastroso portato degli anni ‘70».
Un quadro che si aggiunge ai problemi ormai cronici del nostro sistema
educativo dove, come spiega Giorgio Vittadini, «la dispersione
scolastica resta elevata e circa 117mila ragazzi nel 2008 con età
compresa tra 14 e 17 anni non hanno seguìto nessuna attività educativa,
mentre la popolazione attiva che ha terminato la scuola secondaria
superiore, il 68%, è di 18 punti più bassa della media Ocse e di 32
rispetto alla Germania. Tra coloro che si diplomano, poi, il 30% lo fa
con uno o più anni di ritardo». Tutto questo naturalmente incide sulla
transizione verso il lavoro, al punto che quasi il 45% delle persone
sino a 35 anni svolgono un lavoro che non ha attinenza con il percorso
scolastico intrapreso in precedenza. Per Vittadini siamo all'inizio di
un processo riformatore in cui occorrerà dare seguito alla decretazione
ridisegnando sistemi e reponsabilità. A proposito di tempi il ministro
Sacconi assicura che il decreto sviluppo e il percorso di riforma
dell'apprendistato non subiranno ritardi.
Nel percorso che ridisegnerà il sistema, dal suo osservatorio della
Fondazione per la Sussidiarietà, Vittadini invita a favorire la
complementarietà tra i diversi livelli di istruzione scolastica e
istruzione e formazione professionale, la personalizzazione dei
percorsi per «valorizzare tutte le potenzialità insite nello stile
cognitivo di ciascun adolescente», «il pluralismo dei soggetti
erogatori», la valorizzazione dell'alternanza scuola-lavoro, la
reversibilità delle scelte, la semplificazione delle procedure,
soprattutto nel campo della formazione professionale e la maggiore
attenzione al tema delle politiche attive per l'istruzione e la
formazione professionale. (di Cristina Casadei da Il Sole 24 Ore)
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