Chissà
cosa penserà la Corte di giustizia europea anche della scuola italiana?
Sicuramente non bene dal momento che un'altra vertenza sta per partire
oltre le brume alpine per opera di circa ventimila docenti regolarmente
abilitati ma inopinatamente esclusi dalle Graduatorie a esaurimento per
un colpo di mano del Miur, nonostante il parere della commissione
cultura alla Camera fosse unanimemente favorevole. E così dopo una
manifestazione a Roma e un abboccamento col consigliere della ministra,
Max Bruschi, che ha aperto loro le braccia, a questi ragazzi non resta
altra strada:”Faremo ricorso al Tribunale di Strasburgo e alla Corte
Europea dei Diritti dell’Uomo poiché c’è un’evidente discriminazione
nei nostri confronti che ci danneggia a livello economico e
professionale”. E a guardare bene hanno ragione se il ministero ha
consentito, dietro pagamento di laute iscrizioni, la loro
partecipazione ai corsi Bifordoc e di formazione primaria ma immettendo
nelle GaE solo i candidati del 2007 e buttando fuori quelli dal 2008 e
successivi.
Ma non si ferma solo all'apertura delle braccia la interlocuzione,
mimica, con Bruschi. Il consigliere di Gelmini, sulla base del
comunicato di questi precari, ha fornito disinvoltamente le modalità
per le future immissioni in ruolo, se ce ne saranno e se la legge sui
pensionamenti non sarà così rigida, come è invece prevedibile, da
lasciare spazi lavorativi ai giovani. Il Miur avrebbe dunque
deciso che le prossime immissioni in ruolo avverranno solo attraverso
concorso e le cattedre saranno assegnate a chi lo supera. Ogni altra
idoneità o altra disponibilità verrà esclusa, mentre al “concorso
medesimo potranno partecipare tutti, anche coloro che sono nelle GaE, i
diplomati magistrali e gli esclusi dalle graduatorie. Insomma il
classico “concorsone” con centinaia di migliaia di partecipanti.” E se
fosse così potrebbe pure andare bene, visto che l'ultimo concorso fu
nel 1999; il problema è invece nel fatto che dopo la legge sulla
formazione iniziale dei docenti non c'è stato alcun movimento
ministeriale verso questa conclusione, né se ne intravvede la speranza,
sfuggita fra le carte del disastro economico che non consentirebbe
spese ulteriori. Infatti, un concorso al quale parteciperebbero oltre
400 mila persone (250 mila precari e 100 mila e forse più neolaureati)
con quali fondi si sosterrebbe? Una ipotesi, crediamo, buttata lì dal
consigliere Bruschi che da anni bofonchia questa possibilità, solo per
prendere tempo e non dare risposte.
Pasquale Almirante
(da La Sicilia del 2 ottobre 2011)