Non credo che la gaffe
della ministra Gelmini si possa liquidare solo con lo sberleffo. C’è
nella sua dichiarazione affrettata un messaggio ben più cupo e
preoccupante: la consapevolezza cioè
che il popolo abbocchi all’amo senza reagire e in modo acritico.
Per essere più chiari. Dell’inesistente inesistenza di un tunnel di 700
chilometri tutti possono rendersi conto e verificare sul campo, ma
delle altre centinaia di dichiarazioni fatte dalla nostra ministra e
ugualmente infondate chi potrà portare prove altrettanto inconfutabili?
Si potrebbe dire: tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino e
questa volta è successo: ma quante altre volte ciò non si è
verificato? Se si fa una breve cronologia di tutto ciò che la
nostra ha detto da quando si è insediata, comprese le ultime in
occasione dell’avvio dell’anno scolastico, si vede subito come tutto il
suo dire sia stato incentrato sulla demagogia e sulla propaganda, con
la differenza, rispetto al tunnel, che c’è stato sempre qualcuno che ne
ha sostenuto le tesi ben sapendo della loro infondata propalazione ma
pure della difficoltà a sorreggere il contrario da parte degli
oppositori.
Chi non è attento ai problemi della scuola, insegnanti compresi, è
tendenzialmente propenso a prendere per oro colato tutto ciò che un
ministro della Repubblica dice e in modo particolare i giornalisti che
hanno il solo interesse di riportare la notizia e amplificarla.
Ed essa stessa, anche se venisse smentita da personalità di tutto
rispetto, rimane sempre in un limbo di dubbiosa incertezza che poi il
tempo, galantuomo, se da un lato può pure confermare dall’altro
però relega il fatto nel dimenticatoio. Di tutto ciò da qualche anno a
questa parte sono consapevoli i governati alcuni dei quali, a
dimostrazione di quanto sosteniamo, dovrebbero dirci ancora che
fine hanno fatto le promesse delle famose tre “I” oppure
dell’altrettanto promesso adeguamento degli stipendi dei docenti
italiani a quelli europei. Due esempio, fra i tanti che si
possono riportare, per fare indignare e spingere alla rivolta, non solo
tutti, ma tutti, i docenti ma anche le famiglie. Questa consapevolezza
della dimenticanza e l’altra della dichiarazione a proprio favore (e
poi magari venga qualcuno a smentire se sarà creduto) ha indotto
la ministra a dire ciò che ha detto a proposito del tunnel.
Dichiarazione fra l’altro subdolamente strumentale perché ha pure
inteso dire all’opinione pubblica che i finanziamenti per la ricerca ci
sono, tanto che si è fatta una scoperta epocale ( e ci mancava!), per
cui ancora una volta gli attacchi contro di lei sono tutte menzogne
comuniste visto lo straordinario successo degli scienziati italiani per
accontentare i quali sono stati spesi, e ben spesi come questo governo
sa fare, centinaia di milioni. Un comunicato blitz e furbesco per
arraffarsi la primogenitura politica, per screditare l’opposizione, per
sibilare contro i solti falsi e bugiardi e sessantottini. Sennonché la
reclame del tunnel da attaccarsi al petto questa volta è stata troppo
pesante ed è caduta nello sberleffo, cosa che sarebbe dovuta
accadere per molte altre propagande ma che è stato sempre
difficile dimostrare all’opinione pubblica con altrettanta
inoppugnabile evidenza. Sicuramente un ministro di cultura non ci
sarebbe caduto, ma sicuramente nemmeno un polito che ha rispetto del
popolo al quale si può perfino raccontare che la nipote di Mubarak vada
in giro per le questure della polizia. Ecco è questa mancanza di
stima per la gente alla quale si può tutto dire e tutto
imbonire è ciò che disturba, non una semplice gaffe che potrebbe
pure rimanere tale se non ci fossero altre gaffe e altre ancora e
ancora altre, tutte rimaste tali e con poca possibilità di essere
smentite con la similare chiarezza del tunnel.
Pasquale Almirante
p.almirante@aetnanet.org