Le condizioni meteo
peggiorate nelle ultime ore, non fermano la protesta dei precari della
scuola in presidio permanente di fronte al provveditorato agli studi da
ormai 21 giorni. I precari attendono la giornata di venerdì, quando il
dirigente dell'ufficio scolastico regionale Maria Luisa Altomonte, di
ritorno dalla seconda "missione" al ministero dell'Istruzione nel giro
di pochi giorni, comunicherà ufficialmente l'eventuale recupero di
altri posti per i collaboratori scolastici, oltre ai 160 già promessi
per la Sicilia di cui 18 sicuri a Ragusa in base ad una ripartizione
per province e non per densità della
popolazione.
Venerdì è prevista anche la visita di alcuni colleghi di Palermo,
coinvolti in analoghe azioni di protesta, mentre questa mattina è in
programma l'incontro con il vescovo Paolo Urso, per illustrare la
difficile situazione del mondo dell'istruzione iblea, effetto del
triennio di tagli imposto dalla riforma Gelmini.
Per gli stessi motivi, lunedì, una delegazione di dirigenti scolastici
si è recata dal prefetto Giovanna Cagliostro. Il rappresentante del
governo ha promesso un interessamento diretto alle problematiche
illustrate dai dirigenti: «Il prefetto ha inoltre espresso l'intenzione
– spiega il dirigente dell'istituto "Pedalino" di Comiso, Giovanna
Campo – di convocare un tavolo tecnico istituzionale, alla presenza di
interlocutori (probabilmente dirigenti del ministero dell'Istruzione,
n.d.r.), che possano agire concretamente, per ridurre la miriade di
disagi emersa con l'avvio delle attività scolastiche».
Il volantinaggio avviato sabato scorso dai precari teso a coinvolgere
studenti e genitori in una mobilitazione generale, intanto, ha già
prodotto alcuni risultati. «Abbiamo ricevuto – conferma Aprile –
diverse segnalazioni legate ai disagi patiti dagli studenti in tutta la
provincia». Come il caso, emblematico e paradossale, di Antonina
Giorrandello, originaria di Pavia, ma residente a Vittoria, sola e con
tre figli a carico, ieri mattina ospitata dai precari nel presidio di
fronte al provveditorato. La Giorrandello, che ha due figli iscritti
alle elementari del plesso scolastico di quartiere, non può iscrivere
anche il terzo alla prima classe della scuola media nello stesso
istituto, in quanto «per motivi di sicurezza – ha spiegato la
Giorrandello – mi è stato comunicato che le classi, peraltro già
sovraffollate, sono al completo. Identica situazione – continua la
Giorrandello – in un altro istituto della zona; l'unica soluzione resta
quella di iscrivere mio figlio in un istituto ad oltre tre chilometri
da casa, che non è servito però da adeguato trasporto pubblico. Lavoro
tutto il giorno e non posso accompagnare mio figlio a scuola, quindi,
al momento sono costretta a lasciarlo a casa. Questa situazione di
stallo dura dallo scorso mese di giugno, ed ho chiesto l'intervento
delle forze dell'ordine, dell'assessore alla comunale Pubblica
istruzione e del Provveditorato, ma finora non ho ottenuto alcun
risultato. Pretendo soluzioni immediate, e mi appello ad altri
genitori, per far sì che emergano analoghi disagi, invitando il
ministero a rivedere la situazione».
Un caso-limite, a cui si stanno aggiungendo altre difficili situazioni
legate in particolare all'assenza, in molti istituti di un adeguato
numero di docenti di sostegno.
Nel frattempo il comitato permanente donne del Partito democratico ha
espresso solidarietà ai precari, accusando il presidente della
provincia, Franco Antoci, e il sindaco di Ragusa, Nello Dipasquale, di
«totale disinteresse verso la lotta che si protrae da oltre tre
settimane, mostrato finora». Le donne del Pd, per questi motivi, hanno
lanciato un appello alla cittadinanza con l'intenzione di «bloccare –
spiegano – lo smantellamento della scuola pubblica come la Costituzione
l'ha pensata e disegnata. Uniamoci al coordinamento – concludono - e
lottiamo insieme a loro». (di Davide Allocca
http://www.gazzettadelsud.it)
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