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Assunzioni: La commedia dell'assurdo delle assunzioni a tempo indeterminato

Rassegna stampa
Mancano ormai pochi giorni all’inizio dell’anno scolastico, pochissimi a quel 31 agosto indicato come data ultima per le immissioni in ruolo dei lavoratori della scuola, e possiamo sin d’ora dire senza timore di smentita che il primo giorno di scuola saranno ancora tantissime le cattedre prive di un docente. Si sta dando infatti inizio alle operazione di nomina a tempo indeterminato solo in questi giorni e, soltanto dopo che queste operazioni si saranno concluse, i provveditorati potranno individuare il personale avente diritto a contratti annuali, per poi, infine, passare alle nomine da parte delle singole scuole.
Il cronico ritardo non appare però l’unico problema: la questione delle immissioni in ruolo dei docenti pare quest’anno farsi ogni giorno più complessa e tra poco la matassa potrebbe essersi ingarbugliata così tanto da rendere impossibile l'individuazione di capo e coda.
Cerchiamo di individuarne gli elementi essenziali, partendo da tre brevi premesse, una riguardante il decreto assunzioni, l’altra le graduatorie e l’ultima una spinosa vertenza.
Premesse:                   
Il recente decreto sviluppo ha previsto, per i prossimi tre anni, l’assunzione a tempo indeterminato di poco più di 30000 docenti. Un numero che, al di là dell’enfasi propagandistica data alla notizia, non è poi gran cosa se si pensa che i pensionamenti saranno, per lo stesso periodo, almeno il doppio. Con una decisione quantomeno stravagante, un terzo di queste assunzioni (10000) si avranno attingendo dalla graduatoria dello scorso anno (2010-2011).
o Ricordiamo che le graduatorie, dette “ad esaurimento” (GAE), concepite dal ministro Fioroni, consentivano ai docenti precari di indicare una sola provincia di appartenenza e che in pratica questa non poteva più essere cambiata. Nel 2009, l’attuale Ministro consentiva, per motivi difficilmente comprensibili, di indicare, oltre alla provincia originaria, anche altre tre, dove ogni insegnante sarebbe stato collocato "in coda" rispetto ai colleghi che l’avevano già individuata come loro prima scelta. Tutti, quindi, sono stati inserito nel biennio 2009-2011 in 4 province contemporaneamente; in una, per così dire, in serie A, e nelle altre tre in serie B.
o In questi ultimi due anni l'Anief e altre associazioni hanno portato avanti un’azione legale contro il governo, chiedendo che i precari che rappresentano (pare siano circa 3000) fossero inseriti anche in queste ulteriori province non già "in coda", ma "a pettine", cioè come se in ognuno dei quattro elenchi indicati fosse una prima scelta. Il Tar del Lazio ha quindi nominato un commissario ad acta che, riconoscendo le ragioni dei 3000 ricorrenti, ne ha imposto l’inserimento a pettine nelle vecchie graduatorie (2009-2011). In queste si sarebbero dovuti trovare inseriti a pari titolo, ognuno di loro in 4 diverse province .
Conseguenze:
grazie anche alla scelta di assumere10000 docenti dalle vecchie graduatorie e non dalle nuove, i 3000 ricorrenti avrebbero titolo per essere assunti a tempo indeterminato potenzialmente nello stesso momento in 4 diverse province. Non solo: molti di loro hanno la specializzazione per il sostegno, quindi sono inseriti anche nelle relative graduatorie; potrebbero quindi avere accesso contemporaneamente ad 8 assunzioni in ruolo.
Le ultime novità, di male in peggio:
il Ministero, non abbandona il suo piglio bellicoso e decide di attendere la pubblicazione della sentenza del TAR del Lazio prima si stabilire se e come vadano tutelati i diritti pregressi dei ricorrenti. In particolare, in merito alla possibilità di immettere in ruolo questi docenti sulla base delle vecchie graduatorie, il MIUR decide di non decidere.
Intanto si deve urgentemente dare inizio alle assegnazioni dei contratti a tempo indeterminato per poi passare a quelli a tempo determinato, ma gli uffici scolastici nei quali sono inseriti i 3000 ricorrenti (principalmente i provveditorati del centro nord) non sanno assolutamente come comportarsi con le 10000 assunzioni da vecchie graduatorie, che del resto non possono che anticipare le 20000 da farsi sulla base delle nuove.
Gli uffici del Piemonte, del Veneto e della provincia di Brescia hanno chiesto istruzioni al Ministero che ha dato indicazione di non convocare i ricorrenti, ma di "accantonare", i posti ai quali potrebbero aver diritto fino a nuovo ordine ovvero fino a pubblicazione della sentenza definitiva della magistratura. Fino a quel giorno, intanto, si suggerisce che i posti così congelati siano assegnati dai dirigenti scolastici, attingendo dalle graduatorie d'istituto.
Alcune considerazioni:
La Scuola pubblica, già piegata da tre anni di tagli indiscriminati, deve subire anche il peso di scelte molto creative ma poco sagge, quali la possibilità di scegliere 4 province, o il voler assumere oggi parte del personale con decorrenza da ieri. Il Governo da un lato e l’Anief dall’altro stanno, che lo vogliano o meno, provocando nuove tensioni tra i lavoratori della scuola e ulteriori problemi per gli studenti.
Il Ministero dell’Istruzione potrebbe a questo punto accontentarsi degli errori già commessi ed evitare danni che non sono nemmeno giustificati dalla necessità di fare cassa. Nel caso specifico si potrebbero limitare in gran parte i disagi chiedendo ai ricorrenti di indicare sin da subito quale dei 2, o 3, o 6 posti disponibili intenderebbero scegliere qualora fossero definitivamente riconosciute le loro ragioni.
È ragionevole attendersi che questi docenti, consapevoli di non poter occupare più di un posto di lavoro per volta, non avrebbero difficoltà ad esprimere le loro preferenze. Ciò consentirebbe di congelare non più di un posto per ogni insegnante/ricorrente. In questo modo non solo gli altri colleghi precari potrebbero accedere al posto di insegnamento a cui hanno diritto e che è disponibile, ma si ridurrebbero enormemente i disagi di tantissimi studenti.
Tenendo conto dei diversi posti che ognuno dei 3000 potrebbe ricoprire, temiamo possa essere accantonata una quota parte notevole dei 10000 posti da assegnare per il 2010-11. Ciò provocherebbe, ad anno scolastico in corso, un balletto di cattedre ancora maggiore. I posti accantonati ad inizio anno verrebbero infatti assegnati dai dirigenti scolastici a precari inseriti nelle liste d’istituto. Questi ultimi sarebbero solo apparentemente baciati dalla fortuna, perché al sopraggiungere della sentenza del TAR, magari a metà anno scolastico, i ricorrenti prenderebbero possesso dei propri posti, liberando quelli che hanno occupato sino ad allora. Altri precari occuperebbero poi i posti lasciati liberi dai 3000 ricorrenti. Lo stesso accadrebbe se questi dovessero avere torto, perché i posti accantonati spetterebbero comunque ad altri che devono entrare in ruolo, quelli che il ricorso non l’hanno voluto fare.
E decina di migliaia di classi cambierebbero professore.
  (da http://www.retescuole.net)

redazione@aetnanet.org









Postato il Domenica, 28 agosto 2011 ore 08:44:25 CEST di Pasquale Almirante
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